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UE: no al ponte sullo stretto
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Il Parlamento Europeo cancella il ponte sullo Stretto di Messina dall'elenco delle Reti transeuropee, cioé dalle opere prioritarie a livello continentale che saranno finanziate dall'UE.
"E' necessario effettuare un'ulteriore valutazione ambientale strategica nonché un'analisi costi-benefici sul piano socioeconomico, prima di decidere in merito all'opportunità di classificarlo o meno come progetto comunitario". E' questa la motivazione addotta dal Parlamento europeo per escludere il progetto del Ponte di Messina dalle opere europee prioritarie. I principali gruppi ambientalisti italiani esultano.
Il WWF, da sempre contrario ad un'opera dall'altissimo impatto ambientale, costosa e inutile dal punto di vista delle esigenze di mobilità ha commentato la decisione del Parlamento UE per voce di Gaetano Benedetto, Segretario aggiunto del WWF Italia. "Questo voto dimostra come la costruzione dell'infrastruttura strategica simbolo sia solo un 'lusso provinciale' che non risponde ai parametri ambientali ed economico-finanziari dettati in sede comunitaria. Il ponte è un lusso che costerebbe 6 miliardi di euro (...). Per la sua realizzazione però ne mancano all'appello 3,5 una cifra che sarà ancora più difficile reperire dopo che l'Europa ha deciso di non contribuire con un proprio finanziamento"
"I nodi stanno venendo al pettine e l'Europa ha deciso che il ponte sullo stretto è un'opera inutile nel contesto delle grandi reti infrastrutturali del Continente", commenta per Legambiente, il presidente Roberto Della Seta. "L'esclusione in prima lettura da parte del Parlamento europeo del ponte dalla lista delle infrastrutture prioritarie, nasce evidentemente da una valutazione sul contesto delle opere per la mobilità in Italia: nel deserto del Mezzogiorno la cattedrale Ponte sullo stretto non poteva non essere una follia".
Le associazioni notano come i costi ambientali dell'opera siano "elevatissimi" e che, dal punto di vista economico, "il ponte non si ripagherà neppure con i pedaggi, come confermato anche dalla Convenzione tra lo Stato e la Stretto di Messina Spa. Lo stesso traffico veicolare non contribuirebbe a far quadrare i conti". Il WWF ricorda che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti stima al 2032 un passaggio di appena 18.500 veicoli al giorno (crescita alta) o di 10.500 (crescita bassa) su un'infrastruttura creata per un traffico di 100.000 veicoli/giorno. [DS]