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Storia
Cronologia
Per una cronologia storica aggiornata dello Zambia, vedi la sezione Cronologia dell'Atlante di Nigrizia.
Fin da epoche piuttosto remote migrazioni bantu mossero verso sud a ondate successive determinando complicati processi di commistione e un'inusitata diversità di tribù e di lingue (ca. 80). Le invasioni più consistenti e attendibili vennero nel sec. XVII dalle regioni meridionali del bacino del Congo, e nel sec. XVIII dall'Africa orientale. A esse seguirono, all'inizio del sec. XIX, invasioni arabe dal nord, e di ngoni dal sud. Anche i kalolo, provenienti dal Basutoland, si insediarono nel Barotseland, governato dalle genti lozi.
I primi europei a raggiungere il Paese furono, nel 1789, il portoghese Lacerda e, nel secolo successivo (1851-73) D. Livingstone. La penetrazione inglese a N ebbe inizio soprattutto per opera di C. Rhodes, che intendeva controllare – attraverso la British South Africa Company (BSAC) costituita nel 1889 e munita d'una Carta reale – i giacimenti di rame di quelle regioni. Rhodes entrò a contatto nel 1890 con i capi locali negoziando vari accordi intesi a porli sotto la protezione della Compagnia e quindi dell'Inghilterra. I trattati più importanti furono firmati con Lewanika, re dei lozi dello Zambesi superiore (1890, 1900). Nei confronti di altri popoli, come i bemba a S del Tanganica e i ngoni a E del fiume Luangwa, gli inglesi si imposero con le armi. Nel 1911 l'autorità della Compagnia era ormai riconosciuta in tutto il territorio. In seguito alle crescenti pressioni dei coloni europei, nel 1924 i poteri della BSAC furono trasferiti al Colonial Office, il quale istituì un Consiglio Legislativo, da cui erano esclusi gli africani. Lo sfruttamento intenso delle risorse minerarie (scoperte nel 1931), il rapido sviluppo industriale, il massiccio impiego di mano d'opera africana a salari di pura sussistenza portarono alla formazione di associazioni di lavoratori e politiche tra gli africani, e all'emergere di autorevoli leader nazionalisti e sindacalisti.
Dopo la seconda guerra mondiale il governo laburista inglese autorizzò la costituzione di trade unions e nel 1948 dalle associazioni suddette nasceva il Northern Rhodesia Congress, primo partito africano del territorio. Intanto i sudditi europei andavano reclamando la cessazione del governo coloniale e l'annessione alla Rhodesia Meridionale. Nel 1953 il governo inglese, guidato nuovamente dai laburisti, creò una federazione (Central African Federation) tra Rhodesia Settentrionale (Zambia), Rhodesia Meridionale (Zimbabwe) e col Nyasaland (Malawi). Intorno al 1958 si formò un movimento africano radicale, guidato da K. Kaunda, che diede vita all'United National Independence Party (UNIP). Fu in seguito all'energica azione politica dell'UNIP che il governo inglese adottò nel 1962 le prime riforme costituzionali per l'avvio del territorio all'indipendenza, che venne proclamata il 24 ottobre 1964. Kaunda divenne il capo del nuovo Stato, che prese il nome di Zambia.
A partire dal 1972, l'UNIP divenne l'unico partito legalmente riconosciuto nel Paese. L'anno dopo, in seguito all'entrata in vigore di una nuova Costituzione, Kaunda venne rieletto capo dello Stato (riconfermato nel 1978, nel 1983 e nel 1988). Sul piano interafricano il governo Kaunda si caratterizzò per un fermo atteggiamento anticolonialista e antirazzista. All'interno tuttavia il malcontento contro Kaunda divenne sempre più forte, con scioperi e manifestazioni di protesta contro la politica di austerità imposta dal governo per far fronte alla grave situazione economica del Paese. Indotto da questo diffuso scontento e dal mutamento del clima politico internazionale, il capo dello Stato nel 1990 adottò emendamenti costituzionali atti all'introduzione del multipartitismo (dicembre), favorendo inoltre più tardi, tramite un approfondito confronto con l'opposizione, la promulgazione di una nuova Costituzione (2 agosto 1991), con la quale si rendevano possibili le elezioni presidenziali, svoltesi nell'ottobre successivo sotto il controllo internazionale. Il risultato del voto popolare decretò la fine del potere di Kaunda e assegnò la vittoria al candidato dell'opposizione, F. Chiluba, leader del Movimento per il Multipartitismo e la Democrazia (MMD), che assunse la carica il 2 novembre 1991. Le fragili nuove strutture della Zambia vennero sottoposte negli anni successivi a tensioni politiche e tentativi eversivi: le elezioni del 1996 si svolsero nonostante il boicottaggio attuato dalle opposizioni e F. Chiluba venne riconfermato capo dello Stato.
Nel dicembre 2001, nuove elezioni per il rinnovo del Parlamento e per la designazione del presidente della Repubblica videro prevalere L. Mwanawasa (MMD), che divenne terzo presidente della Zambia, nei confronti del candidato dell'UNIP, ma anche per queste consultazioni si ripeterono le accuse di brogli e irregolarità da parte delle opposizioni a cui si aggiunse la condanna anche degli osservatori internazionali. Nonstante questo la Corte suprema convalidò i risultati delle elezioni. Mwanawasa, che nel suo primo mandato condusse il Paese attraverso un lento processo democratizzazione e di condanna del regime di Kaunda venne riconfermato nelle elezioni presidenziali del 2006 e nelle successive elezioni legislative l'MMD ottenne di nuovo la maggioranza dei seggi.
Nell'agosto del 2008 il presidente Mwanawasa morì per infarto e gli subentrò Rupiah Banda (MMD). In novembre si tenevano le elezioni presidenziali che vedevano come sfidanti lo stesso Banda e Michael Sata; il presidente in carica veniva riconfermato, creando forti proteste da parte del candidato dell'opposizione.