Umanità bene comune

Stampa

L’antifascismo che ha dato origine alle costituzioni europee è stato anche l’ispiratore della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, che è il progetto di una società della pace, una società internazionale regolata dalla forza del diritto e dei diritti, non dal diritto della forza. Questo progetto costituente mondiale possiamo completarlo con la Dichiarazione dei diritti dell’Umanità, che deve codificare il disarmo nucleare come diritto oltre la semplice necessità oggi ammessa da tutti. La necessità è una situazione che tutti sono teoricamente d’accordo ad affrontare, ma senza obblighi. Invece se la proibizione delle armi nucleari è stabilita dal punto di vista giuridico diventa un diritto, ossia una regola; e la violazione della regola diventa reato, un crimine. La deterrenza militare nucleare viola  allora un diritto. Tutti i capi delle nazioni che possiedono il nucleare diventano processabili. Per questo il disarmo nucleare deve essere inserito come diritto nella carta dei diritti dell'umanità. Un diritto non si chiede ma, appunto, come ci sprona Hessel, si "Esige". Sono queste concezioni che ci hanno portato a redigere la “Dichiarazione di Villarfocchiardo” del 26 settembre 2015: 

Noi, cittadine e cittadini del mondo appartenenti alla famiglia umana, responsabili della custodia della Madre Terra, l’unico pianeta cui apparteniamo, che abitiamo e che amiamo. Riaffermando che il principale scopo delle Nazioni Unite è il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, ricordando i principi fondamentali della legge internazionale definiti nella Carta delle Nazioni Unite,

1. ci assumiamo il compito di annunciare una verità che a noi appare evidente ed inoppugnabile: la difesa del diritto alla sopravvivenza dell’intera umanità e la promozione della sua attuazione costituiscono un obbligo fondamentale per ogni Stato e per la comunità organizzata degli Stati;

2. indichiamo agli Stati, a tutti gli Stati, il dovere di assicurare la sopravvivenza dell’umanità, oltre che attraverso politiche di salvaguardia dell’ecosistema globale, soprattutto mediante l’urgente e prioritaria eliminazione della minaccia di guerra, in particolare della guerra nucleare, che esige l’immediato disarmo nucleare totale collegato all’abolizione giuridica degli armamenti nucleari.

Si può capire da questa Dichiarazione che stiamo lavorando per un progetto di conversione globale della società, per una Internazionale della Umanità che persegua la cultura della pace del XXI Secolo. Tra i cardini di questa cultura indichiamo il rifiuto dell’economicismo in ogni sua declinazione: è la democrazia dell’Umanità con i suoi valori ed i suoi fini che deve conformare l’economia rivolta alle persone affratellate e non alla smania di accumulazione dei singoli. Sì, la “ricchezza” è il nostro pianeta, ed è la responsabilità di tutti nel preservarlo, non l’economicismo del lavoro umano, invenzione di Adam Smith ripresa anche dai critici del capitalismo, che non riconosce il lavoro della Natura.

Occorre ricalibrare l'economia in rapporto alla Madre Terra, superando tutte le ideologie di origine ottocentesca, che - ed il marxismo delle versioni correnti non fa eccezione - hanno un'idea statica e passiva  della natura. Dall'umanesimo al rinascimento all'illuminismo, e al vetero-marxismo, dall'uomo nullità, assolutamente subordinato alla divinità, si passa dalla dignità e all'autonomia dell'Uomo (maschio) fino ad accentuare la diversità dalla natura. Si pensi che secondo Gramsci, l'uomo è solo storia, cultura prodotta dalla storia (il marxismo come “storicismo assoluto”) e secondo Trotzki la natura va rimodellata a piacere secondo l'immagine ed il progetto umano. Lo sviluppo della cultura umana transita dallo stato “antico”, fino al Medio Evo, di soggezione alla riscoperta “moderna”, dall’Umanesimo in poi, della forza dell'uomo sulla natura fino all'esagerazione dell’uomo collocato come dominatore, padrone “esterno” ed assoluto. Ma l'uomo – oggi la consapevolezza del limite e la coscienza ecologica ce lo insegnano - non è separato e diverso dalla natura e la nostra storia si inserisce nei cicli naturali.

Questo ormai lo abbiamo capito tutti, lo leggiamo nelle dichiarazioni dell’ONU: eppure non siamo conseguenti quando riproponiamo inconsapevolmente delle idee che partono da presupposti opposti. Non solo il pensiero marxista dogmatico, quello che poi si è inverato nel “socialismo reale”, ma tutte le ideologie del Novecento non hanno consapevolezza dei limiti dell'uomo e del pianeta, puntando sul progresso e sulla crescita illimitata. Gli equilibri naturali e le risorse vengono oltraggiati a favore dell'abbondanza immediata, distruggendo il pianeta con l’inquinamento e con lo spreco, in un atteggiamento di ignoranza, di irresponsabilità e di assurdità. Viviamo in un assurdo “antropocene” dove avviene lo sfruttamento scriteriato delle risorse vive e vitali della Natura. La vera cultura tutela il pianeta per evitarne l'estinzione degli ecosistemi. Essere contro il sistema, che danza sull’orlo dell’abisso, significa vincere questa sfida del rimettere gli esseri umani, donne e uomini, con i piedi per terra, riconciliandoli con la Terra tramite una cultura democratica generale, una cultura della democrazia che ha posto sotto controllo l’economia dell’accumulazione illimitata.

È urgente uscire dal sistema energetico fondato sui combustibili fossili, sulla produzione d'acciaio e sul nucleare proponendosi come attivisti e disarmisti esigenti, rappresentanti di una volontà universale e codificata, da cui occorre partire, non esprimendo solo se stessi, nel processo egoico e individualista della personalità alla ricerca dell’autosufficienza e dell’accumulazione. L'individualismo borghese ha visto delle linee estreme con Margaret Tatcher, per la quale la società non esiste, ma esistono solo gli individui, secondo il pensiero unico liberista: ognuno è per sé e la società non esiste. Al primo posto è – ripetiamolo - l'umanità con il suo bene comune, ma non bisogna dimenticare le singole identità collettive, ed anche i singoli individui, che hanno da essere doverosamente impegnati nel “conosci te stesso". Quanto più si cerca di scavare dentro l'autenticità di se stessi, tanto più si scopre l'universale umano che permea tutte le persone, diverse ma simili. L'introspezione che sonda il profondo e fa silenzio sul rumore contingente della cronaca e dell’apparenza porta alle verità che valgono per tutti gli esseri umani. Riflettere è un processo del pensiero di validità generale e non è per niente affatto individualismo. Il profondo interiore portato a consapevolezza diventa l'essenza dell'uomo e della donna rappresentati dalla comune umanità. L'interiorità nelle sue strutture profonde è di tutti ed è comune con gli altri uomini simili e uguali, ed è antidoto necessario all’ esteriorità, all’effimero, al contingente, al superficiale. [Segue qui...]

Alfonso Navarra e Laura Tussi da Peacelink.it

Ultime notizie

Fumetti per la Pace, ecco il concorso Peace is Pop!

21 Settembre 2025
Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo, insieme al Piccolo Museo del Giocattolo, lanciano il contest "Peace is Pop! Fumetti per la Pace".

Mio fratello Ibrahim

20 Settembre 2025
Un pellegrinaggio sui campi da rugby italiani, con lo scopo di condividere e raccontare le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini) 

Il Punto - Si muore nel silenzio

19 Settembre 2025
I palestinesi sono soli, entriamo nel giorno 1.303 dall’invasione russa in Ucraina, e altrove, si muore nel silenzio dei media. (Raffaele Crocco)

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad