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Aspetti economici
Profilo generale. La Nigeria occupa un posto di primo piano fra gli Stati africani grazie alla vastità del suo territorio, alle molteplici risorse agricole e minerarie (a cominciare dal petrolio), al considerevole peso demografico: è infatti di gran lunga il più popolato Paese del continente, un vero e proprio "gigante" dell'Africa. La forza della Nigeria poggia quindi eminentemente sulla capacità politica di aver saputo sinora conservare la propria unità. In effetti, dopo l'indipendenza, l'economia nigeriana ha registrato continui e sensibili sviluppi; tuttavia i pur innegabili progressi non hanno colmato i preesistenti squilibri territoriali, economici, sociali e religiosi, che a grandi linee contrappongono un nord musulmano e globalmente più povero e arretrat o a un sud cristiano in via di massima più ricco, dinamico e moderno. Al contrario, il boom economico apportato dal petrolio ha accentuato tali fratture anche perché la politica economica perseguita dal governo è stata aperta alle sollecitazioni di tipo neocoloniale, assai disponibile nei confronti degli investimenti stranieri, volta a un'industrializzazione molto spesso del tutto estranea alle autentiche necessità del Paese; del pari le crescenti importazioni sono andate sovente ad alimentare il facile consumismo delle categorie emergenti, imprenditoriali e mercantili, nonché dell'alta borghesia di Stato. L'enorme afflusso valutario apportato dal petrolio (che oggi concorre per oltre il 90% al valore complessivo delle esportazioni) non solo ha determinato una drammatica crisi del settore agricolo, ma altresì ha provocato un vertiginoso aumento del costo della vita e un massiccio esodo rurale; le città sono cresciute oltre misura, contrassegnate ormai dalla presenza di grandi masse di disoccupa ti e sottoccupati, portatori di crescenti tensioni sociali.
Iniziative statali. A partire dalla metà degli anni Settanta il governo ha dato avvio a una serie di iniziative miranti a portare un freno alle distorsioni causate dai troppo facili "redditi del petrolio", a limitare le eccessive intromissioni del capitale straniero e a promuovere un più equilibrato sviluppo dell'economia nel suo complesso. A seguito di una fondamentale legge votata nel 1974, la partecipazione nigeriana alle società straniere operanti nel Paese deve rappresentare almeno il 40% del capitale (per il settore petrolifero, di competenza statale e cui sovraintende la Nigerian National Petroleum Corporation , la partecipazione governativa è maggioritaria); nel 1980 veniva lanciata la cosiddetta "rivoluzione verde" con l'intento di riportare in breve la Nigeria all'autosufficienza alimentare. Quanto all'industria, un tempo basata eminentemente sulla trasformazione di materie prime importate o sull'assemblaggi o di componenti anch'essi di provenienza estera, oggi l'obiettivo primario è rappresentato dall'incremento delle varie attività collegate con l'agricoltura, dallo sfruttamento delle risorse minerarie e forestali, e dalla lavorazione delle materie prime nazionali.
Agricoltura. La percentuale degli addetti all'agricoltura è piuttosto elevata; ciò comprova la scarsa redditività di tale settore, che per di più risente degli effetti negativi di una struttura della proprietà fondiaria eminentemente basata su appezzamenti medio-piccoli, nei quali risulta più ardua l'introduzione di adeguati processi di meccanizzazione e di razionalizzazione delle tecniche colturali. Si hanno, come in tutta l'Africa, un'agricoltura di sussistenza, che provvede alle necessità alimentari della popolazione, e un'agricoltura commerciale; quest'ultima ha grandi possibilità di sviluppo anche per la varietà delle colture che si possono praticare nel Paese. Si coltivano soprattutto il sorgo e il miglio, che coprono oltre 1/3 dell'arativo e sono diffusi particolarmente nelle aree savaniche del centro e del settentrione del Paese, il mais, presente nella zona occidentale, e il riso, che prospera specialmente nella fascia meridionale più umida; sempre nel sud si coltiva la patata, mentre la manioca, che insieme ai cereali è l'alimento basilare e tradizionale, è diffusissima ovunque. L'agricoltura di tipo commerciale è sostenuta dal governo mediante i Commodity Boards, i quali fissano i prezzi base e sono preposti alla vendita dei prodotti controllati: cacao, caffè, tè, arachidi e altre oleaginose, cotone, derivati dalla palma da olio e da cocco, caucciù ecc. La Nigeria è il terzo produttore mondiale di olio di palma dopo la Malaysia e l'Indonesia, che interessa naturalmente soprattutto la zona degli Oil Rivers , cioè il delta del Niger. Molto redditizia è anche la coltivazione del cacao, benché la Nigeria sia passata da secondo a quinto produttore mondiale; in aumento è invece la produzione delle arachidi, coltivate prevalentemente nel Nord del Paese. Nel Nord è parimenti diffusa la cotonicoltura; coltivazioni minori, ma pur sempre importanti, sono quelle del caffè, di alcune oleaginose come la soia e il sesamo, della canna da zucchero, della palma da cocco, del tabacco, delle banane, di talune spezie (pepe, zenzero).
