Siria: Amnesty denuncia uccisioni e torture dei curdi siriani

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"Il governo di Damasco deve porre immediatamente fine alle violazioni dei diritti umani ai danni dei curdi siriani e aprire un'indagine sulle denunce di uccisioni illegali, decessi sotto tortura e maltrattamenti in carcere emerse a partire dal marzo 2004" - chiede Amnesty International che ha presentato oggi un rapporto sulla Siria. Il Rapporto denuncia le violazioni dei diritti umani commesse contro i curdi all'indomani degli incidenti scoppiati, nel marzo 2004, durante un incontro di calcio tra una squadra curda e una araba a Qamishli, nel nordest della Siria. Quell'episodio diede vita a una serie di manifestazioni e rivolte in tutto il paese, in cui vennero uccisi oltre 30 curdi e furono arrestate più di 2000 persone, quasi tutte appartenenti alla minoranza curda. Molti detenuti - compresi bambini di 12 anni, ragazze, donne e anziani - furono sottoposti a maltrattamenti e torture. Decine di studenti vennero espulsi dalle università e dagli ostelli, solo per aver preso parte a manifestazioni pacifiche.

Negli ultimi dodici mesi Amnesty International ha constatato un "significativo aumento del numero dei curdi morti sotto tortura: cinque delle nove vittime accertate dal marzo 2004 alla fine dell'anno erano curde. Nello stesso periodo c'è stato anche un incremento sospetto delle morti di curdi in servizio di leva: almeno sei soldati sono stati uccisi con percosse o colpi d'arma da fuoco da parte di commilitoni o ufficiali. Negli uni come negli altri casi, le autorità non hanno aperto alcuna indagine". Il rapporto denuncia inoltre la sistematica discriminazione cui sono sottoposti i curdi siriani a causa della propria identità e descrive i casi di difensori dei diritti umani arrestati, processati in modo iniquo e torturati per aver cercato di promuovere la loro causa. Amnesty International chiede al governo di Damasco di porre fine al divieto di usare e praticare la lingua e la cultura curda.

"Le autorità siriane devono aprire un'inchiesta sulla reazione sproporzionata delle forze di sicurezza all'indomani degli incidenti del marzo 2004" - ha dichiarato Amnesty International. "Devono indagare sulle uccisioni illegali, sul massiccio ricorso alla tortura e sulle morti che ne sono scaturite. È infine necessario introdurre modifiche legislative per porre fine alla discriminazione sistematica ai danni dei curdi e alle altre violazioni dei diritti umani che possono aver contribuito ad esacerbare la tensione e a far divampare la violenza".

I curdi - da un milione e mezzo a due milioni - costituiscono, dopo gli arabi, il secondo gruppo etnico della Siria. Subiscono discriminazioni a causa della propria identità, come il divieto di usare la lingua curda nell'istruzione, nei luoghi di lavoro, nelle celebrazioni private e negli uffici dell'amministrazione pubblica. Sia i bambini che le imprese, inoltre, non possono portare nomi curdi. Diverse centinaia di migliaia di curdi risultano a tutti gli effetti apolidi e questa circostanza fa sì che venga loro negato il pieno accesso all'istruzione, al lavoro, alla salute e ad altri diritti garantiti ai cittadini siriani, come quello ad avere una nazionalità e a possedere un passaporto. Amnesty International chiede al governo siriano di modificare la legislazione vigente e trovare una rapida soluzione al problema dell'assenza di cittadinanza dei curdi nati in Siria e della discriminazione derivante da questa situazione. [GB]

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