www.unimondo.org/Paesi/Africa/Africa-occidentale/Niger/Economia
Aspetti economici
Profilo generale. Il Niger è uno degli Stati più poveri del mondo; l'arretratezza economica è il risultato soprattutto di condizioni ambientali particolarmente avverse. Il Paese è infatti isolato nell'interno del continente, privo di sbocchi e di comunicazioni, con un territorio in gran parte costituito da aree desertiche: oltre il 75% del Niger riceve meno di 250 mm annui di precipitazioni. A ciò si aggiunga l'ormai secolare impoverimento della fascia saheliana (comune in verità a tanti altri Stati dell'Africa tropicale) con il relativo spostamento della popolazione da nord a sud. La dominazione francese ben poco aveva fatto per potenziare l'economia del Niger, date le effettivamente limitate prospettive offerte dal Paese; era stata avviata però la coltivazione su scala commerciale delle arachidi nell'estrema fascia meridionale ed è ancora qui che si concentrano le principali attività economiche del Paese, tra Maradi, Zinder e Niamey. Né con l'indipendenza la situazione era mutata in modo rilevante; il governo aveva continuato a basarsi sugli aiuti e sulle direttrici economiche impostate dai Francesi e in larga misura anche dagli Stati Uniti: tra l'altro erano gestite congiuntamente dal governo di Niamey e da una società francese le ricche miniere di uranio di Arlit, nel massiccio dell'Aïr, scoperte nel 1966 e il cui sfruttamento era iniziato cinque anni dopo.
Agricoltura. Anche se oggi l'uranio costituisce la sola consistente esportazione del Paese, basi dell'economia rimangono l'agricoltura e l'allevamento; e ciò nonostante la precarietà e i limiti produttivi, dovuti da un lato al sussistere delle tradizionali e poco redditizie forme di conduzione agraria, dall'altro all'incidenza delle sfavorevoli condizioni climatiche, che ripetutamente assumono aspetti di vera catastrofe. Anche tutta la prima metà degli anni Settanta, per non dimenticare la stagione 1982-83, è stata caratterizza ta da una gravissima siccità, che ha falcidiato raccolti e bestiame; ciò ha costretto il Niger a dipendere in modo ancora più completo dagli aiuti stranieri per i rifornimenti alimentari di vasti strati della popolazione, minacciata da una carestia di drammatiche proporzioni. In tale contesto economico si inserisce la facile riuscita del colpo di Stato militare del 1974. Il nuovo governo nazionalizzò immediatamente le miniere di uranio e in campo agricolo si prefisse come compito prioritario il potenzia mento delle colture cerealicole tradizionali, così da assicurare al più presto l'autosufficienza alimentare al Paese, autosufficienza raggiunta già alla soglia degli anni Ottanta. La superficie territoriale è naturalmente sfruttabile solo in aree assai e sigue. L'estrema fascia meridionale è l'unica a essere coltivabile senza irrigazione e perciò è destinata essenzialmente all'agricoltura; la zona saheliana, centrale, è adibita in prevalenza all'allevamento, peraltro nomadico; infine il nord, per la mancanza pressoché totale di precipitazioni, consente solo le colture nelle oasi: cereali, ortaggi, palme da dattero.
Principali prodotti agricoli. Fra le coltivazioni cerealicole tradizionali spiccano il miglio e il sorgo; lungo il Niger è stata anche introdotta con discreto successo la risicoltura. Altre coltivazioni alimentari fondamentali sono la manioca e la batata; nonché vari ortaggi come cipolle, pomodori ecc. Il principale prodotto commerciale è invece costituito dalle arachidi, peraltro in diminuzione rispetto al passato; è altresì praticata una modesta cotonicoltura.
Allevamento e pesca. L'allevamento, benché attualmente frenato dalla scarsità di acqua, ha tuttavia possibilità di discreto sviluppo una volta realizzate le opportune opere di irrigazione e già ora avvia carne e pelli all'esportazione; predominano gli ovini e i caprini, seguiti dai bovini e dai volatili da cortile. Scarso rilievo ha invece la pesca, che viene praticata nel Lago Ciad e lungo i fiumi Niger e Komadugu .
Risorse minerarie. Buoni risultati hanno dato le recenti prospezioni geologiche del territorio; è stata accertata la presenza di vari minerali come ferro, cassiterite, stagno, tungsteno, fosfati, carbone, petrolio, al momento però solo in minima parte sfruttati; tradizionale attività est rattiva è invece quella del sale, commerciato dai Tuareg. Gli interessi internazionali sono in effetti volti allo sfruttamento dei giacimenti di uranio (dal 1978 si scava anche nelle miniere di Arlit e Akouta), minerale di cui il Niger è il terzo produttore mondiale, esclusi ex URSS e Paesi ex socialisti. Modesta è tuttora la produzione d'energia elettrica e così pure quella del settore industriale, che comprende vari oleifici, birrifici, cotonifici, alcuni cementifici ecc.
Comunicazioni. Le vie di comunicazione sono del tutto inadeguate: mancano le ferrovie e le strade si sviluppano solo per 13.800 km. Le due maggiori arterie stradali solcano da nord a sud il Paese, collegandolo con quasi tutti gli Stati circostanti. Il fiume Niger è navigabile per circa 300 km; la città di Gaya, situata sul Niger presso il confine con il Benin e la Nigeria, è il maggior porto fluviale del Paese; nel 1973 è stata aperta la via d'acqua Gaya-Port Harcourt, attivo porto della Nigeria sul Golfo di Guinea, dando così al Niger un accesso diretto al mare. I servizi interni aerei sono gestiti dalla compagnia Air Niger; principali aeroporti sono quelli internazionali della capitale e di Agadez.
Commercio. Il commercio interno si svolge ancora in gran parte in modo tradizionale, tra nomadi o seminomadi e sedentari; è comunque molto limitato. Quanto agli scambi con l'estero il Niger esporta per circa la metà del valore uranio e per il rimanente soprattutto bestiame, prodotti zootecnici (carni, cuoio e pelli), arachidi e derivati, mentre importa in prevalenza macchinari, veicoli, prodotti petroliferi, cereali, tessuti. Gran parte dell'interscambio si svolge tuttora con la Francia, ma i mportanti acquirenti sono pure la Costa d'Avorio e la Gran Bretagna.