Tra le foreste eoliche della Spagna

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A Pamplona, versando una birra piccola e preparando tapas, il cameriere dice che “sono le nostre nuove foreste. Anche se di verde hanno poco e fanno davvero impressione”. Ha ragione, basta guardare la campagna appena fuori dalla città: sono davvero migliaia le pale per l’energia eolica che si incontrano attraversando la Spagna. Fra Bilbao e Pamplona e giù, sino all’Aragona, l’orizzonte è pieno di pale che girano, ruotano, si muovono. Sono foreste bianche, imponenti, anche un po’ inquietanti.

L’energia rinnovabile nella Spagna del secondo decennio di questo secolo è nell’eolico. Madrid ha puntato su quello, abbandonando forse definitivamente – nonostante il dibattito degli ultimi mesi – il nucleare. Francisco Valverde, consulente della società energetica Menta Energía, ha le idee chiare sul tema. “L’energia eolica- sostiene - dominerà la rete elettrica spagnola per molto tempo. In questo momento, sono le rinnovabili che fanno soldi. Nonostante nel dibattito pubblico il nucleare sia tornato di moda, la realtà è che il nucleare è praticabile solo se è sostenuto dallo Stato. E poi la Spagna ha tutto: abbiamo più vento e più sole di qualsiasi altro Paese europeo”.

I dati gli danno ragione. Nel 2021, il 47% dell’energia elettrica spagnola è stata prodotta dalle fonti rinnovabili. Un bel risultato. Di queste, quasi il 50% è dovuto all’eolico, poi c’è la solare e infine l’idroelettrico. Insomma, l’acqua conta poco e in questa annata di siccità furiosa la cosa non guasta. Le riserve d’acqua sono in negativo, gli esperti dicono che la penisola iberica non sopportava condizioni simili da almeno 1.200 anni. Le campagne verso Saragozza sono in evidente difficoltà e il fenomeno potrebbe intensificarsi nei prossimi 10 anni.

Per fortuna, ci pensa il vento ad alimentare le centrali elettriche spagnole. Anche se non sempre e non tutti sono d’accordo. In Galizia, gli ambientalisti si oppongono al nuovo parco eolico sul monte Castrove. Chiedono che i progetti per installare le pale non vengano varati sulla pelle di chi vive nella regione e che vengano rispettate le aree naturali protette. Inoltre, fanno notare che i lavori d’impianto sono particolarmente invasivi, con scavi in profondità del terreno e grandi movimenti di mezzi per settimane. 

Una cosa è certa: le rinnovabili cresceranno, le altre no”, taglia corto Natalia Fabra, economista dell’Università Carlos III di Madrid. La Spagna ha messo in campo un piano per raddoppiare la capacità di produzione di energia eolica entro il 2030 e per quadruplicare quella solare sempre alla stessa data. Un piano imponente, che dovrebbe dimezzare l’uso di energia derivante dal nucleare e fare di eolico e solare le due fonti principali, con il 74% della produzione totale. L’obiettivo finale è arrivare entro il 2050 ad avere solo energia prodotta da fonti rinnovabili. Una grande ambizione. Sulla strada che porta a Saragozza non c’è spazio dell’orizzonte che non sia occupato da grandi pale. Le grandi foreste eoliche continueranno a crescere in Spagna.

Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009. 

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