Foreste. La Nigeria è uno dei Paesi africani ricchi anche in campo forestale; circa il 15% del ter ritorio nazionale è ricoperto da boschi e foreste, ma solo nel sud sono diffuse essenze pregiate come il mogano, l'obeche e l'abura . Il legname viene avviato soprattutto a Sapele (dove è altresì in parte lavorato),porto sul fiume Benin raggiungibile anche da navi oceaniche. Nella zona di Benin City si hanno piantagioni di hevea , che alimentano una discreta esportazione di caucciù.
Allevamento. Anche l'allevamento costituisce una notevole fonte di ricchezza; è concentrato nelle savane e nelle steppe del nord, dov'è praticato eminentemente dai Fulbe; tuttavia solo in casi molto limitati è condotto con tecniche razionali; carente è anche l'organizzazione commerciale, priva di adeguati impianti di macellazione e di conservazione delle carni. Predominano i caprini, di cui la Nigeria è il maggior produttore africano, i bovini, che tradizionalmente non superano verso sud determinati limiti per la presenza della mosca tsè-tsè, i volatili da cortile e gli ovini. Nel Nord si allevano inoltre cavalli, asini, cammelli, mentre nel Sud vi è un discreto contingente di suini, la cui carne, come è noto, è invece vietata ai tradizionali allevatori del Nord, musulmani.
Pesca. Le acque nigeriane sono ricche di pesci, ma la flotta è tuttora troppo esigua e insufficientemente attrezzata per s fruttare appieno tale risorsa; soprattutto manca un'adeguata industria conserviera.
Risorse minerarie. Le risorse minerarie, e in particolare il petrolio, sono alla base dello sviluppo accelerato dell'economia nigeriana registrato negli ultimi anni. Il primo pozzo fu scavato nel 1956 nel delta del Niger; la zona deltizia è tuttora la più ricca di giacimenti (a Kokori, Bomu, Oloibiri, Krakama ecc.). L'attività petrolifera è svolta da varie società straniere, come la Shell, l'ENI, la Mobil, la Chevron ecc., sulla base di ben precisi accordi con la Nigerian National Petroleum Corporation; l'estrazione di petrolio è notevole, ma è scesa dai 115 milioni di t del 1979 ai poco più di 90 milioni odierni. La caduta della richiesta di petrolio dal 1981 ha significato per la Nigeria una crisi economica gravissima, ha compromesso il risultato della "rivoluzione verde" (1980) programmata per l'incremento dell'agricolt ura, ha causato indebitamento con l'estero e ha richiesto un piano di austerità dal 1983 per affrontare una situazione che vede un elevato tasso di disoccupazione. Per difendersi la Nigeria produce più petrolio di quanto prevede il piano OPEC e negli ultimi anni le entrate sono leggermente aumentate. Il grezzo è in parte avviato all'esportazione, in parte raffinato negli impianti di Port Harcourt, di Warri, di Alesa Eleme e di Kaduna. Parimenti cospicua è l'estrazione di gas naturale. Nel Paese si sfruttano inoltre, già da tempo, altri minerali, principalmente lo stagno; l'attività estrattiva prese avvio agli inizi del secolo scorso nell'Altopiano di Jos, estendendosi poi alla zona di Kano. Anche l'estrazione della columbite nell'Altopiano di Jos, utilizzata per la preparazione di acciai speciali, è scesa. Altri prodotti del sottosuolo sono il carbone, presente con vari giacimenti nella zona di Enugu, il ferro, lo zinco, il piombo, l'oro, l'uranio. Nonostante il crescente ruolo svolto dal petrolio nell'economia nazionale, l'energia elettrica nigeriana è ancora in massima misura di origine idrica, grazie soprattutto alla grande centrale costruita a Kainji, sul fiume Niger.
