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Aspetti economici
Benché non manchi di svariate risorse, specie minerarie (diamanti, minera li di ferro, bauxite ecc.), la Sierra Leone rimane uno dei Paesi più poveri del continente africano.
Profilo generale. La sua economia è eminentemente condizionata dalle potenti società straniere che ne sfruttano i giacimenti minerari, pagando al governo royalties non certo sufficienti per promuovere investimenti o realizzare infrastrutture di rilievo, o comunque che non siano correlate direttamente con i loro specifici interessi. L'altro principale settore produttivo, quello agricolo, è sottoposto a un eccessivo carico umano e ha rendimenti del tutto insufficienti. Non sono in effetti mancate, di recente, talune iniziative governative atte a cercare nuovi sbocchi e a dare nuovi impulsi all'economia nazionale. Già nel 1973 la Sierra Leone e la Liberia avevano firmato il cosiddetto Mano River Agreement (Accordo del Fiume Mano), mirante tra l'altro a istituire un mercato comune tra i due Paesi; nel 1980 vi aderì anche la Guinea e l'anno successivo l'unione doganale fra i tre Stati divenne operante. Resta tuttavia come fondamentale ipoteca sull'effettivo decollo economico del Paese il fatto che solo una modestissima percentuale della popolazione è occupata in settori produttivi moderni, dato il persistente prevalere di attività tradizionali di pura sussistenza.
Agricoltura. Il lavoro agricolo occupa quasi i 2/3 della popolazione attiva; si tratta per lo più di contadini dediti a un'agricoltura di sussistenza, effettuata su piccoli appezzamenti con tecniche arretrate e rese piuttosto basse, dato anche il forte depauperamento dei suoli; è in atto però la creazione di più redditizie cooperative agricole. Per le richieste alimentari interne, il Paese è tuttavia ben lungi dall'aver conseguito in tale campo l'autosufficienza, si coltivano la manioca e alcuni cereali: miglio e sorgo, mais e soprattutto riso, introdotto da non molto tempo, ma la cui produzione, posta sotto il controllo di un apposito ente governativo, ha raggiunto valori considerevoli. Numerose sono le colture industriali, praticate in genere in grandi piantagioni. In tutta la fascia pianeggiante si coltiva la palma oleifera; altre oleaginose presenti sono il sesamo e le arachidi. Ai fini dell'esportazione hanno però particolare importanza il caffè della qualità robusta e il cacao, coltivati nelle zone collinose. Il Paese può inoltre contare su prodotti ortofrutticoli, specie su agrumi e pomodori, piante tessili (piassava) e aromatiche (zenzero). Lo sfruttamento delle foreste è controllato da un istituto governativo; la produzione annua di legname, più consistente in passato.
Allevamento. Poco diffuso è l'allevamento del bestiame (bovini, ovini, caprini, volatili da cortile), praticato specialmente dai Fulbe nelle regioni interne, dove il clima è meno umido; è comunque un'attività di scarso valore economico per le razze scadenti e la mancanza di impianti per la macellazione e la conservazione delle carni.
Pesca. Suscettibile di ampio sviluppo è il settore della pesca, data la ricchezza ittica delle acque costiere, ma ancora una volta l'assenza di un'adeguata flottiglia di pescherecci e di complessi conservieri limita enormemente tale attività.
Risorse minerarie. Le risorse minerarie sono ingenti, ma il loro sfruttamento non apporta al Paese sostanziali benefici; il governo si è tuttavia assicurato il controllo e la commercializzaz ione dei diamanti mediante l'ente di Stato DIMINCO (Diamond Mining Company ). I principali giacimenti di diamanti, che hanno toccato punte di 1.380.000 carati nel 1975 e sono scesi a 290.000 carati nel 1982, sono ubicati nei distretti di Kenema, Kono e Bo; discretamente ricchi sono anche i giacimenti di ferro (nel 1982 è stata riattivata l'importante miniera di Marampa, inattiva dal 1975), di bauxite e di rutilo, minerale largamente richiesto dall'industria spaziale. Mancano però i minerali energetici; con petrolio d'importazione sono alimentate le centrali termoelettriche.
Industria. È praticamente assente una moderna industria manifatturiera. Il settore è in genere rappresentato da piccoli complessi a carattere artigianale, molti dei quali sopperiscono più o meno alle necessità locali, a livello di villaggio, di tessuti, vasellame ecc. Tra le industrie di maggior rilievo, se si eccettua la raffineria di petrolio di Kissy presso la capitale, sono alcuni stabilimenti di trasformazione dei prodotti agricoli e forestali, comprendenti oleifici, riserie, birrifici, manifatture di tabacco, segherie, fabbriche di mobili ecc.
Comunicazioni. Le vie di comunicazione sono assai carenti; le ferrovie, progressivamente disattivate, sono ora rappresentate da un tronco di 597 km, che unisce le miniere di Marampa con il porto di Pepel. Più sviluppato è il sistema stradale, con 11.700 km di strade, sulle quali opera la Sierra Leone Road Transport Corporation, interamente statale, che effettua servizi di autobus per il trasporto di merci e passeggeri, raccordando tutti i principali centri del Paese. Nell'ambito della Mano River Union si colloca la costruzione della superstrada tra Freetown e Monrovia, capitale della Liberia. Una considerevole mole di traffico si svolge tuttora per via fluviale; le vie navigabili interne totalizzano circa 800 km, benché gli alti corsi dei fiumi siano in genere utilizzabili solo all'epoca delle piogge. Il principale porto è quello di Freetown, particolarmente adibito al commercio d'importazione; attivi porti minerari sono Pepel e Port Loko. Discretamente rappresentati sono i servizi aerei interni e internazionali, cui sovraintende la Sierra Leone Airlines (denominazione assunta nel 1982); principale aeroporto è quello di Lungi, presso Freetown.
Commercio. Scarso rilievo ha il commercio interno; per quanto riguarda quello estero, i rincari di varie merci di cui il Paese necessita, come petrolio, prodotti industriali ecc., hanno avuto pesanti ripercussioni sulla bilancia commerciale. Le esportazioni, rappresentate per oltre il 50% da diamanti, quindi da rutilo, caffè, cacao, bauxite ecc., coprono in genere due terzi delle importazioni, in cui prevalgono macchinari, combustibili, prodotti industriali varie generi alimentari. L'interscambio si svolge in misura determinante con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e i Paesi Bassi.