Storia

Scarse sono le conoscenze archeologiche e antropologiche di carattere preistorico e protostorico riferibili alle regioni dell'attuale Sierra Leone. Poco precise anche le notizie sull'insediamento umano: le popolazioni sherbro, bullom, krim e vai erano forse originarie del Paese, mentre i gruppi etnici mandingo, temne e limba, oggi predominanti, vi sarebbero penetrati in epoche cronologicamente incerte, che talune tradizioni orali collocano tra il sec. XIV e il XV. I temne dettero vita a un solido regno (il re Farima III sembra si sia convertito nel 1605 al cristianesimo assumendo il nome di Dom Felipe de Leão) che raggiunse l'apogeo con Bai Borea il Grande (1630-64).

I primi contatti tra le popolazioni costiere e gli europei si ebbero tra il 1461 e il 1462 col portoghese Pedro de Sintra che battezzò quella terra col nome di “Serra Leão”. Questa diventò, dalla seconda metà del sec. XVI, meta di inglesi, olandesi, francesi che vi praticarono la tratta degli schiavi su un piano di aperta rivalità. Tra il 1592 e il 1630 varie Compagnie inglesi munite di Carta Reale trafficarono col litorale della Sierra Leone fondando anche stazioni a Sherbro e a Tasso. Quest'ultima fu attaccata e saccheggiata nel 1664 dall'ammiraglio olandese M. de Ruyter, mentre una nuova stazione inglese sull'isola di Bunche fu conquistata nel 1704 dai francesi e nel 1720 dal pirata gallese Roberts. Ufficialmente ritiratasi da quelle posizioni nel 1728, l'Inghilterra decise, dopo la guerra contro le colonie dell'America del Nord, di fare di quel territorio il luogo d'insediamento delle molte migliaia di neri-americani che avevano servito nell'esercito e avevano trovato poi asilo come liberti in Gran Bretagna.

I primi nuclei avviati su quelle coste, a iniziare dal 1787, dovettero però lottare a lungo contro il clima, l'ostilità delle tribù temne e gli attacchi della marina francese. Nel 1792 era stata fondata Freetown e nel 1807, con l'Atto d'abolizione della tratta approvato dal Parlamento inglese, una squadra navale fu dislocata sulle coste della Sierra Leone, divenuta il 1º gennaio 1808 colonia della corona nel 1921 fu unita alla Gambia e alla Costa d'oro (oggi Ghana) e vennero creati i territori dell'Africa occidentale. I suoi confini si ampliarono nei decenni successivi e nel 1844 essa ebbe con William Fergusson il primo governatore di origine africana.

Vari accordi definirono tra il 1882 e il 1911 i confini con i circostanti territori coloniali francesi e con la Repubblica di Liberia. L'organizzazione politico-amministrativa della Sierra Leone incontrò qualche ostilità nelle regioni interne poste sotto il protettorato inglese nel 1896: una sanguinosa rivolta dei mandingo nel 1898 contro la tassa sulle abitazioni (Hut tax) fu duramente repressa. Nella penisola di Freetown (amministrata come colonia della corona) la comunità creola, costituita dai liberti immigrati, formò la classe più evoluta. Il governatore, dapprima assistito da un Advisory Council, fu affiancato dal 1863 da un Consiglio legislativo e da un Consiglio esecutivo. Col 1930 sorgevano tra la comunità creola i primi movimenti politici, mentre solo più tardi il Protettorato espresse leader autorevoli come M. A. Margai. La Costituzione del 1951 segnò un notevole passo verso l'autonomia interna e proprio il Sierra Leone People's Party di M. A. Margai divenne il partito dominante. Conseguita l'autonomia interna nel 1958, la Sierra Leone poté, dopo la Conferenza costituzionale di Londra del 1960, accedere all'indipendenza il 27 aprile 1961 come monarchia legata alla corona britannica e come membro del Commonwealth.

Nel marzo 1967 la contesa tra i due maggiori partiti (All People's Congress di Siaka Stevens e Sierra Leone People's Party di Albert Margai, fratello del defunto leader) sfociò in un colpo di stato militare. Nell'aprile 1968 una diversa fazione militare s'impadronì del potere favorendo la nomina di S. Stevens a primo ministro. Il 19 aprile 1971 la Sierra Leone optò per la forma di governo repubblicana, ferma restando la sua permanenza nel Commonwealth. Siaka Stevens fu eletto anche capo dello Stato. Questi, col sostegno dei militari, diede al Paese un regime d'ispirazione socialista, venendo riconfermato in carica dal Parlamento nel 1976 e dalla consultazione elettorale dell'anno seguente. Nel novembre 1985 egli si ritirò dalla vita politica, scegliendo come proprio successore Joseph Momoh, confermatosi alla presidenza con le elezioni del maggio 1986.

Sventato un primo colpo di stato nel marzo del nuovo anno, questi promosse una cauta liberalizzazione che condusse all'approvazione di una nuova Costituzione (1991); nel quadro di un forte deterioramento della situazione interna, il 29 aprile 1992 il capo dello Stato fu però deposto da un golpe militare. Il potere venne quindi assunto da un Consiglio nazionale provvisorio (trasformatosi in seguito in Consiglio supremo di stato) presieduto dal generale Valentin Strasser. Si aprì, in tal modo, una fase densa di incertezze con il tentativo golpista dei seguaci di J. Momoh (dicembre 1992) e l'insorgere di una guerriglia aggressiva, mentre Strasser per consolidare il suo potere operava continui rimaneggiamenti dei vertici militari. Alla fine del 1995 Strasser venne deposto con un colpo di stato dal suo vice, il generale Julius Maada Bio, che assunse la presidenza del governo militare provvisorio dichiarando l'intenzione di indire nuove elezioni: infatti nel febbraio 1996 venne eletto il nuovo capo dello Stato, Ahmad Tejan Kabbah che, insediatosi alla presidenza, avviò trattative con i capi della guerriglia.

Nel maggio 1997 un ennesimo colpo di stato fece nuovamente precipitare nel caos la Sierra Leone e nemmeno la mediazione dei Paesi limitrofi riuscì a dare uno sbocco alla crisi. Kabbah, fuggito all'estero, nel marzo 1998 tornò al potere, nonostante la guerriglia dei golpisti asserragliati sulle montagne a nord del Paese, aiutato dalle forze di pace nigeriane. Egli, cercando di trovare una soluzione al conflitto con i guerriglieri propose, l'anno successivo, ai ribelli del Fronte Unito Rivoluzionario (RUF) trattative di pace, senza ottenere nessun risultato positivo: proseguiva così la guerra civile tra le truppe governative e i ribelli del RUF, saldamente insediati nei distretti diamantiferi settentrionali e orientali del Paese. Nel novembre del 2000 nuovi reparti britannici (750 effettivi) si aggiunsero ai 17.500 caschi blu dell'ONU e il Consiglio di sicurezza prorogò l'embargo per bloccare il traffico dei diamanti, dal cui contrabbando derivavano le fonti di finanziamento del RUF. Un segnale positivo si è avuto con la dichiarazione del RUF di voler abbandonare le armi per proseguire la lotta con strumenti politici: di fatto i ribelli cominciarono a non ostacolare il dispiegamento dei caschi blu sui loro territori. La guerra civile venne sedata, dopo dieci anni, nel 2001: l'ultimo contingente della missione ONU ha lasciato il Paese nel dicembre del 2005. Nel maggio del 2002 Kabbah veniva rieletto presidente. Nel 2007 si svolgevano le elezioni presidenziali e parlamentari: Ernest Koroma diveniva presidente.