Ambiente umano

Popolamento. Quest'area dell'Africa australe è stata tra le prime che hanno visto la comparsa e lo stanziamento dell'uomo, come testimoniano anche i numerosi centri di arte rupestre paleolitica e mesolitica. Alcuni di questi si devono certamente ai Boscimani, che costituiscono le più antiche genti aborigene conosciute, ma che sono stati ormai relegati nelle aree semidesertiche del Kalahari dai più evoluti Bantu , discesi da nord in successive ondate probabilmente a partire dal V secolo. Verso l'XI secolo sarebbero giunti i Mashona, o Shona, i progenitori della maggior parte degli attuali abitanti, divisi in numerose tribù tra cui quella dei Karanga, celebri metallurgisti; essi sarebbero gli artefici di grandiose costruzioni realizzate con blocchi di granito, note come zimbabwe, l'unico esempio di edifici a carattere duraturo scoperti nell'Afric a nera all'arrivo degli Europei. Gli Shona attraversarono un periodo di grande splendore e potenza durante il leggendario regno di Monomotapa, che controllava le miniere d'oro della regione e i traffici commerciali, come attestano documenti portoghesi del XVI secolo. Altre tribù bantu sopraggiunsero nella regione, come i Venda o BaVenda, che tra il XV e il XVI secolo introdussero l'allevamento bovino. Gli Shona furono però sottomessi da genti di origine zulu, guerrieri e pastori che alla metà del secolo scorso invasero lo Zimbabwe provenendo da sud e si installarono prevalentemente nella parte occidentale (odierno Matabeleland): in particolare si distinsero gli Ndebele o Matabele, che oggi costituiscono il gruppo etnico più importante nel l'area dell'alto Veld. Gli Shona occupano invece le zone orientale del Paese (Mashonaland). I bianchi si stanziarono nello Zimbabwe solo verso la fine del secolo scorso, all'origine attratti dall'oro, ma in breve, realizzate le possibilità agricole offerte dal Paese, ne presero il controllo impossessandosi delle terre più produttive e relegando la popolazione africana nelle zone peggiori.

Sviluppo demografico. I bianchi, per lo più di origine britannica, all'inizio di questo secolo erano già oltre 10.000 e 50.000 trent'anni dopo, per passare a 150.000 a metà del secolo; la popolazione africana, invece, stimata nel 1910 a oltre 700.000 unità, era salita a 1 milione verso il 1930 e a 2 milioni nel 1950. Dopo la seconda guerra mondiale massicce immigrazioni di Europei incrementarono sensibilmente il numero dei bianchi: in soli sette anni, tra il 1946 e il 1953, entrarono nello Zimbabwe 100.000 bianchi (dopo l'acquisizione dell'indipendenza, nonostante la politica assai conciliante del governo e i suoi sforzi di realizzare gradualmente l'africanizzazione del Paese garantendo in pratica il mantenimento del potere economico ai bianchi, questi ultimi abbandonarono in buon numero il Paese). La densità della popolazione è piuttosto scarsa, se rapportata alle possibilità offerte dal territorio; i valori più bassi si registrano nello Zimbabwe occidentale, sia per l'accentuarsi nella fascia meridionale degli influssi semidesertici del Kalahari, sia per la presenza nel settore settentrionale di fitte foreste spesso infestate dalla mosca tsè-tsè.

Centri urbani. La città più importante è la capitale, Harare, nello Zimbabwe nord-orientale, in ottima posizione a circa 1.470 m nell'alto Veld; città moderna, di impronta tipicamente inglese (fu fondata nel 1890 per conto di Cecil J. Rhodes col nome di Salisbury), servita da una fitta rete di comunicazioni ferroviarie e stradali, è il polo accentratore delle attività principali: oltre che primario centro commerciale, dispone di numerosissime industrie ed è anche il maggior centro culturale dello Zimbabwe. Seguono Bulawayo, nel settore sud-occidentale del Paese, a oltre 1.450 m d'altitudine presso i Monti Matopo; è un attivo nodo ferroviario e sede anch'essa di numerose industrie; e Chitungwiza, poco a sud della capitale Tutti gli altri centri hanno rilievo assai inferiore. Sempre nell'Alto Veld, nello Zimbabwe centrale, è Gweru (già Gwelo), vivace mercato di una regione ricca per attività sia agricole e di allevamento, sia minerarie; a nord di Gweru, sulla ferrovia per Harare, si trova un altro notevole centro industriale, Kwekwe (già Que Que). Quasi al confine col Mozambico, sulla ferrovia che collega Harare con Beira (Mozambico), è situata infine Mutare (già Umtali), mercato agricolo con numerose industrie meccaniche. Sull'altopiano centro-meridionale, Masvingo è soprattutto nota per la vicinanza delle grandiose rovine di Zimbabwe.