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Storia
La Repubblica Centrafricana, già colonia francese col nome di Oubangui-Chari, abitata da pigmei, fu popolata da altri gruppi etnici, incalzati da conquistatori religiosi (come Usman dan Fodio all'inizio del 1800) o da avventurieri e schiavisti (come Rabah verso la fine del sec. XIX), forse solo all'inizio del sec. XIX. Il russo Junker e il belga Van Gele furono, nel 1876-77, i primi europei a penetrare nella regione; successivamente i francesi, che andavano estendendo la loro influenza nelle regioni interne dell'Africa occidentale ed equatoriale, raggiunsero l'Oubangui; Crampel arrivò, il 25 settembre 1890, a Bangui, attuale capitale della Repubblica. Nel 1892 e 1893 Dybowski e Maistre sottoscrissero trattati coi sultani del Baghirmi; negli anni seguenti fu percorsa la regione occidentale del territorio e il 1º novembre 1897 Gentil raggiunse lo Chari. Le colonie francesi infransero subito dopo l'ostinata resistenza di Rabah, uccidendolo a Kousseri nel 1900. Intanto nel 1894 i territori dell'Alto Oubangui e del Bangui occidentale erano stati riuniti sotto il comando del Monteil, e, nel 1897, era stato istituito il governo dell'Oubangui-Chari. Nel 1910, con la creazione dell'Africa Equatoriale Francese, l'Oubangui-Chari diventò, con Ciad, Gabon e Medio Congo, una delle quattro colonie della federazione.
Territorio d'Oltremare nel quadro dell'Unione francese (1946), optò per l'ingresso nella Comunità Francese con lo status di Repubblica autonoma e con la nuova denominazione di Repubblica Centrafricana (1º dicembre 1958). Il 13 agosto 1960 il nuovo Stato accedette alla piena indipendenza. Il 1º gennaio 1966 il presidente della Repubblica David Dacko fu deposto da un colpo di stato guidato dal maresciallo Bokassa. Presidente a vita dal 1972, quest'ultimo si proclamò il 4 dicembre 1976 imperatore del Paese (Impero Centrafricano). La breve parentesi “imperiale” venne chiusa il 20 settembre 1979 con un nuovo rovesciamento della direzione politica che restaurò la Repubblica. Dacko, tornato alla presidenza, venne tuttavia destituito il 1º settembre 1981 da un colpo di stato militare orchestrato dal generale André Kolingba, con l'appoggio della Francia. Venne sospesa la Costituzione e tutti i poteri passarono al Comitato Militare per la Rinascita Nazionale. Una prima inclusione di civili nel governo vi fu solo nel 1985 con lo scioglimento del comitato; nell'anno seguente venne promulgata una nuova Costituzione, fu istituito il partito unico del Rassemblement Démocratique Centrafricaine (RDC) e Kolingba fu rieletto presidente.
Nell'aprile 1991 le pressioni internazionali costrinsero Kolngba ad avviare un processo di democratizzazione aprendo al multipartitismo e indicendo elezioni che si svolsero nel 1993 eleggendo alla presidenza della Repubblica Auge-Félix Patassé del MPLC (Mouvement pour la Libération du Peuple Centrafricain). Egli già alla fine del 1994 indisse un referendum per l'approvazione di una nuova Costituzione, votata a larga maggioranza (l'82%) dalla popolazione, che portò alcuni mutamenti in vista di un rafforzamento dei poteri presidenziali: il capo dello Stato, il cui mandato era precedentemente fissato in 6 anni senza possibilità di rielezione, venne autorizzato a ricandidarsi, e divenne il garante dell'unità del Paese, mentre il primo ministro risultò avere la funzione di attuare la politica decisa dalla presidenza.
La formazione di un governo costituito esclusivamente da appartenenti al MPLC aprì, a partire dall'aprile 1996, una fase di crisi, con la ribellione di alcuni settori dell'esercito che chiesero le dimissioni del presidente. Grazie all'intervento di un contingente francese, presente nella Repubblica Centrafricana, e alla mediazione di alcuni Paesi africani, Patassé riuscì ad avere ragione sui sediziosi, concedendo un'amnistia, promettendo la formazione di un governo di unità nazionale e accettando la creazione di una Missione interafricana per la sorveglianza degli accordi di Bangui (MISAB), composta da 750 militari di sei Paesi africani (Burkina, Ciad, Gabon, Mali, Senegal e Togo) che divenne operativa nel febbraio 1997. Tuttavia proprio nel 1997 vi fu una nuova rivolta dei militari con nuovi ammutinamenti e frequenti scontri tra reparti del MISAB e soldati ammutinati; per tale motivo, nel marzo 1998, il Consiglio di sicurezza dell'ONU decise di inviare nella Repubblica Centrafricana un nuovo contingente di caschi blu (missione MINURCA), che sostituì le forze della missione MISAB. Ritirata la missione nel 2000, un nuovo colpo di stato venne represso nel 2002 grazie anche all'intervento delle truppe libiche che agirono accanto alle milizie governative. I ribelli mantennero tuttavia il controllo di vaste aree del centro-nord del Paese fino a che nel 2003 François Bozizé, capo dei ribelli, con un colpo di stato destituì Patassé e si autoproclamò presidente. Egli sospese la Costituzione del 1995 e, sciolta l'Assemblea nazionale, formò un governo di unità nazionale con l'intenzione di preparare nuove elezioni che si svolsero nel 2005 e gli consegnarono la vittoria, riconosciuta dalla comunità internazionale. Tuttavia anche con l'assunzione da parte di Bozizé della carica di Presidente la situazione nel nord del Paese non riuscì a stabilizzarsi: i banditi continuavano a controllare le zone di confine con il Sudan, il Ciad e il Camerun e nonostante la firma di accordi di pace (l'ultimo nel 2007) la sicurezza nella Repubblica Centrafricana rimaneva precaria.