Storia

Cronologia 

Per una cronologia storica aggiornata dell'Uganda, vedi la sezione Cronologia dell'Atlante di Nigrizia.

Preistoria.
Industrie post-acheuleane di tipo sangoano, datate all'incirca tra 100.000 e 80.000 anni da oggi, sono state raccolte nella valle del fiume Kagera e a Sango Bay, sulla riva orientale del Lago Vittoria. Al Lupembiano, facies datata a ca. 40.000/38.000 anni, sono riferiti materiali provenienti dai terrazzi del fiume Kagera in prossimità di Nsongezi. Industrie con presenza di microliti datate a ca. 16.000 anni da oggi sono state segnalate a Buvuma Island (Lago Vittoria). Nella stessa vallata è documentata una facies microlitica con geometrici, accostata al Wiltoniano ma di difficile attribuzione cronologica.
Storia.
Migrazioni di popolazioni bantu, nilotiche e camitiche iniziarono verso il sec. IV e si succedettero per circa un millennio. Grandi mura di argilla testimoniano la presenza fin dal X secolo d.C di civiltà urbanizzate nel territorio dell'attuale Uganda. A N e a E del Nilo si formarono modeste comunità e più tardi regni fortemente centralizzati (Buganda, Ankole, Bunyoro-Kitara e Toro) nelle regioni meridionali e occidentali. I regni di Bunyoro-Kitara e di Buganda furono il risultato di invasioni Luo (fine sec. XV-inizio XVI). La penetrazione europea ebbe inizio tra il 1860 e il 1870 con le esplorazioni di Speke, Grant e Baker. Dopo alcuni approcci del governatore del Sudan, generale Gordon, nel 1874 per stabilire rapporti col re del Buganda, Mutesa I, Stanley allacciò relazioni stabili, seguito dai primi missionari protestanti e cattolici, che furono però perseguitati dal re Mwanga I, costretto comunque nel 1890 a dover riconoscere i diritti inglesi. Poco dopo, un accordo anglo-tedesco delimitò le zone di influenza delle due potenze europee nell'Africa orientale.

Nel 1894 il governo di Londra istituì il protettorato sul Buganda, esteso poi agli altri regni (Toro, Ankole, Bunyoro) e al resto del Paese (1900-03) che, nel suo assieme, prese il nome di Uganda. Al re vennero riservate funzioni formali. La costruzione nel 1901 della ferrovia Mombasa-Lago Vittoria aprì il Paese ai contatti col mondo esterno. La provincia occidentale divenne nel 1902 parte del Kenya.

Per tutta la prima metà del Novecento il Paese fu governato dalla Gran Bretagna attraverso forme di potere locale: nel 1921 venne istituito il primo Consiglio esecutivo e legislativo, via via aperto a un numero sempre maggiore di membri nativi. L'Uganda divenne indipendente nell'ambito del Commonwealth il 9 ottobre 1962. Il primo capo del governo ugandese fu Apollo Milton Obote dell'Uganda People's Congress (UPC). Nel 1963 fu proclamata la Repubblica, con l'ex re Mutesa II come presidente. A causa dei continui attriti personali, nel 1966 Obote depose il kabaka (l'ex re) e si fece proclamare presidente. Nel 1969 diede un ulteriore giro di vite, sopprimendo tutti i partiti d'opposizione. Nel 1971, divenuto ormai impopolare, il presidente fu deposto dal generale Amin Dada. Egli in poco tempo istituì un regime dittatoriale, feroce e sanguinario. Nel 1972 Amin Dada espulse la fiorente comunità asiatica dall'Uganda e ne confiscò le proprietà, questo, soprattutto dal punto di vista economico fu un grave errore. Nel 1978 annetté al Paese la parte settentrionale della Tanzania, coalizzando contro di sé tutti gli Stati dell'East Africa, finché nell'aprile dell'anno seguente le truppe tanzaniane entrarono a Kampala e lo costrinsero alla fuga e all'esilio. Divenne presidente prima Yusuf Lule, poi, dopo pochi mesi, Godfrey Lukongwa Binaisa che a sua volta, accusato di gravi irregolarità venne deposto dall'esercito (1980). Nel dicembre dello stesso anno si svolsero le elezioni generali e Obote, rientrato dal suo lungo esilio fu rieletto presidente: egli si trovò a governare un Paese allo stremo e caratterizzato da una devastante guerra civile caratterizzata dalla forte resistenza del Movimento di Resistenza Nazionale (MRN).

