Aspetti economici

Il Burkina Faso è un Paese incluso dall'ONU tra gli Stati più poveri del mondo (quelli cioè per i quali è stata coniata la definizione di Quarto Mondo). Devastato dalla siccità, esso dipende economicamente da un'agricoltura arcaica e da una pastorizia di carattere nomade. Il Burkina Faso non conobbe in epoca coloniale alcuna rilevante iniziativa; fu avviata soltanto la coltivazione delle arachidi e, come in tutta l 'Africa sudanese, quella del cotone. Né, con l'acquisizione dell'indipendenza, la situazione ha registrato miglioramenti di rilievo, benché il governo incoraggi con cospicue agevolazioni fiscali l'afflusso dei capitali esteri, al fine soprattutto di realizzare nel Burkina Faso moderne industrie, nonché adeguate infrastrutture. Il Paese vive in pratica degli aiuti stranieri, per massima parte provenienti dalla Francia; si calcola che i tre quarti del bilancio dello Stato poggino appunto su prestiti esteri.

 

Agricoltura e allevamento. Le attività primarie occupano l'assoluta maggioranza della popolazione attiva. Le principali colture alimentari sono quelle del miglio e del sorgo, cui è destinata la maggior parte dell'arativo e che, grazie al loro breve ciclo vegetativo, riescono a crescere anche nelle zone siccitose con un solo periodo di piogge all'anno; i rendimenti dei raccolti sono però molto aleatori per la forte variabilità che le condizioni climatiche possono presentare da un anno all'altro. Nelle zone più piovose si coltivano anche il mais, la manioca e la batata, mentre nelle aree dove sono state realizzate opere di irrigazione si è andata recentemente estendendo la risicoltura. Il principale prodotto di piantagione, che è altresì la più importante merce venduta all'estero, è il cotone, ampiamente diffuso, grazie all'irrigazione, nella fascia delle savane, dove sono del pari ben rappresentate le arachidi; si coltivano inoltre il karité, le cui noci sono largamente esportate, il sesamo, la canna da zucchero, il tabacco, varie primizie orticole. Le foreste, a causa dell'eccessivo sfruttamento subito nel passato, forniscono un quantitativo di legname sempre più esiguo. Tradizionale attività, come già detto, è l'allevamento del bestiame, che può contare su un patrimonio zootecnico rilevante, specie per quanto riguarda i caprini, i bovini, gli ovini e i volatili; esso occupa un posto preponderante nell'economia del Paese, in quanto alimenta, dopo il cotone, la principale corrente d'esportazione.

 

Risorse minerarie e industrie. Non manca un certo potenziale minerario, ma l'insufficienza delle vie di comunicazione ne scoraggia un adeguato sfruttamento. Il maggior interesse è attualmente puntato sui giacimenti di manganese di Tambao; sono inoltre presenti uranio, vanadio, diamanti e minerali auriferi. Modestissimo è il settore energetico. L'industria, globalmente molto modesta, si basa sulla trasformazione delle materie prime locali e lavora in pratica esclusivamente per il mercato in terno.

 

Comunicazioni. Del tutto insufficienti sono le vie di comunicazione. La rete stradale si sviluppa per 12.500 km, solo però per un quarto praticabili tutto l'anno, e si dirama a ventaglio dalla capitale verso gli Stati vicini; esiste inoltre un'unica linea ferroviaria di 622 km che collega Ouagadougou con Bobo-Dioulasso proseguendo nel territorio della Costa d'Avorio sino al porto di Abidjan : è un tipico esempio di ferrovia di penetrazione, grazie alla quale il Burkina Faso dis pone di uno sbocco diretto al mare. Il Paese può inoltre contare sui due aeroporti internazionali di Ouagadougou e di Bobo-Dioulasso e su una cinquantina di piccoli aerodromi; i servizi interni sono assicurati dalla Air Burkina.