Un nuovo pacifismo nel nome di Simona e Simona

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La conclusione positiva della vicenda del rapimento di Simona e Simona (e dei duo collaboratori iracheni) ci consegna una responsabilità enorme. Mai in Italia due persone impegnate nel movimento pacifista erano diventate così note, mai avevano così colpito i sentimenti e l'immaginazione dell'opinione pubblica.

Gli italiani hanno potuto vedere da vicino che vi sono scelte di vita dotate di forte senso del futuro, scelte coraggiose vissute in nome della pace e della solidarietà internazionale. Tanti giornalisti si erano esercitati nella costruzione dello stereotipo dei "pacifisti in pantofole", timorosi e rinunciatari.

Oggi, dopo la morte di Baldoni e la straordinaria storia delle due Simone, rinverdire questo stereotipo (come ha tentato di fare anche Fini qualche giorno fa e oggi Il Giornale titolando "LIBERATE! Chi ci liberarà ora dai pacifisti?" ) diventa un modo autolesionistico di una certa destra di distanziarsi sempre più dal buon senso della gente. I cittadini italiani hanno amato il disinteresse delle due Simone, ne hanno apprezzato la diversità, il senso di dedizione ad una causa, la scelta di vita.

Un mondo diverso è possibile e si costruisce con la stoffa di Simona e Simona. Mentre alcuni pacifisti vivevano sconsolati questi mesi perché non c'erano più i cortei di una volta, altri invece - come Simona e Simona - costruivano progetti concreti. E' questo il nuovo pacifismo che sempre più prenserà il posto del vecchio. Il senso del nuovo pacifismo lo si può riassumere con le parole sempre attuali di don Tonino Bello: "Il popolo della pace non si esprime più con gli slogan o i sit-in o con le tavole rotonde: è entrato in uno spessore di concretezza che lo riscatta finalmente dal sorriso di tanti dottori della legge".

Se sapremo - ognuno di noi nel nostro piccolo - costruire un pezzo del nuovo mondo possibile senza attendere la nuova manifestazione oceanica, avremo saputo intuire il segnale a cui le coscienze di Simona e Simona hanno dato ascolto con coraggio e intelligenza. La loro liberazione non ci deve portare a creare nuovi eroi ma a costruire - come diceva Brecht - quel mondo libero che non ha bisogno di eroi. E tutto questo dipende solo da noi.

Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink

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