www.unimondo.org/Paesi/Africa/Africa-occidentale/Togo/Storia
Storia
Per la sua posizione geografica il Togo fu al centro di emigrazioni e di conquiste a opera dei vicini regni di Abomey e degli Ashanti. Di queste vicende si hanno notizie più precise a iniziare dalla seconda metà del sec. XVII. Tra i regni locali un certo rilievo assunse quello di Nuatja che ebbe in Agokoli (prima metà del sec. XVIII) il sovrano di maggior spicco. Intanto già a partire dal 1741-73 i portoghesi João de Santarém e Pedro de Escobar portarono sul litorale del Togo attuale, che nel secolo successivo fu al centro della tratta meritandosi il tristo appellativo di “Costa degli schiavi”.
A cominciare dalla prima metà del sec. XVII i Francesi fondarono delle colonie commerciali. Nella contesa tra Francia e Gran Bretagna s'inserì però la Germania che, anche con l'appoggio di propri missionari, stabilì la sua influenza sul Togo grazie agli accordi conclusi nel 1882 col fiduciario del re di Anécho, Kouadjoavi. Il 4 luglio 1884 il console generale Gustav Nachtigal issava la bandiera tedesca a Bagida e il 5 a Lomé. Con i trattati del 1897 e del 1899 si definivano i confini rispettivamente coi territori francesi e inglesi.
Scoppiato il conflitto mondiale, il Togo venne occupato nell'agosto 1914 da forze anglo-francesi e affidato nel 1919 dal Consiglio Superiore Alleato come mandato B (poi legittimato dalla Società delle Nazioni) alla Francia e in parte minore alla Gran Bretagna (Togoland). Nel dicembre 1946 il mandato venne trasformato in amministrazione fiduciaria dall'ONU. Il 24 agosto 1956 il Togo francese acquistò, previa intesa con l'ONU, lo status di Repubblica autonoma con N. Grunitzky come primo ministro, mentre nello stesso anno il Togo anglofono sceglieva mediante referendum l'annessione al Ghana. In base alla risoluzione del 1957 dell'Assemblea Generale dell'ONU che prevedeva la cessazione dell'amministrazione fiduciaria sul Togo nel 1960, questo territorio accedette alla piena indipendenza il 27 aprile 1960 e, nell'aprile dell'anno seguente si diede una Costituzione di tipo presidenziale: Olympio diveniva capo dello Stato. La vita del Togo fu però travagliata da ricorrenti e drammatiche crisi interne: nel gennaio 1963 Olympio fu assassinato e il potere venne assunto da Nicolas Grunitzky, che promulgò il 5 maggio 1963 una nuova Costituzione. Nel gennaio del 1967 con un colpo di Stato salì al potere il colonnello É. G. Eyadéma: con lui e con il suo regime personalistico si apriva per il Togo un periodo di stabilità e di progresso. Nel 1969 fu fondato il nuovo partito unico, il Rassemblement du Peuple Togolais (RPT) e dieci anni più tardi, nel 1979, furono indette le elezioni. I togolesi approvarono la nuova Costituzione ed elessero Eyadéma presidente. Nel gennaio del 1980 fu proclamata la nascita della “Terza Repubblica”. Nel corso degli anni Ottanta del secolo scorso, superato nel 1986 un tentativo di colpo di Stato, la vita politica interna conobbe una progressiva, anche se difficile,democratizzazione, culminata nella Conferenza nazionale (8 luglio-28 agosto 1991) che poneva fine al monopolio politico del RTP, eleggeva primo ministro ad interim J. Kokou Koffigoh attribuendogli gran parte dei poteri del presidente in carica Eyadéma e, infine, creava l'Alto Consiglio della Repubblica (ACR), supremo organo legislativo, con il compito di guidare il Paese verso un sistema multipartitico. Contrario a tale evoluzione Eyadéma organizzò un golpe militare: le Forze armate occuparono la sede del governo, sciolsero l'Assemblea legislativa e Koffigoh venne sequestrato per alcune ore. Per porre fine agli scontri armati, il capo dello Stato e il primo ministro formarono un governo provvisorio di unione nazionale che fissava un calendario per un ritorno alla democrazia. Le elezioni presidenziali (25 agosto 1993), largamente boicottate dalle forze di opposizione, riconfermarono però Eyadéma a capo dello Stato. In un clima di crescente agitazione politica e sociale un centinaio di individui armati cercarono di uccidere Eyadéma. Le elezioni legislative del febbraio 1994, registrarono la vittoria delle opposizioni, che furono costrette a formare un governo che includesse i membri del vecchio regime. Anche le nuove elezioni presidenziali, di nuovo caratterizzate da brogli, (1997) videro riconfermato Eyadéma alla guida del Paese: nei mesi successivi si susseguirono numerose manifestazioni di protesta. Un rapporto di Amnesty International, nel maggio 1999 denunciava gravi violazioni dei diritti umani e centinaia di uccisioni avvenute in occasione delle presidenziali del 1998. Nel 2001 avrebbero dovuto essere indette elezioni parlamentari, ma non vennero concesse dal regime e, ancora una volta fra le proteste delle opposizioni, le elezioni presidenziali del 2003, riconfermarono Eyadéma. Dopo quasi quarant'anni di potere Eyadéma nel 2005 morì: la Costituzione venne modificata e gli succedesse il figlio Faure Gnassingbé. In seguito alle proteste internazionali e agli scioperi indetti dall'opposizione, egli indisse elezioni presidenziali (aprile 2005) e le vinse; l'opposizione invitò all'insurrezione, centinaia di persone morirono durante gli scontri. In giugno Edem Kodjo venne nominato primo ministro. Nell'agosto 2006 il governo insieme ai partiti politici e a rappresentanti della società civile firmava un accordo, che consentiva di superare la crisi innescata dall'elezione di Gnassingbé, in quanto prevedeva la formazione di un governo di unità nazionale e la convocazione delle elezioni politiche. La formazione di questo governo, guidato da un esponente delle opposizioni, Yawovi Agboyibo, concedeva stabilità al Paese. Nel 2007 si svolgevano le elezioni legislative, vinte dall'RPT, partito del presidente F. Gnassingbé. Nel 2009 il parlamento decideva all'unanimità di abolire la pena di morte. Nel marzo 2010 il presidente vinceva le elezioni (60,9%), sconfiggendo Jean-Pierre Fabre, leader dell'Unione delle forze per il cambiamento.