Storia

Cronologia  

Per una cronologia storica aggiornata dello Swaziland, vedi la sezione Cronologia dell'Atlante di Nigrizia.

Un vasto movimento migratorio svoltosi dall'Africa orientale verso l'Africa centrale e meridionale (i più indicano i sec. XV-XVI) portò il clan dei Nkosi-Dlamini, appartenente a una tribù bantu, agli inizi del sec. XIX a riunire intorno a sé un gruppo di tribù e a fondare un regno (1815) di cui fu riconosciuto capo Sobhuza I. Il figlio di questi, Mswati (1839-68), allargò ancora di più il regno paterno: da lui è derivato il nome di Swazi (gente di Mswati) e da questo, poi, quello di Swaziland (territorio degli Swazi), nome attuale del Paese. Dopo avere battuto una prima volta gli Zulu (1836), Sobhuza I e Mswati si spostarono verso nord continuando a combattere con sorti alterne contro i nemici tradizionali. La pace fu raggiunta mercé la mediazione dell'agente britannico al Natal, Theophilus Shepstone. Altro accordo fu stipulato da Mswati con i Boeri del Transvaal, cui cedette parte dei suoi territori settentrionali. Sotto re Mbandzeni (1875-89) cominciò l'assedio degli Europei, specie Inglesi e Boeri, per ottenere concessioni di ogni genere (terre, miniere, foreste ecc.). Nel 1867 il Paese divenne ufficialmente protettorato britannico. Nella Convenzione di Pretoria (1881) e in quella di Londra (1884), Inghilterra e Transvaal riconobbero l'indipendenza dello Swaziland, ma di lì a poco il Transvaal cominciò ad avanzare pretese nell'intento di stabilire un corridoio per avere uno sbocco diretto sul mare. L'Inghilterra si oppose e fece accettare una sua proposta tendente a istituire una specie di governo misto anglo-boero (1890) per la durata di tre anni. Nel 1894, l'Inghilterra riconobbe al Transvaal il diritto di amministrare lo Swaziland con divieto però di incorporarlo: diritto rimasto in vigore sino al 1899 quando scoppiò la guerra anglo-boera. Nel 1903 l'Inghilterra assunse l'amministrazione diretta del Swaziland e lo incorporò nella colonia del Transvaal. Il 1º dicembre 1906, lo Swaziland passò sotto il controllo di un commissario della corona per i tre protettorati del Bechuanaland, Basutoland e Swaziland. L'anno successivo l'Inghilterra procedette alla riorganizzazione del Paese e alla revisione delle concessioni terriere e minerarie fatte agli Europei. Creata l'Unione Sudafricana (1910), il Swaziland rifiutò di entrarne a far parte; anche in seguito esso resistette alle pressioni degli Europei e del governo dell'Unione. Nel 1921, dopo una più che ventennale reggenza da parte della madre (era nato nel 1899), salì al trono il re (=Ngwenyama) Sobhuza II. Dopo la seconda guerra mondiale, l'Inghilterra dichiarò che non avrebbe trasferito il Swaziland all'Unione Sudafricana, la quale, al contrario, affermava di potere amministrare i tre protettorati britannici nel Sudafrica meglio dell'Inghilterra. Istituiti un Consiglio esecutivo e un Consiglio legislativo nel 1963, lo Swaziland conseguì la piena autonomia interna nell'aprile 1967 e quindi anche la piena sovranità esterna, nell'ambito del Commonwealth, il 6 settembre 1968. A cinque anni dall'indipendenza, Sobhuza II revocò la neonata Costituzione dello Swaziland, sospendendo l'attività dei partiti e assumendo pieni poteri (aprile 1973), e nel 1978 una seconda Costituzione sancì sostanzialmente l'involuzione assolutistica della monarchia. In seguito alla morte del sovrano (agosto 1982), assumeva la reggenza una delle sue vedove, la regina Dzeliwe, che un anno dopo era deposta e sostituita da un'altra vedova di Sobhuza, la regina Ntombi. Nel 1986 venne incoronato il nuovo re, Mswati III, che assunse la pienezza dei poteri il 19 aprile 1989, al compimento del ventunesimo anno di età. Il nuovo sovrano tese a rafforzare il proprio ruolo rispetto agli altri membri della famiglia reale, accentuando al contempo l'indirizzo fortemente autocratico del proprio potere anche contro l'opposizione popolare, soggetta sempre più ad azioni repressive, che non sono valse tuttavia a soffocare le pressioni per una gestione più democratica dello Stato. Queste sono state infine accolte dal re, il quale introdusse, nel 1992, un nuovo sistema elettorale che portò, nel settembre-ottobre 1993, alle prime elezioni libere. Il risultato delle consultazioni confermò il divario tra la popolazione e il governo che era sonoramente battuto, mentre il primo ministro uscente non era nemmeno rieletto in Parlamento. Il processo di democratizzazione, tuttavia, stentava ad affermarsi. Ancora nel 1996 (febbraio), i sindacati organizzarono una vasta mobilitazione cui aderiva la maggioranza della popolazione con il risultato di paralizzare il Paese, ma ottennero da Mswati III solo un'ennesima promessa per una futura completa liberalizzazione delle istituzioni. Virtualmente dipendente dal Sudafrica per le proprie attività economiche, lo Swaziland nel corso degli anni Ottanta perseguì una politica di dialogo e cooperazione con il potente vicino, consolidata in particolare da un patto segreto di non aggressione (1982). Cedendo alle pressioni dei Paesi vicini, riuniti a Maputo (Mozambico) nel luglio 1996, Mswati III annunciò l'istituzione di una Commissione per la revisione della Costituzione. Alla fine degli anni Novanta si diffuse contro il governo e la monarchia una radicale contestazione, che aprì un periodo di agitazioni: nel 2000 veniva proclamato per la prima volta nel Paese lo sciopero generale, ma nonostante questo, l'anno seguente Mswati III limitava ulteriormente la libertà di stampa e di associazione politica. Con la nuova Costituzione del 2006 venivano banditi tutti i partiti politici, aumentando il potere della monarchia assoluta. Nel settembre 2008 si svolgevano le elezioni per il rinnovo del parlamento, con candidati indipendenti, essendo vietati i partiti politici.