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Economia
Paese ricco, largamente favorito quanto a risorse minerarie e forestali, il Gabon è, sotto certi aspetti, uno degli Stati africani che maggiormente esprimono le profondissime contraddizioni economiche del continente. Il prodotto lordo pro capite alto (il Gabon è secondo, su scala continentale, solo alla Libia), dipende dallo scarso popolamento e dalla presenza di cospicue risorse petrolifere, peraltro controllate da società straniere. La maggior parte della popolazione è rimasta totalmente estranea alla tumultuosa crescita economica del Paese.
Profilo generale. L'agricoltura è ben lungi dal coprire il fabbisogno interno; del tutto inadeguate sono le industrie; scarsissime le vie di comunicazione; estremamente ridotti i servizi so ciali in genere. Il Gabon presenta infatti tutte le tipiche connotazioni di un Paese vincolato dal neocolonialismo. Il notevolissimo sviluppo economico gabonese è di recente data; esso prende avvio negli anni immediatamente successivi all'indipendenza, a ttivato soprattutto dalle numerose imprese sorte a opera di società straniere, specie francesi e statunitensi, interessate allo sfruttamento delle risorse minerarie (manganese, petrolio, uranio, ferro) e forestali, benché grazie ai finanziamenti esteri non siano mancati taluni interventi statali, volti particolarmente al potenziamento delle infrastrutture viarie. Tuttavia è stato essenzialmente il petrolio, con i suoi colossali rincari registrati a partire dal 1973, a imprimere una straordinaria acceler azione all'incremento dell'economia nazionale: il petrolio copre oggi i 4/5 delle esportazioni e concorre per oltre metà alla formazione del prodotto nazionale. È da dire però che, dopo un iniziale periodo caratterizzato da una politica economica di inco ntrollato liberismo, negli ultimi anni il governo gabonese ha intrapreso una serie di misure volte alla riappropriazione, almeno parziale, del patrimonio minerario nazionale; la partecipazione statale è ancora minoritaria nelle multinazionali che control lano l'estrazione del petrolio, del manganese e dell'uranio, mentre detiene la maggioranza nella SOMIFER, la società da cui dipende lo sfruttamento dei giacimenti di ferro. Inoltre è in corso un programma di incentivazione dell'agricoltura, il settore più carente, e contemporaneamente si mira al potenziamento delle attività industriali.
Agricoltura. L'agricoltura è infatti estremamente arretrata, essenzialmente rivolta all 'immediato consumo locale, ha come colture principali la manioca, il mais e le batate, mentre un ruolo assai limitato hanno alcune coltivazioni commerciali (caffè, cacao, banane); il Paese deve importare quantitativi molto ingent i di generi alimentari. Scarso rilievo rivestono del pari sia l'allevamento (ostacolato peraltro dalle condizioni ambientali) sia la pesca, che pure dispone di acque pescose, percorse dalla corrente fredda del Benguela e quindi ricche di plancton. Le for este coprono i 3/4 della superficie territoriale e hanno a lungo rappresentato la principale risorsa economica del Paese, fornendo elevati quantitativi di legname pregiato, specie di okoumé, impiegato per la fabbricazione del compensato; oggi lo sfruttamento forestale è controllato dallo Stato che per timore di un eccessivo impoverimento di okoumé ha in corso un vasto programma di rimboschimento.
Risorse minerarie. Assa i più redditizio è però, come si è detto, lo sfruttamento minerario: si estraggono petrolio, manganese (il Gabon alterna con il Brasile il quinto posto su scala mondiale), gas naturale, cui si aggiungono più modesti apport i di zinco, oro, argento e diamanti; assai cospicue sembrano inoltre le riserve di ferro di Bélinga, nel Gabon nord-orientale. Le previsioni vedono l'esaurimento a breve termine dei giacimenti di petrolio, ma è in notevole sviluppo l'estrazione dell'uran io, del manganese e, soprattutto, dei minerali di ferro, per cui il Gabon dovrebbe entrare a far parte dei maggiori produttori mondiali del settore.
Industria. L'industria partecipa in larga parte alla formazione del prodotto nazionale ; le attività più importanti riguardano la prima lavorazione dei minerali e soprattutto del legno: a Port-Gentil, dove il legname arriva per fluitazione sul fiume Ogooué, funziona uno dei maggiori stabilimenti del mondo di compensati, cui vanno aggiunte numerose segherie. Sempre a Port-Gentil sono per lo più concentrate le altre industrie gabonesi, che riguardano essenzialmente il settore alimentare (birrifici, complessi molitori, oleifici); presso la città opera anche un'importante raffineria di petrol io.
Comunicazioni e commercio. Alla modesta rete ferroviaria (683 km) si aggiungono 7.800 km di strade, di cui solo 626 km asfaltati; per cui il Gabon affida largamente i suoi traffici alla rete fluviale e ai servizi aerei, gestiti ess enzialmente dalla Air Gabon. Libreville e Port-Gentil sono i principali aeroporti internazionali; Libreville, con il vicino porto di Owendo, e Port-Gentil sono del pari i maggiori sbocchi marittimi. La bilancia commerciale è fortemente attiva; le esportazioni di minerali (petrolio, manganese, uranio) e di legname superano ampiamente le importazioni, rappresentate da macchinari, prodotti industriali in genere, derrate alimentari. Gli scambi continuano a svolgersi eminentemente con la Francia, quindi soprattutto con gli Stati Uniti e la Germania.






