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Storia
Cronologia
Per una cronologia storica aggiornata del Ruanda, vedi la sezione Cronologia dell'Atlante di Nigrizia.
Dalle origini alla dominazione coloniale.
Sull'originaria popolazione, costituita da twa o batwa (neri pigmoidi, raccoglitori e cacciatori), si imposero nel corso del primo millennio d.C. gruppi di bantu agricoltori, che assunsero poi il nome di hutu o bahutu. Sugli uni e sugli altri si impose nei sec. XIII-XIV un gruppo di camiti provenienti dall'Etiopia, che assunsero il nome di tutsi (batutsi, watutsi). Divenuti una casta aristocratica e dominante, i tutsi crearono vari staterelli, tra cui quello di Bugesera, da cui derivò poi quello del Ruanda centrale. Sul trono di quest'ultimo salì il clan dei nyighinya dalle origini mitiche (i progenitori sarebbero caduti dal cielo in una località oggi situata nel Parco Nazionale Kagera). Primo re del Ruanda sicuramente esistito è Ruganza Bwimba (1458-82), sotto cui il regno del Ruanda cominciò a emergere. I suoi successori sino al 1959 sarebbero stati ventuno (secondo alcuni sarebbero appartenuti non a una ma a tre dinastie). L'espansione del Ruanda centrale verso est e ovest, attuata dai re Mukobonya (1506-28) e Mutabaazi (1528-52), subì un arresto a causa di invasioni da parte dei confinanti regni di Nyoro e Rundi. Le conquiste ripresero con Rujugira (1744-68), che respinse nuovi attacchi esterni e fissò le frontiere meridionali (cioè quelle col Burundi) sul fiume Akanyaru. La politica espansionistica fu continuata dai successori sino a re Rwaabugiri (1860-95), alla cui corte giunse il primo europeo, il conte von Goetzen, che divenne poi governatore dell'Africa Orientale Tedesca. A differenza di quelli del Burundi, i tutsi del Ruanda, concentratisi in prevalenza nelle zone centrali e orientali e rimasti in minoranza in quelle settentrionali e occidentali dove erano circondati da hutu, vissero in buoni rapporti con questi ultimi, consentendo matrimoni misti e assumendo come loro lingua quella dei dominati. Divenuto parte della colonia dell'Africa Orientale Tedesca, il Ruanda, dopo la prima guerra mondiale, fu affidato dalla Società delle Nazioni al Belgio come mandato di tipo “B” e quindi, dopo la II guerra mondiale, dalle Nazioni Unite sempre al Belgio come territorio in amministrazione fiduciaria (1946). Gli eventi del Congo nel 1959-60 ebbero le loro ripercussioni in Ruanda, dove gli hutu si rivoltarono contro la casta dominante dei tutsi. Re Kigeri V, appena eletto (1959), fu costretto a espatriare mentre migliaia di tutsi fuggirono nel vicino regno del Burundi.
I problemi dell'indipendenza.
