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Serbia: eletto Tadic, riprende la marcia verso l'Europa
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Dopo un anno e mezzo di vacanza della poltrona, la Serbia ha un nuovo presidente: l'europeista e filo-occidentale Boris Tadic ha sconfitto nel ballottaggio di ieri il rivale ultranazionalista e nostalgico Tomislav Nikolic, ridando vigore alla marcia di avvicinamento del paese verso le istituzioni del vecchio continente e scongiurando il pericolo di un nuovo isolamento di Belgrado - riporta Ansa Balcani.
La disillusione seguita al grande moto popolare che aveva abbattuto il regime di Slobodan Milosevic nell'autunno del 2000 è evidenziata dalla scarsa affluenza alle urne (ha votato solo il 48,28% degli aventi diritto) e dal margine fra i due contenenti: Tadic ha avuto il 53,53% dei voti, pur godendo dell'esplicito appoggio di tutte le forze democratiche del paese, Nikolic, che correva solo, il 45,1%. "Oggi però' prevale ovunque - anche negli altri paesi balcanici e nelle cancellerie occidentali - il sollievo per lo scampato pericolo. Il leader ultranazionalista, delfino di quel Vojislav Seselj che fu il principale teorico della Grande Serbia, era stato molto esplicito nel dichiarare di volere l'Europa, ''ma non ad ogni costo'', e di non considerare un grave problema il possibile isolamento e la chiusura dei rubinetti finanziari dell'Occidente" - commenta l'agenzia di stampa.
"Nonostante la bassa affluenza alle urne, la Serbia opta per una scelta democratica. Fugata definitivamente la possibilità che sulla sedia presidenziale si potesse sedere il candidato dell'ultra destra Tomislav Nikolić, avanza ora la soddisfazione per la riconferma della strada intrapresa il 5 ottobre 2000, giorno della caduta di Slobodan Milosevic, che proprio oggi festeggia i suoi tre anni di soggiorno nel carcere di Scheveningen" - riporta Luka Zanoni in un dettagliato articolo per Osservatorio sui Balcani.
Nella sua prima dichiarazione alla popolazione, infatti, il neo eletto presidente ha tenuto a dire che i cittadini della Serbia hanno confermato la strada intrapresa quattro anni fa sulla via delle riforme democratiche del Paese. Tadic ha confermato che, ora, la priorità verrà data al varo della nuova costituzione (quella in vigore è la stessa del periodo Milosevic) e al difficile percorso verso l'Unione europea.
La soddisfazione dell'Unione europea è giunta attraverso le parole della portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera dell'UE, Javier Solana. Raggiunta dall'agenzia Beta a Istanbul, Christina Galyak ha dichiarato che "L'Unione europea è decisa ad appoggiare molto chiaramente il processo di riforme in Serbia e il suo avvicinamento all'Europa. L'Europa dei 25 manterrà le sue promesse fatte ai candidati europeisti in Serbia e appoggerà questo processo".
"Nonostante i poteri del presidente della repubblica siano piuttosto limitati, sicuramente la sua elezione offre una garanzia di maggiore stabilità per il Paese. La Serbia da anni ormai è in una crisi profonda, tanto politica che economica e sociale. Secondo diversi analisti, la vittoria del candidato dell'estrema destra avrebbe portato la Serbia ad un ulteriore isolamento internazionale" - conclude Zanoni. [GB]