Industria. La maggior parte dell'energia elettrica è utilizzata nelle aree meridionali del Paese, dove al più marcato urbanesimo si aggiunge una ormai consistente presenza delle industrie, per lo più manifatturiere, che cercano di soddisfare le richieste dei beni di più largo consumo. Nell'attuazione dell'ambizioso programma governativo, che prevede un miglior utilizzo dei provent i del petrolio per poter promuovere uno sviluppo di più ampio respiro, l'industrializzazione del Paese acquista ovviamente un ruolo determinante. Rispetto ad altri Paesi a economia emergente, la Nigeria presenta il vantaggio di poter contare per la propr ia industrializzazione sia su un ampio mercato interno sia sulla possibilità di trovare facili acquirenti dei suoi prodotti nell'area della Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale (ECOWAS), fondata proprio a Lagos nel 1975. Importante è l' industria tessile, specie la cotoniera, che annovera diversi stabilimenti e lavora materia prima nazionale; altre attività industriali sono le manifatture dei tabacchi, gli oleifici (olio di palma e di arachide), le fabbriche dei succhi di frutta, i birrifici, i complessi per la lavorazione del legno, i calzaturifici, le fabbriche di pneumatici ecc. La rapida urbanizzazione ha determinato una forte crescita nella richiesta di cemento e in genere di materiali per l'edilizia: quello delle costruzioni è anzi un settore trainante dell'economia nigeriana. Del pari in espansione è l'industria legata all'attività mineraria: oltre alle citate raffinerie di petrolio si hanno varie fonderie di stagno, un impianto per la produzione di alluminio a Port Harcourt, i complessi siderurgici di Aladja e di Ajaokuta, cui si affiancano numerosi impianti che lavorano i rottami di ferro; ancora carente è invece l'industria meccanica, rappresentata per lo più da stabilimenti per il montaggio di autoveicoli nonché di apparecchi radiofonici e televisivi.
Comunicazioni. Le vie di comunicazione, senz'altro buone per un Paese africano e al cui potenziamento il governo ha destinato cospicui investimenti, sono rappresentate da una rete stradale di 193.000 km, di cui 37.000 asfaltati, e da una rete ferroviaria non trascurabile di oltre 3.500 km. La fondamentale arteria stradale unisce Lagos alla popolosa regione degli Yoruba, prosegue poi verso nord così da toccare Kaduna e Kano e continua il suo percorso nella Repubblica del Niger; del pari attraversa il Paese da sud a nord la strada che collega Port Harcourt con l'Altopiano di Jos. Le principali linee trasversali sono: quella meridionale da Lagos a Onitsha e al Camerun e quella settentrionale da Kano al Ciad. Alle direttrici stradali meridiane si affiancano quelle ferroviarie, che da Lagos e da Port Harcourt si raccordano con Kaduna, Kano e Nguru, al confine con il Niger, mentre da Kaduna si diparte un tronco per Maiduguri, presso il confine con il Ciad. Importante è la navigazione sui fiumi Niger e Benué (oltre 6.400 km), benché i rispettivi corsi superiori non si prestino ovunque e sempre al traffico, che comunque deve s volgersi con modeste imbarcazioni. Gli sbocchi al mare sono costituiti soprattutto dai due grandi porti di Lagos e di Port Harcourt, di recente potenziati; seguono per importanza lo scalo di Calabar e il cosiddetto complesso dei "porti del delta", che in clude i porti eminentemente petroliferi di Bonny, Warri, Sapele ecc. Una buona rete aerea (compagnia di bandiera è la Nigeria Airways ) assicura rapidi collegamenti sia all'interno della Nigeria sia con vari Paesi africani, europei e asiatici, nonché con gli Stati Uniti; aeroporti principali, tutti internazionali, sono quelli di Lagos, Kano, Calabar, Ilorin, Port Harcourt e Sokoto.
Commercio. Per antica tradizione le attività commerciali hanno un ruolo di grande rilievo nella vita del Paese; gli scambi interni si svolgono principalmente tra il Nord e il Sud, che hanno produzioni diverse; vivacissimi sono ormai quelli con l'estero grazie al denaro che affluisce dalla vendita del petrolio. Altre merci d'esportazione, però molto meno importanti, sono il cacao, le noci e l'olio di palma, lo stagno, il caucciù, le pelli e il cuoio; le importazioni sono soprattutto rappresentate da macchinari e mezzi di trasporto, prodotti industriali varie generi alimentari. La bilancia commercia le, grazie al petrolio, è largamente attiva; l'interscambio si svolge prevalentemente con gli Stati Uniti; seguono la Gran Bretagna, la Germania, la Spagna e l'Italia.