Aspetti economici

Al momento dell'indipendenza il Ghana aveva un'economia abbastanza florida, anche se naturalmente d'impostazione coloniale. Nell'intento di sottrarsi a possibili vincoli di diretta o indiretta soggezione da parte delle potenze capitalistiche, il nuovo governo assunse un indirizzo pol itico ed economico di decisa ispirazione marxista; tuttavia l'impreparazione tecnica della nuova classe dirigente, lo sperpero di denaro pubblico per opere improduttive o comunque per impieghi eccessivamente grandiosi (tra i quali si può porre in un cert o senso la pur magnifica diga di Akosombo, grazie alla quale il Ghana ha una disponibilità energetica persino eccedente le effettive necessità locali), la repentina nazionalizzazione delle imprese create e ben condotte dagli Inglesi e vari altri errori p ortarono al crollo dell'iniziale regime socialista. In seguito, nonostante il ripetuto succedersi di governi militari e civili, il Ghana non ha saputo ritrovare certi slanci iniziali e, a oltre vent'anni dall'indipendenza, rimane privo di sicure basi eco nomiche, tali da sottrarlo a un assetto produttivo di tipo eminentemente neocoloniale, ancorato com'è quasi unicamente alla monocoltura del cacao. Mentre l'economia del Ghana risente della gravissima recessione mondiale, non è stata conseguita l'autosuff icienza alimentare e tanto meno sono state poste le premesse per un'adeguata industrializzazione del Paese. Il governo ha cercato di seguire una via pragmatica, conciliando le esigenze di una struttura produttiva, che ha stretti vincoli con il mondo capi talista, con l'impegno di non arrestare gli sviluppi in senso socialista del Paese; si è così attuata tra l'altro una notevole partecipazione statale nei principali settori economici e in campo agricolo si è dato impulso alle cooperative di piccoli agric oltori, mentre si sono incrementate le colture alimentari di sussistenza anche a detrimento delle piantagioni di cacao.

Agricoltura. L'agricoltura rimane l'elemento portante dell'economia del Ghana; arativo e colture arborescenti occup ano circa il 18% della superficie territoriale. Le principali colture di sussistenza sono il mais e la manioca. Assai più importanti ai fini commerciali sono però le colture di piantagione, massimamente il caca o, che fu introdotto nel Paese solo nel secolo scorso e di cui il Ghana fu per molti anni il massimo produttore del mondo; il cacao prospera soprattutto nell'Ashanti. Seguo no le palme da olio e da cocco, che crescono spontanee o vengono coltivate nella fascia costiera, le arachidi, diffuse specialmente nel nord, il tabacco, il caffè, il cotone, la canna da zucchero, gli agrumi (limoni e arance), gli ananas e taluni prodott i orticoli come i pomodori. Le foreste, che occupano circa il 40% della superficie territoriale, ricoprono tutta la fascia meridionale del Paese e danno essenze pregiate come il mogano, il cedro ecc.

Allevamento e pesca. Modesto è tuttora il ruolo dell'allevamento del bestiame, praticato soprattutto nel Ghana settentrionale; prevalgono gli ovini e i caprini, seguiti dai bovini, che sono stati oggetto di particolari controlli per migliorarne le razze e per prevenire il diffondersi di epidemie un tempo perniciose. Notevole è invece l'apporto della pesca, sia marittima sia nelle acque intern e; è questo anzi un settore che ha registrato una certa modernizzazione tanto nella flotta peschereccia quanto negli impianti conservieri.

Risorse minerarie. Il Ghana è ricco di risorse minerarie e prima del grande sviluppo della coltu ra del cacao traeva dal sottosuolo la maggior parte dei propri proventi. L'oro si estraeva in misura rilevante anche nei secoli passati; oggi se ne ricavano 52.200 kg annui. Gli altri minerali preziosi per il Paese sono i diamanti (estratti soprattutto ad Akwatia ) e il manganese; bauxite e sale completano il panorama minerario. Privo com'è di carbone e di idrocarburi, il Ghana ricorre all'energia idroelettrica per il proprio fabbisogno energetico; a tale fine fu varato il Volta River Project, gr azie al quale sul fiume Volta è oggi in funzione una grande centrale idroelettrica regolata dallo sbarramento presso Akosombo.

Industria. Numerose sono le aziende di piccole e medie dimensioni, che operano nel settore della trasformazi one dei prodotti agricoli (oleifici, zuccherifici, impianti per la lavorazione del cacao, birrifici, manifatture di tabacchi ecc.); accanto a esse si hanno anche complessi di rilevanti proporzioni, tra cui emergono una raffineria di petrolio, alcuni sta bilimenti tessili, dei cementifici, una fonderia, un complesso elettrometallurgico per la produzione dell'alluminio, tutti ubicati a Tema, che con l'annesso porto è diventata il principale centro industriale del Paese, in diretta dipendenza dalla centrale del Volta. A Kwabenya, presso Accra, funziona uno stabilimento chimico; si hanno inoltre segherie e altri complessi per la lavorazione del legno. La crisi economica, dovuta soprattutto allo scarso sfruttamento del suolo (solo il 17% delle terre arabili è utilizzato), e allo scarso impegno industriale, ha portato a una drastica svalutazione della moneta nel 1983 e a un vigoroso piano di riorganizzazione economica che comincia a dare i propri frutti.

Comunicazioni. La rete delle comun icazioni, benché sia una delle migliori dell'Africa occidentale, è inadeguata alle attuali esigenze del Paese. La rete ferroviaria (ca. 1.000 km) collega i centri costieri, da Sekondi ad Accra, tra loro e con Kumasi; quella stradale (39.000 km nel 1995 ) si spinge invece assai dentro l'interno del territorio e raccorda il nord e il sud del Ghana. Efficiente è il sistema portuale, che poggia sui due scali marittimi di Takoradi e di Tema, quest'ultimo particolarmente attrezzato per le importazioni del pe trolio e delle altre materie prime destinate all'industria. Un certo sviluppo presentano anche i servizi aerei (compagnia di bandiera è la Ghana Airways Corporation); Accra è dotata dell'importante aeroporto internazionale di Kotoka; altri aeroporti funzionano a Takoradi, Kumasi e Tamale.

Commercio. Discretamente attivi sono gli scambi, sia all'interno del Paese sia con l'estero. La bilancia commerciale presenta fasi alterne, denunciando la sua debolezza fondamentale nella dipendenza dell'esportazione di un unico prodotto, il cacao; a questo seguono per importanza il legname, l'oro, i diamanti e il manganese. Le importazioni riguardano manufatti industriali, macchinari, carburanti, prodotti chimici e generi alimentari; gli scambi si svolgono principalmente con la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Nigeria, la Germania e il Giappone.