Aspetti economici

Fra i Paesi africani in via di sviluppo la Repubblica del Congo occupa un posto abbastanza privilegiato. La principale risorsa nazionale è il petrolio, la cui produzione è controllata dalle maggiori compagnie straniere. Dopo l'indipendenza i vari governi via via succedutisi, che hanno avuto e hanno orientamenti ideologici dichiaratamente socialisti, hanno sempre mantenuto buoni e stretti rapporti con la Francia, rimasta nettamente il maggior partner commerciale, e attuato una struttura economica di tipo misto. Così, accanto alle molte nazionalizzazioni realizzate per esempio nei trasporti e nei servizi pubblici, nei settori minerario, energetico e del legname, nell'ambito finanziario e bancario (Brazzaville è addirittura sede della Banque des Ètats de l'Afrique Centrale , che opera come istituto centrale per la Congo, il Camerun, la Repubblica Centrafricana, il Ciad e il Gabon, i Paesi cioè membri dell'UDEAC, l'Unione Doganale ed Economica dell'Africa Centrale) e accanto all'istituzione di vari enti statali di sviluppo e controllo sui principali prodotti agricoli, altri settori economici, in specie l'industria, rimangono eminentemente privati. Grazie senza dubbio alle risorse naturali, agricole, forestali e minerarie di cui dispone, ma anche a tale politica fortemente pragmatista e a un abile gioco internazionale che ha saputo avvalersi di sostegni tecnici e finanziari provenienti sia dai Paesi capitalisti sia da quelli socialisti, il Congo ha compiuto sensibili progressi.

 

Agricoltura e foreste. L'agricoltura impiega quasi la metà della popolazione attiva. Si tratta in larga misura di attività di pura sussistenza, praticata spesso con tecniche arcaiche, ma non mancano razionali piantagioni e, di più recente istituzione, redditizie aziende di Stato, create con l'assistenza tecnica cinese sul modello delle comuni. Non è stato tuttavia ancora raggiunto l'obiettivo dell'autosufficienza alimentare. Per il consumo interno si coltivano soprattutto manioca, mais e altri cereali, patate e banane; ma ben maggiore importanza economica hanno i prodotti destinati all'esportazione, che provengono in genere da vaste piantagioni dove l'impiego di moderne tecniche consente di ottenere un'elevata produttività. Di particolare rilievo sono varie oleaginose (palma da olio, arachidi, sesamo), la canna da zucchero, il caffè, il cotone, il tabacco. La principale risorsa del Paese è però rappresentata dalle foreste, che coprono oltre la metà della superficie nazionale, benché non siano ancora adeguatamente valorizzate anche per l'insufficienza delle vie di comunicazione. Si ricavano tuttavia legnami pregiati per l'esportazione, in particolare okoumé , mogano ed ebano. Scarsissimo rilievo ha invece l'allevamento del bestiame (il Congo è costretto a importare carne e latticini), anche se si è cercato di introdurre per esempio razze bovine resistenti alla tripanosomiasi; del pari ha un ruolo del tutto marginale la pesca.

 

Risorse minerarie. L'attività mineraria ha compiuto discreti progressi nell'ultimo decennio, anche se nel 1977 è stata chiusa la miniera di sali potassici di Holle Saint-Paul, presso Pointe-Noire. Il Congo estrae modesti quantitativi di rame, zinco, stagno, piombo, ma la principale risorsa mineraria è costituita da vari giacimenti di petrolio e di gas naturale. Molto ricco è anche il patrimonio idroelettrico, benché la produzione di energia elettrica sia tuttora piuttosto scarsa.

 

Industria. L'industria partecipa per oltre la metà alla formazione del prodotto nazionale ed è rappresentata soprattutto da aziende operanti nel settore alimentare (oleifici, zuccherifici, complessi molitori) e in quello della lavorazione del legno; si annoverano inoltre manifatture di tabacchi, birrifici, cementifici, cotonifici e una raffineria di petrolio.

 

Comunicazioni e commercio. In confronto ad altri Paesi dell'Africa centrale la Repubblica del Congo ha un sistema di vie di comunicazione abbastanza sviluppato, che risale però essenzialmente all'epoca coloniale, dati i precipui interessi della Francia nella regione. Le comunicazioni comprendono la linea ferroviaria Congo-Océan da Brazzaville a Pointe-Noire (da cui si dirama un tronco sino a Mlinda, realizzato per raggiungere l'area mineraria del Gabon) e una discreta rete stradale; la maggior parte del traffico continua tuttavia ad avvalersi delle vie navigabili interne, specie del Congo e dell'Oubangui. Infine Brazzaville, oltre a essere un attivo porto fluviale, è sede di un importante aeroporto internazionale, mentre Pointe-Noire è uno dei principali scali marittimi dell'Africa equatoriale, poiché per esso passano anche i prodotti da e per il Gabon, il Ciad e la Repubblica Centrafricana. Il commercio estero si svolge essenzialmente con la Francia, dalla quale proviene la metà dei prodotti d'importazione; più discontinuo è il ventaglio degli acquirenti di merci congolesi. Le importazioni riguardano soprattutto macchinari, mezzi di trasporto, prodotti chimici e tessili, mentre le esportazioni sono in prevalenza rappresentate da petrolio, legname, diamanti e prodotti agricoli (caffè, cacao, semi oleosi).