Usa: cittadini in fuga dopo la rielezione di Bush

Stampa

A sole 48 ore dalla rielezione di George W. Bush, i consolati di Canada, Nuova Zelanda e Australia sono stati sommersi dalle richieste di cittadini ansiosi di emigrare - segnala Tania d'Amico della redazione de "Il Corriere Canadese" in un articolo riportato da Reporter associati. "L'effetto-Bush ha spinto gli americani a cercare i Paesi meno conservatori, più aperti alla legalizzazione dei matrimoni fra i gay, alla depenalizzazione della marijuana e al finanziamento del sistema sanitario. Tutte tematiche trascurate dall'amministrazione Bush e che, secondo i più pessimisti, saranno ulteriormente accantonate per i prossimi quattro anni" - riporta la giornalista.

Già negli anni Sessanta, durante la guerra fredda, molti americani parlavano di emigrare in Australia per evitare i rischi. E in questi giorni si sta delineando uno scenario simile anche se dai vari consolati negli Usa le autorità invitano alla cautela. All'ambasciata canadese di Washington, che gestisce il maggior numero di richieste relative all'immigrazione, il numero delle domande è aumentato in due giorni. "Quelli che decidono di emigrare non sono affatto convinti dalla direzione verso la quale l'America sta andando" - ha detto Pam Lambo, responsabile dell'ufficio stampa.

Per emigrare gli americani cercano informazioni sul Web. Il numero di cittadini degli Usa che ha visitato il sito Web ufficiale dell'immigrazione canadese è aumentato di sei volte, con molti americani che accarezzano l'idea di abbandonare il paese dopo la vittoria del presidente George W. Bush nelle elezioni presidenziali. "Quando abbiamo guardato le statistiche del primo giorno successivo alle elezioni, il 3 novembre, abbiamo trovato un nuovo record di visite, quasi il doppio del record precedente" - ha detto la portavoce del ministero dell'immigrazione canadese Maria Iadinardi. In una giornata normale, circa 20.000 persone visitano dagli Stati Uniti il sito www.cic.gc.ca: una cifra che è schizzata mercoledì scorso a 115.016. Il numero di visite dagli Usa è poi sceso a 65.803 nella giornata di giovedì, ma ancora nettamente al di sopra della media.

Il Canada è uno dei pochi paesi avanzati con una politica che promuove l'immigrazione su vasta scala. La residenza permanente si può ottenere in un anno, ma gli americani possono trasferirsi per un lunghi periodi chiedendo un permesso di lavoro. Storicamente, il Canada ha sempre rappresentato un rifugio sicuro per i "cugini degli States". Ottawa si propone di attirare nel paese tra i 220.000 e i 240.000 immigrati il prossimo anno. [GB]

Ultime notizie

Il punto - La diplomazia resta uno strumento fragile

14 Novembre 2025
Le guerre in corso non sono eventi straordinari, ma parte di un problema in espansione. (Raffaele Crocco)

COP30: la cronaca della delegazione di Agenzia di Stampa Giovanile

13 Novembre 2025
Una delegazione di 9 giovani e ricercatori trentini è alla Conferenza ONU sul Clima (COP30) a Belém, in Amazzonia, per raccontare e condividere il futuro del Pianeta.

Laura Tussi, la voce radicale della pace

13 Novembre 2025
Laura Tussi, la voce radicale della pace. Impegnata per la giustizia contro riarmo e discriminazioni. (Giorgio Cremaschi e Salvatore Izzo)

Dossier – I portuali contro le guerre nel mondo. Nord Ovest Europa (3)

12 Novembre 2025
Anche nell’Europa occidentale, dal Mar Mediterraneo all’Atlantico, i porti sono crocevia di armi. (Linda Maggiori)

Elezioni nel 2026: fare politica nella Gerusalemme occupata

11 Novembre 2025
Le elezioni in programma per il 2026 sono un punto cruciale per un futuro governo unitario in Palestina. (Monica Pelliccia e Alice Pistolesi)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad