Srebrenica: massacro slow motion

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L'ex rappresentante del Venezuela presso il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, Diego Enrique Arria Saliceti, ha rivelato l'esistenza di una lettera che dimostra come già nel 1993 le Nazioni Unite avessero rinunciato a difendere Srebrenica, città poi caduta nel 1995 e dove vennero massacrate migliaia di persone.

"La situazione nella enclave di Srebrenica sta peggiorando di ora in ora. Gli ultimi rapporti che ho ricevuto dai miei collaboratori che si trovano in questa zona sono terrificanti. Migliaia di persone entrano nella città dalle zone circostanti sistematicamente attaccate dalle forze serbe".

Tre frasi che però non portano la data del 1995 bensì del mese di marzo del 1993 quando l'allora commissario dell'ONU per i rifugiati Sadako Ogata aveva inviato al Segretario Generale dell'ONU Boutros Ghali una lettera commovente e allarmante sulla situazione a Srebrenica. Lettera il cui contenuto non è mai stato rivelato ad alcuni membri del Consiglio di Sicurezza.

Dani, settimanale di Sarajevo, sottolinea come Arria sia uno dei rari insider, testimoni del ruolo delle Nazioni Unite durante l'aggressione alla Bosnia Erzegovina, disposti a parlare apertamente di quel periodo.

"Slow-motion genocide" è la frase con la quale il diplomatico venezuelano ha definito i fatti tragici di Srebrenica, dichiarata zona di sicurezza da parte dell'ONU e poi mai difesa dall'attacco delle milizie serbe. "Il massacro è iniziato nel momento in cui noi potevamo fare qualcosa. Ma voi bosniaci eravate predestinati a scomparire. E il fatto che non siete scomparsi è stata una grande sorpresa", ha dichiarato sempre Arria al settimanale bosniaco. [DS]

Altre fonti: Dani.

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