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Usa: vince Bush, contestazioni in Ohio e in piazza
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Dopo una notte di notizie altalenanti, a meno di improbabili rovesciamenti, George W. Bush sarà presidente degli Stati Uniti per altri quattro anni. Bush guida 254 a 252 ed è pronto a cantare vittoria, ma fino al pomeriggio inoltrato Kerry non ha ammesso la sconfitta perché in Ohio - dove Bush è in vantaggio per circa 145mila voti - ci sono 250mila schede provvisorie (cioè degli elettori non iscritti alle liste) che in base alla legge dello Stato saranno contate solo tra 11 giorni. Solo in serata, in una telefonata a George W. Bush, il candidato democratico John Kerry avrebbe ammesso la propria sconfitta.
Bush intanto ha vinto in Florida, lo Stato che quattro anni fa decise la sfida con Al Gore per soli 537 voti. Finora, un solo Stato, il New Hampshire con i suoi 4 Voti Elettorali, ha cambiato di campo rispetto alle elezioni 2000. Restano da attribuire, oltre all'Ohio, l'Iowa (7), dove sono emersi problemi con le macchine del voto elettronico e il New Mexico (5, mancano ancora migliaia di voti per posta): entrambi Stati democratici nel 2000, ma la cui somma di Voti Elettorali li rende ormai ininfluenti confrontati con l'Ohio.
"La vittoria del presidente - racconta il deputato Giovanni Kessler vicedirettore della squadra di osservatori dell'Osce e che si trova proprio in Ohio - potrebbe rimanere in sospeso perché è stato calcolato che ci sono circa 120-150mila provisional ballot (le schede di chi non risulta iscritto nelle liste. Queste devono essere convalidate in un secondo tempo dai giudici: è possibile che la faccenda vada avanti anche per delle settimane". I "voti provvisori" sono una novità introdotta dopo il pasticcio delle elezioni del 2000. Riguardano quegli elettori che alle urne non non hanno documentazione in regola ma sono comunque ammessi a votare, ma la loro preferenza verrà considerata solo in un secondo momento, dopo aver appurato il motivo per cui il nome non figurava nell'elenco. Si tratta di solito di elettori delle minoranze, normalmente tendenti a votare democratico, ma forse non basteranno per cambiare il risultato in Ohio.
In Florida, Ohio, Iowa, Nuovo Messico e Wisconsin fervono le battaglie legali, i ricorsi e le attivita' di osservazione. Gia' sono state presentate varie denunce per la sparizione delle schede per il voto per corrispondenza o per la presenza nei seggi dei militanti dei partiti politici che potrebbero contestare il diritto al voto delle persone che si recano alle urne. Due giudici hanno vietato lunedi' tale pratica, affermando che solo i funzionari elettorali sono abilitati a fare una simile valutazione, ed i Repubblicani hanno subito presentato appello. E il 3 novembre scendono in piazza le voci dei movimenti per i diritti civili degli Stati Uniti per denunciare le violazioni di voto che possono aver condizionato le elezioni. Numerosi personaggi della società civile americana e internazionale invitano a scendere in piazza per evitare che come nelle elezioni del 2000 vengano compiute frodi elettorali con la cancellazione di voti validi. Le reti di "United for Peace and Justice" continuano nella richiesta di ritirare le truppe di occupazione in Iraq. Per giovedì 11 novembre hanno previsto un momento di incontro con i famigliari dei veterani morti in Iraq.
Una partecipazione al voto senza precedenti per le consuetudini americane - forse superiore al 60% degli aventi diritto e quindi equivalente a 120 milioni di voti e forse più mentre fu appena il 51% nelle contestatissime elezioni del 2000 - ha cartatterizzato le elezioni statunitensi per il presidente, la Camera, parte del Senato e dei governatori statali e vari referendum locali. Un voto che viene visto da molti paesi del mondo come prevalente per Kerry secondo un sondaggio in base al quale solo la le Filippine e la Nigeria rieleggerebbero oggi George W.Bush. L'India e la Thailandia si spaccherebbero a metà, ma il resto del pianeta - con una chiara e forte partecipazione del Sud del Mondo - voterebbe in massa per John Forbes Kerry, con almeno una media di 26 punti percentuali di scarto, 20% per Bush, 46% per Kerry. Il macro-sondaggio è stato compiuto da maggio a settembre su un campione 'planetario' altamente rappresentativo. [AT]
Fonti: Osservatorio sulla legalità, Peace Reporter, Reporter Associati, United for Peace and Justice, Civil Rights