Violato il diritto alla vita nelle Rsa nella pandemia. La denuncia di Amnesty International

Stampa

Foto: Unsplash.com

L’insufficiente risposta delle istituzioni italiane alla pandemia da Covid-19 nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali si è tradotta in violazioni del diritto alla vita, alla salute e alla non discriminazione degli ospiti anziani. È quanto denuncia Amnesty International nel rapporto “Abbandonati”, pubblicato giovedì 17 dicembre 2020, in cui è stato analizzato l’impatto delle decisioni e pratiche delle istituzioni nella risposta alla pandemia in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, Regioni dove Covid-19 si è abbattuto con violenza sulle persone accolte nelle residenze sociassistenziali per anziani (Rsa). La grave lentezza nell’emanazione di provvedimenti adeguati, l’intempestiva chiusura alle visite esterne, la mancanza di misure di protezione e i ritardi nell’esecuzione di tamponi su ospiti e operatori sanitari hanno contribuito alla diffusione dei contagi e ai decessi, dimostrando la de-prioritizzazione di questi presidi sanitari rispetto agli ospedali, nonostante la popolazione anziana fossa stata dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) tra le più vulnerabili sin dall’inizio della pandemia.

Amnesty International ha realizzato più di 87 interviste a familiari di anziani deceduti o residenti nelle strutture, a dirigenti e membri del personale medico, a sindacati e associazioni di familiari che difendono i diritti delle persone anziane. Per la ricostruzione della diffusione del virus in Lombardia Amnesty International ha fatto ricorso alle inchieste di Altreconomia  sui decessi nelle Rsa di Bergamo: ad aprile 2020 Altreconomia aveva presentato una richiesta di accesso civico generalizzato alle aziende sanitarie lombarde (Ats e Asst) per avere i dati relativi ai decessi negli ospedali e nelle Rsa, ai contagi tra il personale sanitario, alla distribuzione dei dispositivi di protezione personale e ai flussi registrati tra ospedali e residenze per anziani. Amnesty International ha anche dato conto del libro di Vittorio Agnoletto “Senza respiro”, pubblicato da Altreconomiainchiesta sulla diffusione della pandemia in Lombardia, Italia ed Europa.

L’immagine più immediata dell’impatto che l’emergenza Covid-19 ha avuto sulla popolazione anziana nelle strutture è fornita dai dati che spesso, denuncia Amnesty International, non sono stati accessibili o sono risultati disponibili solo per pochi territori. Secondo le cifre della Protezione civile e dell’Istituto superiore di sanità (Iss), dall’inizio dell’emergenza sanitaria al 14 dicembre 2020 i decessi totali di persone con Covid-19 registrati in Italia sono stati 65.011. Secondo Istat tra gennaio e maggio 2020 i decessi totali in Lombardia sono stati 16.262 mentre nelle Rsa, stando a quanto dichiarato dall’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera il 9 settembre 2020, i decessi di persone positive al Covid-19 nello stesso periodo sono stati 3.139. Un decesso su cinque, quindi, ha avuto luogo in una Rsa.

Al 3 giugno 2020 in Emilia-Romagna sono deceduti 1.032 residenti di strutture per anziani positivi al Covid-19, ovvero il 25% dei 4.081 decessi con Covid-19 nella Regione. In Veneto tra il 20 febbraio e il 10 novembre 2020, hanno perso la vita 1.120 residenti di strutture per anziani positivi al Covid-19: il 42% dei 2.643 decessi con Covid-19 registrati nella Regione fino a quel momento. Secondo i dati dell’Istat 1.839 persone sono decedute con Covid-19 nelle strutture sociosanitarie per anziani nella regione Veneto nel periodo tra gennaio e maggio.

La diffusione dei contagi, e il successivo aumento dei decessi, evidenza il rapporto, inizia da fine dello scorso febbraio a seguito dei trasferimenti dei pazienti, sia positivi al Covid-19 sia con sintomi riconducibili alla malattia, dagli ospedali verso le strutture di residenza sociosanitarie e socioassistenziali. I dirigenti ascoltati da Amnesty International hanno riferito di essersi sentiti sotto pressione nell’accettare le persone dimesse dall’ospedale in alcuni casi perché era l’unico modo per garantire un’entrata economica a fronte di posti letto altrimenti vuoti. In altri per la paura di compromettere le relazioni con le autorità regionali, fonte essenziale di finanziamento per i presidi residenziali sociosanitari. Sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria le strutture non erano adeguate ad affrontare il diffondersi dei contagi. Il personale medico era carente e i tamponi sono mancati almeno fino al periodo di massima diffusione del virus. “Ho iniziato immediatamente a perseguitare [le autorità sanitarie locali] per ottenere i tamponi per tutti, anche per gli asintomatici. Il 10 aprile abbiamo ricevuto i primi tamponi per il personale, dopo aver inviato richieste a non finire. Chiedevamo tamponi per ogni caso di febbre ma (le autorità sanitarie locali) non rispondevano mai. Il direttore generale ha ottenuto cinque tamponi intorno a Pasqua”, è la testimonianza della dirigente sanitaria di una Rsa a Milano raccolta nel rapporto.

Inoltre i Dispositivi di protezione (Dpi) non erano disponibili. Secondo i dati dell’Iss pubblicati a maggio 2020, il 77% delle strutture intervistate aveva individuato proprio nella loro assenza una delle mancanze più gravi da dovere risolvere. Le strutture, tranne alcune eccezioni, non disponevano dei sistemi e delle infrastrutture necessarie per isolare in modo efficace gli ospiti contagiati o potenzialmente infetti. La carenza di personale medico, che si stava ammalando, ha ulteriormente indebolito la capacità di intraprendere le misure necessarie per tenere sotto controllo l’infezione e prendersi cura in modo adeguato di un crescente numero di ospiti ammalati...

L'articolo di Marta Facchini SEGUE SU: Altreconomia.it

Ultime notizie

Il Punto - Si muore nel silenzio

19 Settembre 2025
I palestinesi sono soli, entriamo nel giorno 1.303 dall’invasione russa in Ucraina, e altrove, si muore nel silenzio dei media. (Raffaele Crocco)

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad