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Storia
L'odierno Burkina Faso è il risultato dell'unificazione sotto un unico governo, attuata dalla Francia negli ultimi anni del sec. XIX, di una cinquantina di diversi gruppi etnici (mossi, peul, senufo, lobi, gurunsi ecc.). Alcune di tali popolazioni, che si sarebbero separate da un gruppo unitario proveniente dalla zona del Lago Ciad (il cosiddetto gruppo Dagomba-Mamprusi-Mossi), avrebbero avuto un antenato comune, i cui figli avrebbero dato inizio ai vari regni mossi (Tenkodogo, Ouagadougou, Yatenga, Gurma), la cui epoca di fondazione è controversa: si va dal sec. XII di alcuni autori al XV di altri. I regni mossi avevano un Naba (capo), da cui dipendevano ministri, capi di provincia, feudatari, ecc. Il più importante regno mosso fu quello di Ouagadougou, il cui re assunse il titolo di Mogho Naba (capo dei Mossi).
Attaccati dal Mali e dal Songhai, i regni mossi iniziarono la loro decadenza nei sec. XVI-XVII, mentre nel XVIII l'Islam fece il suo ingresso tra di essi. Regni minori si costituirono nei sec. XVIII e XIX nelle regioni di SW dell'attuale territorio a opera di invasori provenienti dalla Costa d'Avorio (il più importante fu quello di Gouïriko, fondato dagli Uattara di Kong). Le stesse regioni furono poi teatro delle razzie e devastazioni dell'almamy Samory Touré.
Tra il 1896 e il 1898 la Francia stipulò una serie di trattati con i vari capi, portando sotto il proprio protettorato o sovranità le loro regioni. Unite alle colonie francesi confinanti, esse vennero staccate nel 1919 per formare un “territorio” a sé stante. Nel 1932 questo fu sciolto e diviso tra le colonie vicine, ma nel 1947 venne ricostituito per formare la colonia dell'Alto Volta, che il 5 agosto 1960 conquistò l'indipendenza. Maurice Yaméogo fu il primo presidente, ma nel 1966 fu deposto dal generale Sangoulé Lamizana, rimasto sino al 1980 l'arbitro indiscusso del Paese: governò da solo o con l'aiuto di un parlamento addomesticato in cui prevaleva un partito da lui ispirato, l'Union Démocratique Voltaïque.
Il 25 novembre 1980 un colpo di stato militare destituì Lamizana; il potere venne assunto dal colonnello Saye Zerbo, che sospese la Costituzione e sciolse il Parlamento. Due anni dopo (1983) un altro golpe destituì anche Zerbo, cui succedette il maggiore Jean-Baptiste Ouédraogo, ma per poco: il 4 agosto 1983 il potere fu assunto dal capitano Thomas Sankara, che governò con il sostegno di un Consiglio nazionale della rivoluzione. L'anno successivo il nome dello Stato fu mutato da Alto Volta (o Volta) in quello di Burkina. Nel settembre 1987 anche tale governo, già osteggiato dalle forze sindacali, fu rovesciato da un colpo di stato compiuto dal Fronte Popolare del capitano Blaise Compaoré, che assunse quindi la guida del Paese: proclamata dal nuovo regime la continuità col processo rivoluzionario avviato nel 1983, esso perseguì però una più efficace politica economica.
Dal 1989 si avviò un graduale processo di liberalizzazione che portò a una nuova Costituzione, approvata con referendum nel 1991. Alla fine dello stesso anno Compaoré fu confermato presidente, ma alla consultazione, boicottata dalle opposizioni riunite in un Coordinamento delle forze democratiche (CFD), partecipò solo poco più del 27% del Paese. Le prime elezioni legislative (giugno 1992) furono anch'esse vinte con un larga maggioranza dal partito del presidente (Organizzazione per la democrazia popolare-Movimento del lavoro: ODP-MT). Forte del rinnovato successo, Compaoré si poté così permettere di nominare un governo cui partecipavano anche alcune forze di opposizione. Successivamente il quadro democratico del Burkina Faso si mantenne sostanzialmente stabile nella figura di Compaoré, anche se non mancarono segnali di svuotamento del multipartitismo attraverso un processo di riaggregazione di forze intorno al partito del presidente che comunque continuò ad essere riconfermato come partito di maggioranza. Compaoré, grazie a un emendamento costituzionale fece abrogare la legge che poneva un limite al numero di mandati presidenziali e vinse le elezioni del novembre 1998 e quelle del 2005. Il risultato di queste consultazioni, comunque, fu duramente criticato dall'opposizione. L'ODP-MT, il cui nome era stato modificato in Congresso per la Democrazia e il Progresso (CDP) continuava a ottenere la maggioranza dei voti anche nelle elezioni del 2007.