Scienza e (co)scienza: agire attraverso una divulgazione scientifica efficace

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Foto: Unsplash.com

Ecco alcuni spunti e esempi per migliorare la comunicazione e aiutare la popolazione ad affrontare l’emergenza climatica.

Quanto in profondità riusciamo a conoscere i fatti e i dati concreti che stanno dietro al cambiamento climatico? Quanta confusione e, possibilmente, paura nasce dalla difficoltà a comunicare e comprendere la scienza? Eppure solo attraverso l’azione collettiva e informata abbiamo una chance di cambiare le cose. Il general public, ovvero tutti noi, ha diritto di essere informato in maniera appropriata e aggiornata rispetto all’emergenza climatica, così da poter essere coinvolto in un processo decisionale partecipato e volontario. Ma quali sono i costi e le difficoltà? Come possiamo agire per migliorare la comunicazione e la partecipazione della popolazione alla scienza?

Per capirlo e raccontarcelo, il gruppo di delegati al Padiglione dell’Unione Europea, qui alla COP26, ha proposto l’1 novembre una conferenza che ha preso in analisi la questione da vari punti di vista e ha guardato alle modalità in cui questo fenomeno può essere affrontato.

In primo luogo è stato affrontato il ruolo delle università. Queste, essendo l’organo di formazione più vicino all’ambiente lavorativo e avendo una forte rappresentanza giovanile, sono lo strumento perfetto per raggiungere gli obiettivi del Green Deal, ovvero quell’insieme di iniziative europee che hanno come obiettivo la neutralità climatica entro il 2050. 

L’università può intervenire a livello formativo ed è possibile attraverso variazioni del metodo educativo creare delle soluzioni che partano dai giovani e che siano più adatte ad affrontare i problemi legati all’implementazione del Green Deal. Come può essere fatto? I suggerimenti portati da Douglas Halliday, a nome di EUA (European University Association), alla conferenza sono quelli di sfruttare le qualità intrinseche dell’università quali la capillarità in tutto il suolo europeo e la rappresentanza di giovani che vivono attivamente il loro tempo per affrontare le tematiche di comunicazione trasparente, di risposta adeguata alla grande diversità europea e di adeguamento in itinere delle problematiche che possono insorgere...

L'articolo di Di Simone Predelli segue su Stampagiovanile.it 

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