Suolo: una risorsa per il futuro

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Si è svolta sabato 19 settembre a Barletta, all’interno della terza edizione degli “Stati Generali dell’Ambiente”, la mattinata dedicata al consumo di suolo, moderata dal presidente dell’ordine degli architetti Giuseppe D’Angelo.  L’evento si è inserito all’interno di due giornate dedicate alla risorsa suolo, alla sua protezione e alla sua gestione e che ha visto protagonisti tecnici, politici e ricercatori da tutta Italia.

Molte le organizzazioni partecipanti, tra le quali ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, braccio tecnico operativo del Ministero dell’Ambiente, che durante l’evento ha presentato il rapporto 2015 sul consumo di suolo in Italia, esponendo dati non propriamente felici sulla situazione del nostro paese. Secondo il rapporto ISPRA ogni giorno in Italia vengono consumati 55 ettari, che significa circa 6/7 metri quadrati di territorio persi ogni secondo irreversibilmente, considerando che i processi di rigenerazione del suolo sono rari, dispendiosi e richiedono tempi molto lunghi per vedere ripristinate le condizioni originarie del suolo.

Non si deve credere che il danno si limiti all’aspetto paesaggistico o alla questione agricola, poiché infatti il problema del consumo di suolo nasconde dei risvolti ancora più gravi. Per capire meglio il fenomeno è necessario collegarci al concetto di servizi ecosistemici, ossia quei servizi forniti gratuitamente dal suolo che vanno dalla conservazione della biodiversità, all’immagazzinamento di carbonio, ai servizi ricreativi fino a quelli strutturali, di supporto per piante, animali e infrastrutture. Insomma un vero e proprio tesoro nascosto sotto i nostri piedi. Dagli anni ’50, però, questo tesoro è stato sacrificato in nome dello sviluppo economico e di un conseguente e naturale boom demografico. Secondo il censimento ISTAT del 2011 gli edifici esistenti si attestano intorno ai 14 milioni, di cui quasi 12 milioni ad uso abitativo, per un totale di circa 29 milioni di abitazioni. Il 20% di queste ultime risulta sfitto o seconda casa.

Confrontando quindi crescita demografica ed edilizia si stima che ogni nuovo nato abbia a disposizione circa 9 appartamenti. Nonostante ciò il consumo di suolo sembra non arrestarsi, seppur si possa dire che sia rallentato negli ultimi anni. La scelta più facile fino ad ora è stata quella di costruire, viste le spinte immobiliari e gli alti costi dei processi di riqualificazione.

Come si è evidenziato durante il convegno, l’inversione di tendenza richiede un ruolo attivo delle amministrazioni locali nel ridisegnare le nostre città capendo che lo stop al consumo di suolo non equivale ad uno stop allo sviluppo economico, e che la perdita di servizi ecosistemici non potrà facilmente essere ripagata da una crescita del PIL.

L’Unione Europea, per incentivare questi processi, ha promosso il progetto Life SAM4CP (Soil Administration Model for Community Project) che durante i prossimi anni informerà e coinvolgerà alcuni comuni italiani in un ambizioso progetto di ripensamento delle politiche di pianificazione territoriale, cercando di integrare i temi ecosistemici nelle politiche locali.

Il progetto è coordinato dalla città di Torino affiancata dal Politecnico di Torino, dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) e da ISPRA.  Life SAM4CP mira a rendere disponibili degli strumenti di supporto per una migliore pianificazione, gestione ed uso del suolo, mappando e valutando i servizi ecosistemici del nostro territorio. Questi strumenti dovrebbero quindi consentire ai decisori politici di fare delle scelte più coscienti e coerenti con uno stile di pianificazione sostenibile volto al rispetto del paesaggio e del territorio.  È un progetto che cerca dunque di promuovere delle soluzioni provenienti dalla realtà locale e che potrebbe quindi creare una spinta propositiva dal basso a cambiare le realtà attuale delle cose. Fino ad ora la legislazione nazionale è stata abbastanza carente in materia, anche se sembra che ultimamente qualcosa in parlamento si stia muovendo. Sperando che nei prossimi mesi possa riprendere ed essere approvata una proposta di legge volta a ridurre il consumo di suolo, ferma da tempo nelle aule parlamentari.

Milena Rettondini dell'Agenzia di Stampa Giovanile

In Medias Res

L'associazione In Medias Res nasce nel Luglio del 2015 a Trento come naturale prosecuzione del progetto di media-attivismo "Agenzia di Stampa Giovanile", realizzato da un collettivo formato da giovani con background e formazione differenti. Il progetto nasce in seno all'associazione Jangada nel 2012 e in collaborazione con l'associazione Viração Educomunicação in Brasile, in concomitanza con il Summit Rio+20 e cresce entrando in contatto e collaborando negli anni con diversi enti e associazioni a livello locale ed internazionale (tra gli altri l’Assessorato alla Cooperazione e allo Sviluppo della Provincia Autonoma di Trento, l'Universita di Trento, l'Osservatorio Trentino sul Clima, il consorzio dei Comuni della provincia di Trento BIM dell’Adige, la Fundación TierraVida in Argentina e la Rete+Tu). L'associazione si occupa principalemtene di divulgazione libera e indipendente di tematiche legate all'ambiente, alla società e all'economia attraverso la pubblicazione di articoli e video (negli ultimi anni ha realizzato reportages durante le Conferenze delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici - COP18 di Doha, COP19 di Varsavia, COP20 di Lima), percorsi formativi nelle scuole e laboratori e eventi aperti alla cittadinanza.

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