A seguito di un accordo tra le Nazioni Unite e il Belgio, il Ruanda divenne il 1º luglio 1962 uno Stato sovrano e indipendente e si proclamò Repubblica sotto la presidenza di Grégoire Kayibanda. Nel dicembre 1963 i tutsi rifugiatisi nel Burundi invasero il Ruanda, ma, malgrado le stragi compiute, non riuscirono a riprendere il potere. Ne seguì una forte tensione tra i due Paesi, che si allentò solo nel 1966 quando anche il Burundi divenne una Repubblica. Tra la fine del 1972 e l'inizio del 1973 si riacutizzarono le tensioni tra hutu e tutsi e nel luglio 1973 un colpo di Stato guidato dal generale hutu Juvénal Habyarimana rovesciò il governo di Kayibanda. Habyarimana assunse la direzione del Paese fondando nel 1975 il Movimento Rivoluzionario Nazionale per lo Sviluppo (Mouvement Révolutionnaire National pour le Développement, MRND), partito unico comprendente rappresentanti civili e militari. Nel 1978 fu approvata con referendum la nuova Costituzione e nel dicembre dello stesso anno Habyarimana venne riconfermato alla presidenza della Repubblica. I membri dell'Assemblea Legislativa furono regolarmente eletti nel dicembre 1981; nel 1983 e nel 1988 Habyarimana fu nuovamente confermato presidente. Nel giugno 1991, grazie alle modifiche apportate alla Costituzione che aprivano al multipartitismo e introducevano la figura del primo ministro, Habyarimana nominò alla guida del governo Sylvestre Nsanzimana del Movimento Repubblicano Nazionale per la Democrazia e lo Sviluppo (Mouvement Républicain National pour la Démocratie et le Développement, MRNDD). Successivamente, l'MRNDD e i partiti di opposizione concordarono la creazione di un governo di unità nazionale la cui guida veniva affidata a Dismas Nsengiyaremye, esponente del Movimento Democratico Repubblicano (Mouvement Démocratique Républicain, MDR), uno dei principali partiti di opposizione. Questi riuscì a siglare un accordo con il Fronte Patriottico Ruandese (FPR), ma l'ostilità del MRNDD provocò la ripresa degli scontri. Nell'aprile del 1994 il contrasto subì un'accelerazione in seguito alla morte di Habyarimana avvenuta a Kigali per l'abbattimento dell'aereo sul quale questi viaggiava insieme al presidente del Burundi C. Ntaryamira: il Paese precipitò in una guerra sanguinosa guerra civile tra hutu e tutsi. La rabbiosa reazione della guardia presidenziale si sfogò nel massacro dei tutsi, ma anche verso gli hutu oppositori di Habyarimana (aprile 1994). La controffensiva del FPR (a maggioranza tutsi) non fu meno violenta, determinando un esodo di massa degli hutu, responsabili del precedente massacro di tutsi. Mentre la Francia, autorizzata dall'ONU, inviava truppe per proteggere i civili e garantire la distribuzione degli aiuti umanitari, il FPR tentò di dimostrare all'opinione pubblica internazionale la presunta normalizzazione nominando presidente del Ruanda Pasteur Bizimungu e primo ministro Faustin Twagiramungu, ambedue hutu (luglio 1994). Il nuovo governo, sostenuto dai tutsi, pur affermando l'obiettivo della riconciliazione nazionale, effettuò ripetute azioni di pulizia etnica, causando massicci esodi di profughi hutu verso la Repubblica Democratica del Congo, la Tanzania e il Burundi. Nell'aprile del 1995, il conflitto si allargò, coinvolgendo anche la Repubblica Democratica del Congo e provocando un massiccio controesodo con migliaia di morti e di dispersi. La ferocia che aveva contraddistinto per anni la vita del Paese non era facilmente eliminabile e la volontà di rivincita o di ritorsione rappresentava un potente ostacolo a una reale pacificazione. Anche lo sforzo internazionale, teso a individuare i responsabili dei massacri, sembrava vanificato dalla penuria di giudici ruandesi, uccisi durante il conflitto civile, con il risultato che ancora nel 1997 i pochi processi avviati erano costretti a subire lunghi rinvii. Nell'aprile del 2000, dopo le dimissioni di Bizimungu, venne eletto presidente della Repubblica P. Kagame, uomo forte del FPR, che nominò primo ministro Bernard Makuza. Nel luglio 2002 Kagame firmò, con il presidente della Repubblica Democratica del Congo J. Kabila, un importante armistizio che mise fine al conflitto fra i due Paesi. Nell'agosto 2003 Kagame fu riconfermato presidente a seguito di elezioni contestate dagli osservatori internazionali per il clima intimidatorio che aveva accompagnato la campagna elettorale. Nell'aprile del 2004 il Ruanda violò il trattato di pace firmato nel 2002 inviando truppe nella Repubblica Democratica del Congo: la zona di confine fra i due Paesi rimaneva però instabile ed era tatro di scontri. Nell'ambito di un piano di riconciliazione nazionale promosso dal governo, nel 2007 è stato proclamato un indulto per gran parte dei responsabili delle stragi del 1994. Nel 2008 si sono svolte le elezioni per il rinnovo del parlamento, vinte dal FPR, mentre nell'agosto del 2010 Kagame veniva riconfermato alla presidenza con oltre il 90% dei consensi.






