Economia

Al momento dell'indipendenza (1960) la Somalia, poverissima di risorse naturali e abitata quasi interamente da nomadi dediti soprattutto all'allevamento, presentava le tipiche caratteristiche di un Paese che era stato sino ad allora soggetto al dominio coloniale.

Economia coloniale. Erano state realizzate alcune infrastrutture di base (lavori di canalizzazione e altre opere irrigue, apertura di strade, migliorie al porto di Mogadiscio ecc.) ed erano stati istituiti taluni, sia pur modesti, "poli di sviluppo" con la creazione di comprensori agricoli sperimentali, in particolare quello di Villabruzzi (oggi Giohar). Tuttavia tali iniziative avevano interessato unicamente limitate aree geografiche lungo il Giuba e l'Uebi Scebeli, mentre il processo di sedentarizzazione e di miglioramento economico, da esse innescato, aveva riguardato un numero davvero esiguo di Somali.

Programmi statali. I primi radicali programmi governativi di "rifondazione" delle strutture economico-sociali del Paese risalgono solo al 1970, dopo che nell'ottobre dell'anno precedente la Somalia si era istituita in Repubblica socialista. Sfortunatamente per questo già poverissimo Paese, la terribile siccità degli anni 1973-1975, che investì gran parte dell'Africa, distrusse varie colture e soprattutto decimò il bestiame, unica ricchezza dei Somali. Dopo di allora, pur avendo sempre di mira il massimo contenimento dell'assistenza esterna, il governo ha diversificato i propri programmi d'investimento che, accanto al sempre prevalente sostegno all'agricoltura e alla zootecnia, contemplano le prospezioni minerarie, la creazione di una struttura industriale di base controllata dallo Stato, il potenziamento dei servizi portuali e aeroportuali ecc. Si potevano già constatare i primi risultati positivi del "nuovo corso" dell'economia somala, quando sul Paese si sono riversate le gravissime ripercussioni del fallito tentativo di conquistare (1977-1979) la Regione etiopica dell'Ogadèn, abitata essenzialmente da Somali. Tale durissimo conflitto, in cui l'Etiopia fu largamente aiutata dall'URSS, oltre ad aver avuto importanti implicazioni politiche (con il passaggio della Somalia dal l'orbita di influenza e di appoggio sovietica a quella degli Stati Uniti e in genere dei Paesi occidentali), ha determinato l'afflusso dall'Ogadèn in Somalia di un numero variamente stimato, ma per certo altissimo, di profughi somali.

Agricoltura. Oltre i 2/3 della popolazione attiva sono dediti all'allevamento e a un'agricoltura in gran parte di sussistenza. L'arativo e le colture arborescenti coprono meno del 2% del territorio nazionale; nell'ambito della modestissima superficie agraria si ha una distinzione piuttosto netta fra aree occupate da colture alimentari di immediato consumo, per lo più locale, e aree destinate all'agricoltura commerciale. Il governo ha dedicato particolare attenzione al potenziamento del settore agricolo nel suo complesso, incoraggiando tra l'altro le forme di conduzione collettivistiche, ma il Paese è ben lungi dall'aver conseguito l'autosufficienza alimentare. Le tradizionali colture sono rappresentate dal sorgo e dal mais, dalla manioca, da taluni prodotti ortofrutticoli (fagioli, ananas ecc.), da datteri e da alcune oleaginose (arachidi, sesamo). L'agricoltura commerciale è ancora limitata a poche aree lungo il Giuba e l'Uebi Scebeli (aree che possono disporre di un'irrigazione permanente) ed è gestita dallo Stato in vaste piantagioni che producono banane, canna da zucchero e, in minor misura, cotone. Le foreste rivestono un quarto della superficie territoriale, ma per lo più sono rappresentate da boscaglie povere di essenze utili e danno modesti quantitativi di legname; forniscono anche gomma arabica e due prodotti tipicamente somali, l'incenso e la mirra.

Allevamento e pesca. Il governo ha destinato in passato cospicui investimenti al settore zootecnico; tale settore, che può contare su vasti spazi (oltre il 67% del territorio) a prato e a pascolo permanente, è tuttora l'unica fonte di sussistenza della stragrande maggioranza della popolazione, costretta però, per la scarsità d'acqua, a un'estenuante transumanza. Il patrimonio zootecnico è composto in prevalenza da caprini, ovini e cammelli, ma comprende anche un discreto numero di bovini, diffusi nelle zone meno aride, prossime ai fiumi. Il governo ha posto altresì attenzione al miglioramento del settore ittico.

Risorse minerarie e industrie. Prospezioni geologiche, condotte a partire dagli anni Settanta, hanno già rivelato la presenza di alcuni giacimenti di manganese, uranio, rame, zinco, stagno ecc., mentre per il petrolio, le ricerche iniziate nel 1975 hanno sinora dato risultati negativi. Comunque al momento il Paese può contare solo sulle saline di Gesira, presso Mogadiscio. L'attività industriale principale è quella saccarifera, operante soprattutto a Giohar; è seguita per importanza da quelle della lavorazione delle pelli e del cuoio (concerie, calzaturifici) e della conservazione delle carni; si hanno inoltre oleifici, saponifici, aziende lattiero-casearie, conservifici del pesce, piccoli stabilimenti siderurgici e meccanici, nonché una raffineria di petrolio costruita a Mogadiscio nel 1979.

Comunicazioni. Le vie di comunicazione sono gravemente deficitarie: non esistono ferrovie e le strade, per quanto inadeguate (spesso si tratta delle antiche carovaniere parzialmente riadattate), sopportano tutto il traffico che fa tuttora ampio ricorso per i trasporti agli animali da soma. È in atto però un vasto programma di potenziamento della rete stradale che, grazie a vari finanziamenti internazionali, dovrebbe in breve raccordare tutti i principali centri del Paese. Fondamentale via di comunicazione è la superstrada Belet Uen-Burao, che è stata costruita con l'aiuto cinese e aperta al traffico nel 1978; il collegamento Burao-Berbera, terminato nel 1981, è stato invece finanziato dagli Emirati Arabi Uniti. Anche le attrezzature dei principali porti (Mogadiscio, Chisimaio e Berbera) sono state potenziate con aiuti stranieri; in particolare nel 1977 è stato completato l'ampliamento del porto di Mogadiscio grazie ai finanziamenti dell'IDA (Associazione per lo Sviluppo Internazionale) e della CEE. Sono state incrementate anche le comunicazioni aeree (compagnia di bandiera è la Somali Airlines ); oltre che sugli aeroporti internazionali di Mogadiscio e di Berbera, la Somalia può contare sugli aeroporti di Hargeisa, di Baidoa e su altri di minor traffico.

Commercio. I commerci interni hanno scarso rilievo, data la prevalente struttura produttiva di autosussistenza; contenuti sono anche quelli internazionali in quanto i programmi governati vi mirano al conseguimento dell'autosufficienza economica. Le esportazioni somale sono rappresentate per l'assoluta maggioranza da bestiame vivo, seguito a grande distanza da banane, cuoio e pelli, mirra, pesce; il Paese importa prevalentemente petrolio, macchinari e mezzi di trasporto, generi alimentari. Gli scambi si svolgono soprattutto con l'Arabia Saudita e lo Yemen per quanto riguarda le esportazioni, con il Kenya, Gibuti e l'Italia per le importazioni.