Ambiente umano

Popolamento ed etnie. L'attuale popolazione è dovuta a varie ondate migratorie di gruppi australo-melanesiani e indonesiani. I primi (rappresentati dai Bara, dai Sakalava ecc.) giunsero forse nel II millennio a.C., seguiti dai Betsileo, dai Tsimihety ecc. Le più recenti migrazioni sono state quelle che hanno introdotto nell'isola i Merina, originari forse di Giava: essi formano il gruppo oggi dominante, stanziato nell'altopiano centrale, nella terra che da loro prende il nome, l'Imerina. Essi introdussero la loro cultura, la coltivazione del riso, l'impiego dello zebù nel lavoro dei campi. Anche la struttura organizzativa era quella dei popoli risicoltori dell'Asia monsonica, con un sovrano e una classe nobile di uomini liberi (Hova, nome con cui sono anche conosciuti i Merina). Questa élite superiore via via assoggettò altre popolazioni e diede vita a quel regno che ebbe i suoi centri là dove stavano le sedi del potere, le cittadelle (i rova ) nel cuore dell'altopiano. I Merina tuttavia non riuscirono mai a dominare l'isola per intero, perché anche le altre popolazioni avevano una loro organizzazione e formavano dei regni ben precisi, come quello dei Sakalava, dei Betsileo ecc. È a queste formazioni politiche soprattutto che si devono quelle divisioni interne della popolazione malgascia, che sostanzialmente presenta una certa identità di caratteri somatici, risultato di lunghe mescolanze con le popolazioni più antiche dell'isola. Altri apporti umani dall'esterno sono quelli africani, rintracciabili soprattutto nelle popolazioni insediate nella parte sud-occidentale, come i Makua, e quelle arabe, rappresentate da gruppi stanziati sulle coste settentrionali. Più recenti sono state le immigrazioni di Comoriani, di Indiani, di Cinesi e di Francesi dall'Isola della Riunione.

Sviluppo demografico. La popolazione ha cominciato ad aumentare nei primi decenni del secolo; già nel 1921 era di 3,3 milioni, passati a oltre 4 milioni 20 anni dopo. Da allora la riduzione delle malattie endemiche, soprattutto della malaria, ha indotto un'accelerazione della crescita demografica. Oggi la popolazione supera i 15 milioni di abitanti, dei quali quasi la totalità è costituita da Malgasci , e per il resto da Comoriani, Francesi della Riunione, Indiani e Cinesi, per lo più dediti, come gli Indiani, ad attività commerciali. Tra i Malgasci i gruppi principali sono quelli dei Merina (26%), dei Betsimisaraka (15%), dei Betsileo (12%), dei Tsimihety (7%), dei Sakalava (6%), degli Antaisaka (5%), degli Antandroy (5%), dei Bara ecc.

Distribuzione. I gruppi più numerosi vivono sull'altopiano, che registra le più elevate densità, in certe zone pari a 55 abitanti/km 2 . Ciò perché sull'altopiano è diffusa la risicoltura, spesso irrigua, e inoltre perc hé tale zona è diventata l'area focale dell'organizzazione territoriale moderna dell'isola, che fa capo ad Antananarivo. L'altopiano è tutto disseminato di caratteristici villaggi o piccoli nuclei formati da capanne di fango rosso, con i tetti di paglia, che sorgono accanto alle risaie. Il versante montuoso occidentale è la parte meno popolata dell'isola, così come la sezione meridionale, arida, dove vivono popolazioni seminomadi; su queste aree è diffuso l'allevamento. Popolate sono invece le fasce cos tiere (eccetto quella occidentale), perché vi si pratica l'agricoltura di piantagione (le medie sono sui 20-40 abitanti/km 2 ). L'urbanesimo è limitato e oltre ad Antananarivo non esistono grandi città.

Centri urbani. La capitale è il perno dell'isola, al tempo stesso vertice socio-economico e centro geografico, ciò che le conferisce una certa eccezionalità per un Paese che ha conosciuto l'organizzazione economica coloniale, la quale ha sempre privilegiato i centri costieri; ciò si spiega con la posizione climaticamente mitigata di Antananarivo , col fatto di trovarsi nell'area più popolosa del Paese e di essere anche stata la sede del principale rova dei Merina. In età coloniale Antananarivo, che dai 180.000 abitanti del 1936 è passata all'attuale milione di abitanti, è stata collegata al mare con una ferrovia: da ciò lo sviluppo complementare di Toamasina, seconda città dell'isola. Meno efficienti sono rimasti i collegamenti con le altre città portuali (Mahajanga, alla foce del Betsiboka, Antsiranana, valorizzata come porto militare dai Francesi ecc.), le quali più che altro servono le aree costiere dove si è sviluppata l'agricoltura commerciale. Sull'altopiano i centri principali, dopo la capitale, sono Antsirabé e Fianarantsoa .