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Storia
Dalle origini al 1960.
È problematico dire se le coste del Senegal siano state raggiunte in epoca antica: la circumnavigazione effettuata dai Fenici per ordine del faraone Nekao verso il 600 a. C. e la spedizione di Annone il Cartaginese nel sec. V a. C. non trovano valide conferme storiche. Per vie interne sembra invece che due gruppi di getuli convertiti al cristianesimo nel sec. III e identificabili negli zenaga e negli zenāta, sarebbero emigrati verso l'Adrar e il Touat. Gli zenaga avrebbero addirittura raggiunto le rive del fiume designato poi col nome di Senegal, deformazione del termine Zenaga o Çanaga. In epoche successive fu l'Islam a infiltrarsi e ad affermarsi nella valle del Senegal, dapprima con Tarsina, capo dei Berberi Lamtūna, e poi con Yaḥyā ibn Ibrāhīm. Quest'ultimo avvalendosi della predicazione di ʽAbd Allāh ibn Yāsīn fece del fiume Senegal la culla della sorgente dinastia almoravide che nel 1076 conquistava l'impero africano di Ghana.
Più tardi vari gruppi etnici soninke andarono, forse per effetto della pressione almoravide, a stabilirsi in diversi punti del Senegal: i serèr fondarono i reami di Baol, Sine, Saloum; i fulbe costituirono Stati assai vitali nel medio Senegal; i wolof si stabilirono nelle regioni costiere del Cayor e del Walo. Quanto agli europei, le prime navigazioni storicamente accertate, che raggiunsero le coste del Senegal, furono quelle portoghesi: nel 1444 Dinis Dias doppiava il Capo Verde gettando l'ancora nell'isoletta di Gorée; nel 1455/56 Alvise Ca' da Mosto e Antoniotto Usodimare risalivano con le loro navi i fiumi Senegal e Gambia.
Nella seconda metà del sec. XVI e nei primi decenni del successivo il litorale del Senegal divenne meta di inglesi, olandesi e francesi interessati nel commercio e alla tratta degli schiavi. Gli olandesi costruirono i forti di Nassau e d'Orange sull'isola di Gorée. Nel 1659 i francesi fondarono sull'isoletta di N'Dar, alla foce del Senegal, la città di Saint-Louis, perduta durante la guerra dei Sette anni, ma destinata qualche decennio più tardi (1779) a divenire capoluogo della Colonie du Sénégal et dépendances. Nel periodo 1809-17 il possedimento del Senegal tornava sotto il controllo britannico in conseguenza delle guerre napoleoniche, per poi divenire definitivamente possedimento francese. Il generale Faidherbe, nominato governatore del Senegal nel 1854, fu l'organizzatore e l'animatore della colonia, fondando il nuovo centro di Dakar e conducendo una serie di campagne contro il capo dei Tekrur, al-Hagi Omar, sottomesso nel 1863. Contemporaneamente anche la regina di Walo e i capi di Sine e Saloum chiedevano la protezione della Francia. Negli anni successivi la colonia del Senegal si ampliava ancora con l'annessione delle zone di Toro e di Cayor. Il Senegal costituì l'esperimento più significativo della politica assimilazionistica della Francia, esprimendo un'élite nativa destinata a dare un contributo positivo alla stessa vita politica della metropoli. Blaise Diagne fu eletto all'Assemblea Nazionale Francese nel 1914 e sottosegretario alle Colonie nel 1919; Lamine Gueye, Léopold Sédar Senghor, Mamadou Dia ebbero un ruolo determinante nelle varie tappe dell'evoluzione politica coloniale francese: dalla Conferenza di Brazzaville del 1944 alla formazione dell'Unione francese nel 1946, alla Loi Cadre nel 1956 e infine alla Comunità Francese nel 1958. Nel referendum costituzionale del 28 settembre 1958, il Senegal optò per l'ingresso nella Comunità con lo status di Repubblica autonoma e si diede un proprio governo e una propria Costituzione. Nel gennaio 1959 esso formò insieme al Sudan Occidentale, la Federazione del Mali che nel 1960 accedeva alla piena indipendenza fermi restando i vincoli di associazione alla Comunità.
L'indipendenza.
Il 20 agosto 1960, con lo scioglimento della Federazione, il Senegal decise di rimanere nell'ambito della Comunità come Repubblica indipendente e sovrana e varò una nuova Costituzione. Léopold Sédar Senghor venne eletto presidente. Nel dicembre 1962, fallito un tentativo di colpo di Stato a opera del primo ministro Mamadou Dia, il presidente Senghor si orientò verso un regime presidenziale a sfondo autoritario, consacrato dalla Costituzione del marzo 1963. Nel 1964 vennero sciolti i partiti d'opposizione e la vita politica fu concentrata nell'Unione Progressista Senegalese (UPS) fondata da Senghor. Solo dieci anni più tardi si avviò un processo di liberalizzazione della vita politica e, nel 1976, vennero ripristinati alcuni partiti, che uscirono comunque pesantemente sconfitti dalle elezioni del 1978, vinte dal partito di Senghor (ribattezzato nel 1976 Partito Socialista, PS). Quest'ultimo lasciò il 31 dicembre 1980 la carica di presidente del Senegal, che venne assunta il 1º gennaio successivo da Abdou Diouf. Nei mesi seguenti fu definitivamente instaurato un regime pluripartitico, tanto che le elezioni del febbraio 1983 videro otto partiti in lizza dei 14 attivi nel Paese. Le stesse elezioni confermarono la larghissima maggioranza del PS e la presidenza di Abdou Diouf. In politica estera, dopo l'intervento militare nella Gambia (luglio-agosto 1981), il Senegal costituì con questo Stato la Confederazione della Senegambia, esperienza che si concluse però in modo fallimentare nel 1989. Tra la metà degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta la situazione interna del Senegal andò progressivamente deteriorandosi, a causa della crisi economica e degli indipendentisti della Casamance. Nel 1991 Diouf accettò l'ingresso nel governo di una parte delle forze di opposizione, mentre riusciva a stipulare un cessate-il-fuoco con la guerriglia separatista. Nel 1992, migliorarono i rapporti con la Mauritania, dopo le tensioni verificatesi a partire dal 1989, ma ripresero le iniziative armate dei separatisti della Casamance. Intanto, Diouf venne rieletto (febbraio 1993) alla presidenza di un Senegal in preda alla crisi economica, causa anche dell'emergere di una vasta e tumultuosa opposizione sociale. Nel marzo 2000, dopo ca. vent'anni, l'egemonia del presidente Diouf volse al termine con l'elezione di un nuovo capo dello Stato, il suo avversario democratico Abdoulaye Wade. Questi, come promesso in campagna elettorale, come primo atto del suo governo limitò i poteri del presidente della Repubblica, proponendo una nuova Costituzione che venne approvata dai senegalesi con un referendum nel gennaio 2001. In questo stesso anno, sciolto il Parlamento, Wade indusse nuove elezioni legislative, che videro la vittoria della coalizione di governo guidata dal suo partito, il Partito liberaldemocratico (PDS). Nei successivi 4 anni il presidente sostituì 6 governi. Nella Casamance, nell'ottobre del 2003, mentre l'ala politica degli indipendentisti decideva una tregua, l'ala militare continuava le azioni di guerriglia: si giunse alla firma di un nuovo accordo di pace (dopo quelli del 2000-2001) fra governo e separatisti nel dicembre del 2004. Wade è stato riconfermato nelle elezioni presidenziali svoltesi nel febbraio 2007. In giugno si svolgevano le elezioni che venivano vinte dalla coalizione Sopi, che comprendeva il PDS.