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Aspetti economici
L'Angola è un Paese potenzialmente assai ricco, sia per l'agricoltura sia per le risorse minerarie, ma risente della condizione di continua guerra civile: lo sviluppo agricolo e industriale è stato bloccato dall'ince rtezza causata dai continui attacchi dei guerriglieri agli impianti; parte della popolazione soffre ancora la fame e l'agricoltura non soddisfa le esigenze interne. Al governo di Lisbona si devono le prime infrastrutture (strade, ferrovie ecc.), la creazione di piantagioni, l'inizio dell'attività estrattiva; più modesta, ma non esigua nel contesto africano, la presenza portoghese nell'industria di trasformazione, che a partire dagli anni Sessanta aveva registrato un buon incremento. Ciò però aveva comportato una crescente dipendenza dall'estero, il che ha contribuito a rendere più drammatica la situazione venutasi a creare dopo il crollo del regime salazariano nel 1974. Nel periodo intercorso tra questo e la proclamazione della Repubblica si sono avute la fuga di capitali e quadri tecnici portoghesi e l'internazionalizzarsi della guerra di liberazione, data l'ampiezza degli interessi economici in gioco. Con la vittoria di Neto e la conseguente istituzione di un regime socialista si sono avute la confisca e la nazionalizzazione delle terre, la creazione di grandi aziende di Stato e di cooperative, la sostituzione della moneta, la nazionalizzazione delle banche e delle industrie; tuttavia, per assicurarsi i necessari aiuti finanziari esteri, ampie concessioni sono state fatte alle multinazionali statunitensi, tedesche e sudafricane operanti nel settore diamantifero e petrolifero (anche all'ENI), benché con l'ex URSS l'Angola abbia avuto rapporti privilegiati, sanciti nel 1976 da un accordo economico ventennale.
Agricoltura, allevamento e industrie. L'agricoltura dispone di ambienti vari, adatti alle colture più diverse. Tra i prodotti destinati all'industria e all'esportazione sono il caffè, il cotone, le banane, il sisal, le oleaginose (palme, arachidi), il tabacco, la canna da zucchero; per il consumo interno si coltivano mais, manioca, patate, ortaggi. Cospicuo è il manto forestale (pari al 43% della superficie territoriale), che fornisce legname pregiato. L'allevamento (bovini soprattutto) è diffuso sull'altopiano, specie nell'Angola meridionale, dove rappresenta la risorsa fondamentale. Notevole importanza ha anche la pesca, che alimenta vari stabilimenti conservieri; porti pescherecci sono Benguela, Luanda, Namibe, Porto Amboim, Tombua. Vario e di rilievo è il patrimonio minerario, specie per il petrolio, i diamanti e il ferro; presenti anche sostanze bituminose, manganese, rame. A parte le raffinerie di Luanda e Lobito e alcuni cementifici, il settore industriale è volto soprattutto alla trasformazione dei prodotti agricoli locali, annoverando perciò cotonifici, zuccherifici, manifatture di tabacchi, oleifici, birrifici ecc.
Comunicazioni e commercio. Gravissime sono le ripercussioni dei conflitti sulle vie di comunicazione. Le ferrovie (circa 3.000 km) collegano le piantagioni e le aree minerarie ai porti atlantici; un ruolo fondamentale svolge la linea detta del Benguela, che attraverso l'Angola conduce nello Shaba, nella Repubblica democratica del Congo e nella Zambia. La rete stradale (76.600 km) è gravemente insufficiente e solo la zona attorno a Luanda è ben servita; in sviluppo sono i servizi aerei, con principali aeroporti a Luanda, Huambo, Lubango, Cubinda; compagnia di bandiera è la TAAG (Trasporti Aerei Angolani). Limitato è il commercio interno e ben pochi sono i generi di consumo industriali che escono dalle città; più dinamico il commercio con l'estero, attivo grazie soprattutto al petrolio; si esportano inoltre caffè, diamanti, minerali di ferro, cotone, sisal, ecc., mentre si importano con netta prevalenza veicoli, macchinari, nonch é diversi altri prodotti industriali.






