Unione europea: politiche di coesione e sud-est Europa

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Foto: Unsplash.com

L’Unione europea adotta bilanci a lungo termine che interessano periodi che vanno dai cinque ai sette anni. Una parte consistente – mediamente un terzo – di questi piani di spesa pluriennali viene destinata alle cosiddette politiche di coesione.

Queste ultime sono il principale canale di investimento dell'UE volto a sostenere la creazione di posti di lavoro, la competitività delle imprese, la crescita economica, lo sviluppo sostenibile e più in generale a migliorare la qualità della vita dei cittadini europei.

Nello specifico la coesione economica e sociale, così com’è definita dall’Atto unico europeo del 1986, mira a “ridurre il divario fra le diverse regioni e il ritardo delle regioni meno favorite”. Il più recente trattato dell’UE, il Trattato di Lisbona, aggiunge una terza dimensione e parla di “coesione economica, sociale e territoriale”.

Nel periodo 2014-2020, l’Unione europea è riuscita a mobilitare e a destinare più di 390 miliardi di euro alle politiche di coesione (fonte: Cohesion data 2014-2020), ben oltre un terzo del budget europeo complessivo previsto all’inizio del settennato. Per il periodo 2021-2027, l’Unione europea, orfana del Regno Unito, ha invece previsto di stanziare risorse complessive per 1.074 miliardi di euro, di cui 373 miliardi dedicati specificatamente alle politiche di coesione. A questo bilancio ordinario si aggiungeranno poi 750 miliardi di euro del cosiddetto piano Next Generation EU.

Semplificando una galassia molto complessa possiamo individuare quattro strumenti principali a livello europeo a favore delle politiche di coesione: il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (ERDF, acronimo inglese) volto a promuovere uno sviluppo equilibrato nelle diverse regioni dell’UE, e che nel periodo preso in considerazione ha interessato risorse per 223 miliardi di euro (57% del totale); il Fondo Sociale Europeo(ESF), istituito per sostenere progetti in materia di occupazione e investire nel capitale umano, a cui sono stati dedicati 97 miliardi di euro (25%); il Fondo di Coesione (CF) mirato a finanziare specificatamente progetti nel settore dei trasporti e dell'ambiente nei paesi in cui il reddito nazionale lordo pro-capite è inferiore al 90% della media dell’Unione. In particolare, nel periodo 2014-2020, il Fondo di Coesione, del valore di oltre 61 miliardi di euro (16% del totale), ha interessato Bulgaria, Croazia, Cipro, Cechia, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Slovenia; l’Iniziativa per l’Occupazione Giovanile (YEI) con risorse dedicate pari a nove miliardi di euro (2%), destinate ad aiutare gli stati membri a rispondere agli alti livelli di disoccupazione giovanile...

L'articolo di Klaudijo Klaser segue su Balcanicaucaso.org

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