Aspetti economici

Le attuali strutture produttive della Zambia sono ancora in massima parte quelle create in epoca coloniale, essenzialmente cioè in funzione dello sfruttamento minerario, in particolare del rame, mentre avevano e continuano ad avere un peso limitato le altre attività economiche, come l'agricoltura di piantagione, un tempo anch'essa - così come il settore estrattivo - interamente in mano di operatori stranieri. Il governo indipendente ha tuttavia avviato importanti riforme miranti a potenziare l'agricoltura, a diversificare l'industria, a creare nuovi poli di sviluppo in aggiunta a quelli da tempo realizzati in poche aree economicamente privilegiate.

 

Interventi governativi. Già nel 1968 aveva inizio ufficialmente il processo di "zambizzazione" dell'economia con la "Dichiarazione di Mulungushi", con la quale si intendeva istituire un'economia mista, pubblica e privata. Nel 1971 il governo acquistava il 51% delle azioni delle società minerarie operanti nel Paese e due anni dopo si assicurava il pieno controllo dei due maggiori gruppi minerari del rame, che nel 1982 venivano fusi, dando vita alla Zambia Consolidated Copper Mines, oggi uno dei colossi mondiali nel settore cuprifero. In pratica l'economia del Paese - agricoltura esclusa - è gestita tramite lo ZIMCO ( Zambia Industrial and Mining Corporation), una holding alla quale fanno capo le varie società statali, come la INDECO (Industrial Development Corporation of Zambia), la MEMACO (Metal Marketing Corporation), la NIEC (National Import and Export Corporation). Più sfumata è stata invece l'azione governativa nell'ambito agricolo; da un lato non si è voluto nazionalizzare le grandi piantagioni degli Europei per garantirsi il mantenimento di una gestione moderna ed efficiente, dall'altro il governo ha dato avvio alla formazione di cooperative, al fine soprattutto di incentivare l'agricoltura di sussistenza, così da consentire al più presto l'autosufficienza nel settore alimentare. È ben da dire che gli anni Settanta non sono stati molto favorevoli per il Paese. La crisi economica mondiale, il crollo dei prezzi del rame sui mercati internazionali, l'inevitabile coinvolgimento della Zambia nelle guerre dell'Africa australe sono stati tutti elementi negativi che hanno pesantemente influito sul processo di sviluppo del Paese e hanno portato, nel 1983, alla svalutazione monetaria del 20%. La situazione economica si è fortemente degradata e ingenti sono ormai i debiti con l'estero, in specie quelli contratti con il Fondo Monetario Internazionale.

 

Agricoltura e foreste. L'agricoltura occupa ancora gran parte della popolazione attiva, benché partecipi solo per un sesto alla formazione del prodotto nazionale, il che indica immediatamente la bassa redditività del settore; le condizioni climatiche sono generalmente favorevoli, ma la superficie coltivata è ancora molto ridotta (solo il 7% del territorio nazionale). Anche nella Zambia è evidente la differenza fra agricoltura di sussistenza e agricoltura commerciale, che però nel complesso, a differenza che in altri Stati africani, non è molto sviluppata. Predominano infatti le attività agricole tradizionali, praticate con metodi scarsamente produttivi e incentrate sui cereali, in particolare sul mais, quindi sul miglio e sul sorgo; una certa diffusione hanno altresì la manioca e alcuni prodotti orticoli (pomodori, cipolle). L'agricoltura commerciale fornisce soprattutto cotone, tabacco, arachidi, girasole e canna da zucchero; quest'ultima, introdotta di recente, ha registrato un buon sviluppo grazie alla realizzazione di nuove opere irrigue. Le foreste coprono il 42% della superficie territoriale; è in atto un vasto piano governativo di rimboschimento, soprattutto per le essenze di maggior valore commerciale. Lo sfruttamento è particolarmente intenso nell'area del Copper Belt, dove il legname è largamente utilizzato dalla locale industria mineraria, e nella regione meridionale, in cui si hanno belle foreste ricche di pregiato teak rhodesiano.

 

Allevamento e pesca. Nonostante le vaste estensioni a prato e a pascolo permanente (40%), l'allevamento è piuttosto limitato; presenta tuttavia un certo sviluppo il patrimonio bovino, e così pure quello dei volatili da cortile, mentre esiguo è il numero di caprini e suini. Dà un discreto contributo all'alimentazione la pesca, che è un'attività largamente praticata; molto pescosi sono sia i fiumi Kafue e Luapula sia i laghi Mweru, Kariba, Tanganica e Bangweulu.

