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Wwf: il ponte sullo stretto crolla sotto il voto di Strasburgo
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"Il voto del Parlamento europeo di oggi, che ha cancellato il ponte sullo Stretto di Messina dall'elenco delle Reti transeuropee- TEN, dimostra come la costruzione dell'infrastruttura strategica simbolo dal Governo italiano sia solo un lusso provinciale che non risponde ai parametri ambientali ed economico-finanziari dettati in sede comunitaria - commenta Gaetano Benedetto, Segretario aggiunto del WWF Italia - Ricordiamo che il ponte è un lusso che costerebbe 6 miliardi di euro su cui il Governo ha deciso di investire, con la ricapitalizzazione di Stretto di Messina SpA, 2.5 miliardi di euro. Per la sua realizzazione però mancano all'appello 3,5 miliardi di euro, una cifra che sarà ancora più difficile reperire dopo che l'Europa ha deciso di non contribuire con un proprio finanziamento (i progetti TEN non transafrontalieri godono del 10% del contributo europeo).
I costi sono elevatissimi, date le caratteristiche realizzative dell'infrastruttura che dovrebbe sfregiare una delle zone a più alto pregio ambientale a più elevato rischio sismico del Mediterraneo: un ponte a campata unica della lunghezza di 3.300 metri, con doppio impalcato ferroviario e stradale, teso tra due da torri alte 382.60 metri, ancorato a terra con 5.300 metri di cavi d'acciaio e servito da decine di chilometri di opere connesse"
E il ponte non si ripagherà neppure con i pedaggi, sottolinea il WWF Italia, come confermato anche dalla Convenzione tra lo Stato e la Stretto di Messina Spa che vede RFI SpA corrispondere un pedaggio annuale di ben 100 miliardi di euro l'anno per il traffico ferroviario e 38 milioni di euro l'anno, rivalutabili nel corso del tempo, trasferiti sempre da RFI a Stretto di Messina SpA a titolo di contributo, ricavati dai fondi che ad oggi vengono destinati al traghettamento. Anche il traffico veicolare non contribuirebbe a far quadrare i conti. Il WWF ricorda che DICOTER del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, stima al 2032 un passaggio di appena 18.500 veicoli al giorno (crescita alta) o di 10.500 (crescita bassa) su un'infrastruttura creata per un traffico di 100.000 veicoli/giorno, attestando il fatto che il traffico stradale (a più alta redditività) sarà per venti anni estremamente limitato e non catturerà quote di domanda del traffico aereo o marittimo di lunga distanza, né di quello locale.