Rsf: liberazione dei giornalisti francesi in Iraq

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"E' il miglior regalo di Natale che potessimo sperare - ha dichiarato Robert Ménard, segretario generale di Reporters sans frontières. Fino a ieri eravamo piuttosto pessimisti sapendo che Georges e Christian stavano entrando nel quinto mese di detenzione. Oggi i nostri colleghi sono finalmente liberi. Da domani potranno ritrovare le loro famiglie a pochi giorni dall'inizio delle festività di fine anno. E' fantastico! Questa liberazione è la prova che la mobilitazione paga e che ogni contributo è prezioso. Vogliamo ringraziare la diplomazia francese e i media che si sono mobilitati per quattro mesi".

La rete televisiva Al-Jazira ha annunciato che l'Esercito islamico dell'Iraq ha affermato di aver liberato Christian Chesnot e Georges Malbrunot. Il portavoce del ministero degli Affari esteri francese, Hervé Ladsous, ha poi confermato che i due reporter "sono stati liberati" e che ritorneranno in Francia domani 22 dicembre. Georges Malbrunot, 41 anni, lavora come free-lance per Le Figaro, Ouest-France e RTL. Christian Chesnot, 38 anni, collabora con le emittenti RFI e Radio France. La loro guida e interprete, Mohammed Al-Joundi, era stato liberato, l'11 novembre 2004, dall'esercito americano durante i combattimenti condotti contro la guerriglia sunnita a Falluja.

Lo stesso giorno Reporters sans frontières e la Fondation de France consegna il Premio Reporters sans frontières a un giornalista, a un media e un difensore della libertà di stampa. Il vincitore è il giornalista algerino Hafnaoui Ghoul, corrispondente locale del quotidiano El Youm e responsabile dell'ufficio regionale della Lega algerina di difesa dei diritti umani (LADDH). Hafnaoui Ghoul è stato in carcere sei mesi per "diffamazione" per aver denunciato la corruzione e gli abusi commessi dalle autorità locali. Il giornalista algerino ha beneficiato della concessione della libertà provvisoria, il 25 novembre 2004. (Algeria)

Il premio per i media è andato a Zeta, un settimanale messicano conosciuto per la qualità delle sue inchieste e per la coraggiosa linea editoriale. Come difensore della libertà di stampa il Premio è stato attribuito a Liu Xiaobo, ex-professore di filosofia all'università di Pechino e presidente dell'Associazione degli scrittori indipendenti, l'unica nel suo genere in Cina. Liu Xiaobo ha un'idea precisa in testa: la stampa cinese deve diventare un contropotere rispetto all'onnipotenza del Partito comunista cinese. Per questo motivo, rischiando la sua stessa libertà, combatte per il principio universale della libertà di stampa, chiede la liberazione dei giornalisti e dei dissidenti prigionieri, pubblica i suoi pamphlet su Internet o sui giornali di Hong Kong e della diaspora cinese.

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