 

Risorse minerarie. Il panorama minerario della Zambia è ampio, ma è il rame che lo domina; il Paese si colloca al primo posto su scala africana. Lo sfruttamento del Copper Belt (con principali giacimenti a Luanshya, Mufulira, Chambishi ecc.), che geograficamente rappresenta la prosecuzione dei giacimenti zairesi dello Shaba (Katanga), fornisce il 70% del valore delle esportazioni del Paese. Oltre al rame si estraggono zinco, manganese, stagno, piombo e, tra i minerali energetici, carbone in modesti quantitativi (dal bacino di Maamba, nella valle dello Zambesi), mentre oro, argento, selenio e soprattutto cobalto provengono dalla raffinazione del rame quali sottoprodotti. Le principali zone minerarie si avvalgono di importanti centrali elettriche; considerevole è infatti la produzione d'energia, per lo più di origine idrica, con grandi impianti a Mulungushi, alle Cascate Vittoria, sul fiume Lunsemfwa; nella Zambia viene altresì convogliata buona parte dell'energia prodotta dal grandioso complesso di Kariba, ubicato nello Zimbabwe.

 

Industria. Le attività industriali di maggior rilievo continuano a essere quelle metallurgiche con numerosi impianti (a Ndola, Nkana) per la concentrazione e la raffinazione elettrolitica del rame, nonché con vari stabilimenti, localizzati in genere a Kabwe, che trattano i minerali di zinco, piombo, cadmio; ma ormai il panorama industriale è abbastanza diversificato. A Ndola, oltre ai complessi metallurgici, opera un'importante raffineria di petrolio, che lavora il greggio proveniente per oleodotto dal lontano porto tanzaniano di Dar es Salaam; si hanno inoltre cementifici, fabbriche di pneumatici, complessi meccanici (tra cui una fabbrica di trattori a Lusaka, un'altra per l'assemblaggio di autocarri e automobili, e due per la produzione di motociclette e di biciclette) e chimici (acido solforico, fertilizzanti chimici). Numerosi sono gli stabilimenti adibiti alla trasformazione dei prodotti agricoli: zuccherifici, oleifici, birrifici, manifatture di tabacchi, cartiere, complessi molitori, stabilimenti tessili.

 

Comunicazioni. La rete delle comunicazioni zambiane venne creata in epoca coloniale principalmente in funzione degli interessi minerari. Il sistema ferroviario, in particolare, era il diretto proseguimento della rete dell'allora Rhodesia, che a sua volta aveva gli sbocchi portuali nel Mozambico, sino al 1975 possedimento portoghese; la Zambia era inoltre collegata con le ferrovie della Repubblica democratica del Congo e dell'Angola (essa pure possedimento portoghese sino al 1975), grazie alle quali il Copper Belt era unito direttamente al porto angolano di Lobito. Per eliminare le ingerenze (divenute vere e proprie imposizioni economiche) di tali Paesi, tutti inseriti, eccetto la Repubblica democratica del Congo, nella cosiddetta Africa bianca australe, la Zambia cercò di studiare un sistema di trasporti autonomo; in tale contesto si colloca la realizzazione dell'importante ferrovia Tan-Zam o Tazara (Tanzania-Zambia Railway), che inizia a Kapiri Mposhi, poco a nord di Lusaka, e giunge sino al porto tanzaniano di Dar es Salaam, dopo un percorso di ben 1.859 km. Costruita con l'aiuto tecnico e finanziario cinese, la Tan-Zam richiese cinque anni di lavori e fu aperta al traffico nel 1975; il tratto in territorio zambiano è di 892 km (la complessiva lunghezza della rete ferroviaria della Zambia è di 2.164 km). La rete stradale, abbastanza sviluppata (circa 39.000 km), si appoggia principalmente su quella ferroviaria. L'arteria di maggior traffico è la "Grande Via del Nord" che attraversa da sud a nord il Paese, da Beitbridge, al confine con lo Zimbabwe, sino a Tunduma, alla frontiera con la Tanzania, passando per Lusaka; da essa si diramano la strada che da Kapiri Mposhi raccorda i centri minerari del Copper Belt, quella che da Lusaka porta a Chipata, al confine con il Malawi, e quella che da Kafue raggiunge Livingstone, nuovamente al confine con lo Zimbabwe. Le comunicazioni aeree si incentrano sull'aeroporto internazionale di Lusaka; compagnia di bandiera è la Zambia Airways Corporation.

 

Commercio. Abbastanza vivace è il commercio interno, discretamente intenso è quello internazionale. La bilancia commerciale è in genere attiva grazie alle forti richieste di rame sui mercati esteri; la Zambia esporta inoltre, ma in misura molto più contenuta, cobalto, zinco, piombo e, fra i prodotti agricoli, soprattutto tabacco. Le importazioni sono invece per la maggior parte rappresentate da combustibili, macchinari e mezzi di trasporto, prodotti chimici e alimentari. L'interscambio si svolge eminentemente con la Gran Bretagna, il Giappone, lo Zimbabwe, gli Stati Uniti, la Germania e, per quanto riguarda le importazioni, soprattutto con la Repubblica Sudafricana.