www.unimondo.org/Paesi/Africa/Africa-orientale/Ruanda/Ambiente-umano
Ambiente umano
Popolamento e gruppi etnici. La salubrità del clima, oltre a favorire direttamente l'insediamento umano, ha costituito anche, in certa misura, una difesa contro molte malattie epidemiche tipiche dell'Africa equatoriale, fatto che spiega l'elevata densità demografica del Paese, tra le massime del continente. Le condizioni climatiche e ambientali hanno inoltre svolto un ruolo di primaria importanza nel determinare le vicende storiche del popolamento del Ruanda. Abitato originariamente da genti pigmoidi, i Twa (Tatwa, Batua), nomadi cacciatori e raccoglitori delle foreste, oggi ridotti allo 0,4% della popolazione e in via di progressiva assimilazione e sedentarizzazione (gruppi nomadi vivono ancora nelle foreste dei Virunga), il Paese fu successivamente testimone di una massiccia immigrazione di agricoltori bantu, gli Hutu (BaHutu), che oggi costituiscono l'80% degli abitanti. Il clima assai adatto anche alla pastorizia attrasse però più tardi i Tutsi (WaTutsi), un popolo niloto-camitico, originario dell'Etiopia e giunto nel Ruanda, attraverso l'Uganda, si ritiene verso il XIII secolo, con le loro mandrie di bovini dalle lunghe corna. I Tutsi (19%), alti di statura, ottimi guerrieri armati di lunghe lance, apparvero come esseri superiori agli Hutu, che si lasciarono soggiogare e diventarono loro schiavi, ultimi in una complessa scala gerarchica di tipo feudale, al cui vertice era il mwami (re). Questa situazione perdurò sostanzialmente sino all'indipendenza, quando gli Hutu, imposta la loro maggioranza numerica nel referendum che abolì la monarchia, ne approfittarono per sfogare il loro secolare risentimento, uccidendo forse 20.000 Tutsi e costringendone altri all'esodo in Uganda.
Il regime militare che guidò poi il Paese dal 1973 al 1990 fece capo al partito unico denominato Movimento Rivoluzionario Nazionale, in mano hutu. Nel 1990 esuli tutsi provenienti dall'Uganda invasero il Ruanda provocando una guerra civile che è degenerata nel 1994 in un reciproco massacro tra le due etnie. Parte della popolazione ha abbandonato il Paese cercando rifugio nelle nazioni limitrofe e stanziandosi in immensi campi profughi.
Insediamenti. La popolazione, fino alla guerra civile, si raccoglieva soprattutto nelle alte terre a ridosso della catena montuosa occidentale. L'unico centro che ha l'aspetto di una cittadina è Kigali , la capitale, cresciuta soprattutto dopo l'indipendenza; è sede delle principali attività commerciali del Paese, dotata altresì di un aeroporto internazionale. Per il resto si hanno solo grossi villaggi con funzioni commerciali o amministrative. Alcuni di essi si sono sviluppati intorno alle residenze del mwami come Nyanza, a sud-ovest della capitale, sulla strada che porta al Burundi; sulla medesima arteria è anche Butare (già Astrida) il centro principale all'epoca dell'amministrazione belga.