Storia

Cronologia 

Per una cronologia storica aggiornata di Mauritius, vedi la sezione Cronologia dell'Atlante di Nigrizia.

Al pari delle Comore e di Riunione, Maurizio era da tempo frequentata dagli Arabi, allorché i Portoghesi la scoprirono nel 1505, facendovi poi frequentemente scalo (essi le diedero il nome di Cerné o Cirné). Gli Olandesi vi giunsero nel 1598 e la ribattezzarono Mauritius in onore del principe Maurizio di Nassau, ma solo nel 1638 la Compagnia olandese delle Indie Orientali ne prese possesso, rimanendovi poi sino al 1710, salvo un breve periodo di abbandono tra il 1658 e il 1664.
Nel 1715 l'isola fu occupata dai Francesi, che la chiamarono Île de France e l'amministrarono a mezzo della Compagnia Francese delle Indie fino al 1767, quando passò, insieme all'isola Rodrigues, sotto l'amministrazione diretta della Francia. Nel corso della guerra contro gli Inglesi, Napoleone pensò di utilizzare Maurizio come base di attacco navale contro le Indie, ma fu prevenuto dalla Gran Bretagna stessa, che occupò Maurizio e Rodrigues (1809-1810), prendendone definitivamente possesso all'atto della pace di Parigi (1814) e facendone un'unica colonia, cui unì anche le Seicelle sino al 1903.
Dopo la seconda guerra mondiale, con il suo tipico gradualismo, la Gran Bretagna concesse alla colonia successive costituzioni, una sempre più liberale della precedente, sino ad accordare la completa autonomia interna nel 1967. A seguito della richiesta avanzata dall'Assemblea legislativa eletta nello stesso anno e di trattative condotte a Londra con il premier S. Ramgoolam, il governo britannico concesse il 12 marzo 1968 l'indipendenza e la piena sovranità a Maurizio, che diveniva il ventisettesimo Stato membro del Commonwealth.
La vita politica del Paese è stata tradizionalmente condizionata dalla composita struttura etnica della sua popolazione. Alla maggioranza, composta da Indiani, si contrappongono infatti il gruppo franco-mauriziano, eredità del dominio coloniale francese, e quello creolo (formato da meticci cattolici di lingua francese, discendenti di schiavi). La dinamica politica è quindi in gran parte espressione dei contrasti e delle alleanze fra i diversi gruppi etnici e i partiti politici da essi espressi. L'isola divenne una Repubblica nel 1992, dopo l'approvazione di un emendamento costituzionale; questa scelta fu il frutto di una momentanea alleanza fra il Movimento socialista mauriziano (espressione prevalentemente della popolazione indiana) e il Movimento militante mauriziano (nazionalista franco-mauritano e creolo).
Raggiunto però l'obiettivo comune, i contrasti fra i due partiti riesplosero e l'alleanza si ruppe (già all'inizio degli anni Ottanta la proposta di P. Bérenger, leader del Movimento militante mauriziano, di adottare il creolo come lingua nazionale, nonostante la preponderanza della popolazione di ascendenza indiana, aveva provocato aspri contrasti politici).
Il nuovo esecutivo, espressione dei laburisti di N. Ramgoolam, continuò la politica economica intrapresa fin dagli anni Ottanta con il sostegno del Fondo Monetario Internazionale, caratterizzata dallo sforzo di diversificare la produzione agricola e di incrementare quella manifatturiera, promuovendo gli investimenti stranieri e le attività del porto franco. Nonostante i successi ottenuti da tale politica, la diseguale distribuzione della ricchezza e il consistente aumento dell'inflazione e della disoccupazione provocavano forti tensioni sociali e nel 1999 esplodeva la protesta della popolazione creola, rimasta ai margini dello sviluppo. Nel 2000 i due maggiori partiti stipulavano un accordo che prevedeva l'alternanza dei due leader al potere, in vista delle elezioni legislative del 2005. Nel 2000 ha assunto la carica di premier Sir Anerood Jugnauth, che nel 2003 veniva sostituito da Paul Bérenger, mentre Jugnauth veniva nominato presidente della Repubblica. Nel luglio 2005 si svolgevano le elezioni legislative vinte dall'opposizione di Rangoolam, che veniva nominato premier.