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Verso Glasgow: salviamo il clima con il disarmo e senza il nucleare
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Foto: Unsplash.com
A Glasgow in preparazione della Cop26, il governo inglese non facilita il dialogo con la società civile. Si respira un clima di boicottaggio della partecipazione degli attivisti provenienti dall’estero. Ciò conferma le premesse negative poste dagli incontri preparatori, ad esempio la preCOP di Milano: non vi sono grandi speranze riponibili rispetto alla incisività delle conclusioni previste per la conferenza ONU che si terrà a Glasgow a novembre. Il bla bla bla denunciato da Greta Thunberg è la verità.
La Cop26 di Glasgow, dal punto di vista di chi vuole risolvere l’emergenza climatica, dovrebbe prevedere 5 punti: quote obbligatorie e non volontarie per gli Stati, tagli equi che contemplino quanto si è scaricato in passato nell’atmosfera, restituzione del debito ecologico e sociale che il Nord del mondo ha contratto verso il Sud, ruolo protagonista dei poteri pubblici con metodo democratico e non del mercato dominato dalla finanza speculativa e dalle multinazionali.
E’ un fatto positivo che i giovani di Fridays for Future si siano focalizzati sul terzo punto: la giustizia climatica, riprendendo l’impostazione di Alex Langer con la sua Campagna Nord Sud.
Noi ecopacifisti dobbiamo invece concentrarci sul quinto punto, che nessun altro potrà trattare al nostro posto: l’impatto delle attività militari sull’ambiente e sul clima e quindi il disarmo come soluzione del problema.
L’argomento centrale che dobbiamo porre a Glasgow sta nel mettere in rapporto il clima con la pace. E non in modo ideologico: è documentabile e documentato che le attività militari e belliche impattano con il clima. Di questo principalmente, per il tramite del nostro rappresentante Ennio Cabiddu di Sardegna pulita, Disarmisti Esigenti, Abbasso la guerra e molte altre realtà, insieme alle donne nostre partner della WILPF, parleremo alla Cop26 di Glasgow con i movimenti giovanili ambientalisti, invitando alla lotta comune e a fare pressione sui negoziati. Collegato a questo impegno vi è il fatto che la lobby nucleare vuole accreditarsi come alleata delle rinnovabili nella transizione ecologica con nuove tecnologie e mini reattori modulari...
L'articolo di Laura Tussi segue su Peacelink.it
Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui Pressenza, Peacelink, Ildialogo, Unimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti. Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.