Stati Uniti e Brasile, destra politica, armi e affari di famiglia

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Uno conseguenza dell’altro

Stati Uniti e Brasile, destra politica, armi e affari di famiglia. Gli Stati Uniti hanno conferito al Brasile lo status di «Major non-Nato ally», ovvero di ‘Alleato principale esterno all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord’, la Nato, ci informa Marco Dell’Aguzzo, su EastWest. Il titolo, concesso in passato a pochi, vedi Giappone, Israele e Corea del sud - garantirà a Brasilia un canale agevolato per l’acquisto di armi americane e permetterà una maggiore collaborazione militare con Washington. In arrivo, probabilmente, anche un accordo di libero scambio in corso di negoziato.

I due, troppo simili, si amano

Il recente avvicinamento tra Washington e Brasilia è frutto del comune sentire politico a destra, di una vicina visione in politica estera e latino americana in particolare. Bolsonaro vorrebbe fare del Brasile il principale partner regionale degli Stati Uniti, un ritorno al ‘giardino di casa’ statunitense di tante guerre. Il rovesciamento della politica estera del ‘Partito dei Lavoratori’, definita dall’ex-presidente Lula da Silva, che invece aveva allontanato il paese dalla dipendenza politico economica Usa per privilegiare i rapporti politico commerciali con il resto del Sudamerica.

Ma anche in Brasile prima la Cina

Stati Uniti e Brasile puntando sulle affinità ideologiche, Trump mercante, cerca in Bolsonaro un alleato per frenare l’avanzata della Cina in America latina. Ma è un obiettivo complicato, perché la Cina è il primo partner economico del Brasile e il suo maggiore investitore. Bolsonaro, che adesso cerca di imporre il figlio come ambasciatore e Washington (affari di famiglia), ha più volte descritto Pechino come ‘potenza predatoria’. Le aziende Usa sono invece dedite alla beneficenza. Il mercato cinese, tuttavia, è fondamentale per il Brasile. Quindi con Trump, solo amore platonico.

Da Remocontro.it

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