Ambiente umano

Indice articolo

  1. Senegal
  2. Storia
  3. Economia
  4. Ambiente umano
  5. Spazio fisico

Composizione etnica. La popolazione del Senegal è costituita da neri sudanesi che però hanno avuto contatto con genti "bianche", soprattutto attraverso i Fulbe, e che ormai sono quasi interamente islamizzati. Il gruppo etnico più rappresentativo è quello dei Wolof (o Uolof, 43%), attivi agricoltori delle zone bagnate dal Sine e dal Saloum, sparsi soprattutto nelle regioni di Thiès e Diourbel, ma numerosi anche sulla costa, dove praticano la pesca; molti di loro fanno oggi parte del personale burocratico e amministrativo dello Stato. Affini ai Wolof sono i Serèr (15%), anch'essi in prevalenza coltivatori. Diffusi un po' ovunque sono i Fulbe (14%), tradizionalmente allevatori nomadi presenti in tutti i Paesi situati al margine meridionale del Sahara, ma oggi anche contadini e commercianti. Linguisticamente e culturalmente affini ai Fulbe sono i Tukulor (o Toucouleur, 9%), stanziati soprattutto lungo il corso del fiume Senegal. Nella Casamance prevalgono i Diola (5%), che vivono in piccoli gruppi ai margini del fiume, praticando l'agricoltura; molti sono ancora animisti.

 

Sviluppo demografico. Schiavitù, malattie, guerre tribali frenarono a lungo lo sviluppo demografico del Senegal, che agli inizi del secolo annoverava meno di 1 milione di abitanti; da allora l'aumento fu assai rapido, tanto che dal 1930 al 1970 la popolazione senegalese è aumentata di oltre 2 milioni ed è cresciuta, tra il 1985 e il 1995, con un tasso persino eccessivo rispetto alle possibilità di sviluppo economico del Paese. Nel complesso dell'Africa occidentale il Senegal è tuttavia uno dei Paesi dove più elevate sono le condizioni di vita: esso è perciò meta di una corrente migratoria (in parte solo stagionale) dal Mali e dal Burkina Faso. La maggior parte della popolazione si concentra lungo la costa, intorno a Dakar, e in genere nella Penisola del Capo Verde, dove si superano i 60 abitanti/km 2 .

 

Centri urbani. L'attrazione esercitata dalla capitale sulle popolazioni delle zone più interne è fortissima e la sua crescita è stata e continua a essere molto elevata, almeno rispetto alle sue capacità di assorbimento. Si calcola che tra alcuni anni l'area urbana di Dakar accoglierà da sola 1/4 dell'intera popolazione senegalese e la Penisola del Capo Verde diventerà una delle maggiori conurbazioni dell'Africa. Un'area di buon popolamento nell'entroterra si trova lungo la linea ferroviaria per il Mali, che è anche il limite settentrionale del Kaolack e del Fatick, le più popolose regioni interne del Paese grazie alle loro possibilità agricole. L'urbanesimo ha in Dakar, come già detto, la sua massima e spressione. Le sue principali attività sono legate al porto, che è sempre stato il più importante dell'Africa occidentale e che serve anche al Mali, ma anche agli istituti culturali e amministrativi di cui è sede: dal 1972 ospita la OMVS (Organizzazione per lo Sviluppo del Fiume Senegal), di cui sono membri il Senegal, il Mali e la Mauritania. Alle spalle della città europea, situata sul promontorio estremo della Penisola del Capo Verde, si stende la medina, la città africana, musulmana, vastissima, che accoglie sempre nuovi urbanizzati, sovente in miserabili bidonvilles. Altri centri importanti sono, vicino a Dakar, Rufisque e Thiès, entrambi sulla ferrovia per il Mali così come Kaolack. La vecchia Saint-Louis ha invece completamente perduto il ruolo di un tempo.