Il 27 luglio 1985 un colpo di Stato militare destituì Obote, sciolse il Parlamento e sospese la Costituzione. La presidenza della Repubblica fu assunta per un breve periodo dal comandante dell'esercito, il generale Tito Okello. Caduta la capitale nelle mani del MRN, il suo capo, Yoweri Museveni, divenne presidente dell'Uganda (gennaio 1986, rieletto nel 1996, 2001, 2006). La struttura istituzionale dello Stato venne sottoposta a modifiche; Museveni si impegnò nell'istituzione di una “democrazia senza partiti”, che prevedeva come asse centrale il suo MRN, che non costituiva un vero e proprio partito, ma ammetteva forme di decentramento a livello locale. Alternando fermezza e intransigenza nella repressione dei contrasti tribali che ancora nel 1988 interessavano le regioni settentrionali e orientali, Museveni durante l'anno seguente ottenne qualche successo nell'avvio della riconciliazione nazionale, insufficiente però a produrre la pacificazione del Paese. Nell'ottobre del 1989, in prossimità delle elezioni governative del 1990, il Consiglio di Resistenza Nazionale prorogò di cinque anni il mandato del governo, prossimo a scadere. Museveni, intanto, disposto ad ammettere forme di autonomia locale e, quindi, a riconoscere l'esistenza di quattro regni tribali tradizionali, nel luglio del 1993, consentì l'incoronazione di Ronald Mutebi, figlio di Mutesa II, che divenne 36º kabaka del Buganda, un ruolo destinato però a rimanere essenzialmente simbolico.

Nel 1994 venne eletta un'Assemblea costituente, che l'anno seguente promulgò una nuova Costituzione, e che, invece di prendere una decisione, rinviò il ripristino del multipartitismo nel Paese. Nel frattempo, malgrado l'accresciuto impegno dell'esercito governativo, permanevano focolai di guerriglia, appoggiati dal regime sudanese. La situazione precipitò quando sul finire del 1998 le truppe ugandesi entrarono nel territorio della Rep. Dem. del Congo e appoggiarono i ribelli. Intanto (2001) Museveni, nonostante le denunce dell'opposizione di atti di intimidazione da parte del partito governativo, veniva riconfermato alla guida dell'Uganda.

Nel marzo del 2002, Uganda e Sudan firmarono un accordo per combattere il gruppo di fanatici ribelli nato nel 1987 (Lord Resistance Army, LRA) che si era arroccato sul confine fra i due Paesi; nonostante ciò quella zona di confine continuava a essere interessata da violenti combattimenti. Sul fronte della Repubblica Democratica del Congo nell'aprile del 2003 il governo ugandese imponeva all'esercito di ritirarsi e avviava una politica di riconciliazione con quel Paese.

Nell'aprile 2004 il governo firmava un accordo con l'Egitto sull'utilizzo delle acque del Nilo. Il 2005 vedeva nascere, con un referendum, il multipartitismo e nel 2006 si svolgevano le prime elezioni multipartitiche dal 1986 che, in un clima di presunti brogli, vedevano Museveni riconfermato alla guida del Paese. Nel 2008, dopo il rifiuto di Joseph Kony, leader dell'LRA, di firmare l'accordo di pace con il governo ugandese, gli eserciti di Uganda, Repubblica Dem del Congo e Sudan lanciavano un'offensiva per colpire le basi dei ribelli.

Nel luglio 2010 un gruppo di islamisti somali (gli Shebab) colpiva la capitale con due attentati, come ritorsione all'invio di truppe sotto la guida dell'Unione Africana in Somalia (dal 2007). Le bombe provocavano la morte di decine di civili, riuniti in locali pubblici durante la finale dei Mondiali di Calcio.