www.unimondo.org/Paesi/Africa/Africa-occidentale/Ghana/Storia
Storia
Dalle origini all'indipendenza.
Le popolazioni Akan, provenienti dal Nord (per sfuggire forse alla conquista almoravide dell'antico impero del Ghana nel 1076) finirono per stabilirsi in varie date nelle regioni centrali e costiere del Paese. Nel sec. XV i portoghesi raggiunsero il golfo di Guinea e nel 1482 Diogo d'Azambuja eresse sulla Costa d'Oro il castello di S. Giorgio d'Elmina.
I secoli successivi videro i portoghesi alle prese con francesi, olandesi, inglesi, danesi, svedesi, tutti impegnati nell'esercizio della tratta degli schiavi. Gli inglesi finirono per prevalere stanziandosi stabilmente sul litorale e assicurandosi l'alleanza delle tribù costiere fanti. Nella regione centrale le tribù ashanti intanto avevano dato vita, verso la fine del sec. XVII, a una vasta e agguerrita Confederazione, che all'inizio del sec. XIX entrò in conflitto con l'Inghilterra e la cui resistenza fu stroncata solo nel 1900. Organizzata come colonia della corona (e come protettorato al Nord), la Costa d'Oro fu zona di partecipazione sempre più attiva dei nativi alla vita politica del territorio (nel 1889 il primo africano entrò nel Consiglio Legislativo, nel 1897 venne creata una Aborigines' Rights Protection Society, nel 1920 un West African National Congress). Dopo la seconda guerra mondiale il Convention People's Party sotto la guida di Kwame Nkrumah portò il Paese prima all'autonomia interna (1954) e poi alla piena indipendenza (6 marzo 1957).
Dal regime di Nkrumah alla svolta democratica.
Il nuovo Stato, che assunse il nome di Ghana, entrò a far parte del Commonwealth e mantenne vincoli di unione alla corona britannica fino al 1º luglio 1960, quando optò per la forma di governo repubblicano. La presidenza fu assunta dal primo ministro della Costa d'Oro Nkrumah, che instaurò un regime autoritario e personalistico che venne rovesciato il 24 febbraio 1966 da un gruppo di militari guidati dal generale Ankrah e dal colonnello Kotoka. La giunta di salute pubblica presieduta dallo stesso generale Ankrah (sostituito poi dal generale Afrifa) sospese la Costituzione e mise al bando il Convention People's Party. I militari consentirono tuttavia il ripristino di un governo civile decretando (7 novembre 1968) la creazione di un'Assemblea Costituente (gennaio-agosto 1969) e indicendo elezioni politiche nell'agosto 1969. Il leader del Progress Party, K. Busia, vincitore della consultazione elettorale, assunse la direzione del governo, mentre a capo dello Stato fu eletto, il 31 agosto 1970, l'ex presidente della Corte Suprema di Giustizia, Edward Akufo-Addo.
Il 13 gennaio 1972 un altro drastico intervento militare portò però all'estromissione del capo dello Stato e del capo del governo e alla sospensione della Costituzione e dell'attività dei partiti. Il potere fu assunto dal colonnello Acheampong, che divenne contemporaneamente capo dello Stato e del governo. Nell'estate del 1978 fu però sostituito dal capo dello Stato Maggiore della Difesa, generale Fred Akuffo. Nel quadro di una politica di democratizzazione, i partiti politici tornarono alla legalità, ma nel giugno del 1979 un ulteriore colpo di stato militare destituì il generale Akuffo; tutti i poteri furono attribuiti a un Consiglio rivoluzionario capeggiato dal tenente d'aviazione Jerry Rawlings, il quale nello stesso mese indisse le elezioni che furono vinte dal People's National Party (PNP), progressista, di Hilla Limann. Questi alle successive elezioni presidenziali vinse e nel settembre divenne presidente della Repubblica, dando vita a un governo civile. Tuttavia nel dicembre 1981 anche questo governo fu rovesciato dallo stesso Rawlings che assunse il potere alla testa di un Provisional National Defense Council (PNDC, Consiglio Provvisorio di Difesa Nazionale) formato da militari e civili.
Sciolti i partiti politici e sospesa la Costituzione, nel gennaio 1982 fu insediato un governo che rispondeva al PNDC. Tra il novembre 1982 e il marzo del 1986 Rawlings sventò ben sei tentativi di golpe, proclamando continuamente lo stato d'assedio e il coprifuoco. Nel 1992, a pochi mesi dalla promulgazione di una nuova Costituzione, si tennero le prime elezioni multipartitiche che, boicottate dai maggiori partiti dell'opposizione, confermarono Rawlings alla presidenza e assicurarono al suo partito la maggioranza assoluta in Parlamento. La nuova fase “democratica”, peraltro, non determinò un rasserenamento della vita politica ghanese, come dimostrano le intermittenti fiammate di violenza tribale nel 1994 e nel 1995. Nemmeno la tornata elettorale svoltasi nel 1996 mostrò molte novità: Rawlings venne riconfermato alla guida del Paese e il suo partito conquistò 117 dei 200 seggi disponibili. La norma costituzionale in vigore nel Paese non permise a Rawlings di presentarsi per la terza volta come candidato alla carica di presidente: le elezioni del 2000 videro contrapporsi il suo vicepresidente e John Kufuor, leader del partito d'opposizione Nuovo partito patriottico (NPP) il quale ottenne la maggioranza dei voti e divenne capo dello stato, portando così il Ghana, per la prima volta dalla sua indipendenza, verso un'alternanza democratica di governo. Kufour e l'NPP vinsero anche le elezioni del 2004. Le elezioni presidenziali sono state un'importante cartina di tornasole per la democrazia del Paese: esse sono state vinte, dopo il ballottaggio, da John Evans Atta-Mills appartente al National Democratic Congress (NDC) partito fondato dall'ex presidente Rawlings.