Economia

Isolamento geografico, insufficienza delle comunicazioni interne e delle infrastrutture in genere, netta dipendenza dai mercati mondiali sono alcuni degli elementi che concorrono a determinare l'arretratezza dell'economia malgascia, tuttora basata su un'agricoltura praticata con metodi antiquati, scarsamente produttivi e in larga misura subordinata alle condizioni meteorologiche.

Profilo generale. Gravano ancora sul Paese le conseguenze di una dominazione coloniale che operò solo al fine di ottenere uno sfruttamento immediato delle risorse locali (legname, colture di piantagione), senza programmare alcun piano di sviluppo dell'isola e men che meno provvedere alla formazione di un adeguato numero di imprenditori e tecnici in grado di gestire un'autentica politica di rinnovamento. Così, nonostante la svolta istituzionale del 1975 e la nascita di una Repubblica democratica, che si ispirava a un modello di socialismo strettamente legato ai caratteri nazionali del Paese, mancano tuttora le basi per un reale inserimento del Madagascar fra i Paesi a moderna economia. I maggiori sforzi del governo attuale sono rivolti al potenziamento dell'agricoltura, settore che rimane nettamente prioritario e che si cerca anzi di incentivare attraverso l'istituzione di cooperative di produzione. Assai debole è per contro tuttora l'attività industriale, comunque in genere essa pure connessa all'agricoltura. Situazione economica quindi precaria, con alto indebitamento con l'estero e difficoltosa attuazione della riforma agraria.

Agricoltura. Altissima è la percentuale della popolazione attiva che grava sulle campagne, anche se viene coltivato poco più del 5% della superficie territoriale: rende ancora più drammatica la situazione dell'agricoltura malgascia la povertà dei terreni, frutto in gran parte della degradazione dei suoli causata dall'uomo con la distruzione del manto forestale e la conseguente formazione di vaste aree lateritiche soggette all'erosione. L'assoluta maggioranza della popolazione rurale si dedica a un'agricoltura di pura sussistenza; prevale la risicoltura, che da sola occupa quasi la metà dell'arativo, principale prodotto alimentare dei Malgasci. Per il consumo locale si coltivano inoltre manioca, mais, batate, patate, legumi e ortaggi vari, banane e numerosi altri prodotti frutticoli (agrumi, ananas, uva, prugne). Dal punto di vista economico ben più contano le coltivazioni commerciali, praticate tanto da grandi e moderne aziende quanto da piccoli coltivatori. Ciò vale per il caffè, principale prodotto d'esportazione, la cui area colturale migliore si colloca sui versanti collinari orientale e settentrionale; nelle stesse aree è diffusa anche la canna da zucchero. In aumento è la produzione di cotone, coltivato particolarmente nella zona costiera irrigua di Toliary; altre piante tessili presenti sono l'agave sisalana e il kenaf . Tra le oleaginose hanno una certa consistenza l'arachide e il tung . Nell'area nord-occidentale e in varie zone dell'altopiano è diffuso il tabacco. Rilevante è la coltivazione del cacao nella fascia costiera settentrionale, che è anche l'ambiente tipico della palma da cocco, mentre soprattutto dalla regione costiera orientale provengono le spezie, che rappresentano una voce fondamentale dell'agricoltura malgascia: la più importante è la vaniglia, di cui l'isola fornisce la maggior parte della produzione mondiale, seguita da chiodi di garofano, pepe , cannella. Tipiche sono poi le essenze estratte da piante come il geranio, il lemon-grass, l'ylang-ylang ecc. Le risorse forestali, malgrado l'indiscriminato sfruttamento operato in epoca coloniale, sono ancora ingenti, ricche di essenze pregiate da ebanisteria, come il mogano, il palissandro e l'ebano.

Allevamento e pesca. Diffuso è l'allevamento, specie di bovini, per lo più zebù malgasci, che sono utilizzati sia per la produzione di carni sia per i lavori agricoli. Oltre ai bovini il patrimonio zootecnico comprende caprini, presenti soprattutto nelle più aride zone sud-occidentali, ovini, suini e volatili da cortile. La pesca è praticata sia lungo le coste sia nelle acque interne, in particolare nella zona del lago Itasy, ma si tratta ancora una volta di un settore suscettibile di un decisivo potenziamento.

Risorse minerarie. Benché l'isola sia dotata di svariati minerali, le risorse del sottosuolo sono complessivamente modeste. I prodotti principali sono la cromite, presente in diverse zone e di cui il Madagascar è uno dei maggiori produttori africani, la grafite, la mica e l'uranotorianite, utilizzata per l'industria nucleare; si estraggono poi oro, ilmenite e diverse pietre preziose (berilli, zirconi, tormaline, granati, ametiste). Nel 1980 è stata accertata l'esistenza di giacimenti di petrolio sottomarini. Dal punto di vista energetico l'isola ha un potenziale idrico notevole, utilizzato solo in parte.

Industria. Nonostante si siano recentemente intensificati gli sforzi governativi volti a dotare il Paese di una moderna industria, il settore è ancora molto carente. Prevalgono nettamente le piccole e medie aziende, che utilizzano per lo più i prodotti agricoli locali (zuccherifici, oleifici, conservifici, manifatture di tabacchi, cotonifici, birrifici, distillerie); si hanno poi alcuni cementifici, una raffineria di petrolio, fabbriche per il montaggio di autoveicoli, impianti per la lavorazione del legno.

Comunicazioni. Un settore particolarmente carente è quello delle vie di comunicazione; le infrastrutture fondamentali sono ancora le stesse dell'epoca coloniale, come la ferrovia tra Antananarivo e Toamasina e quella tra Fianarantsoa e Manakara. Anche le strade sono solo in parte efficienti (si sviluppano per circa 50.000 km, di cui solo un decimo asfaltate); la rete si adegua all'organizzazione territoriale, col suo vertice nella capitale, da cui si irradiano le direttrici verso i centri costieri. Tra questi il porto principale è Taomasina, seguito da Mahajanga, Antsiranana e Toliary; il complessivo movimento portuale si aggira peraltro appena sul milione e mezzo di tonnellate annue di merci imbarcate e sbarcate. Rilevanti sono i servizi aerei, che collegano la capitale (sede di un aeroporto internazionale) ai maggiori centri dell'isola; compagnia di bandiera è la Air Madagascar, che effettua servizi con numerosi Paesi africani, nonché con la Francia, l'Italia e altri Paesi europei. Altro aeroporto i nternazionale è quello di Mahajanga.

Commercio. Il Paese esporta soprattutto materie prime, in specie caffè, quindi chiodi ed essenza di garofano, vaniglia, crostacei, zucchero, minerali (cromite e grafite), mentre importa prevalentemente macchinari e prodotti industriali in genere, oltre a ingenti quantitativi di petrolio. Un attento controllo sulle importazioni fa sì tuttavia che il passivo della bilancia commerciale sia abbastanza contenuto; l'interscambio si svolge prevalentemente con la Francia, seguita dagli Stati Uniti, dal Giappone e dalla Germania.