www.unimondo.org/Notizie/Romania-la-vita-al-fianco-dello-scudo-antimissile-227383
Romania: la vita al fianco dello scudo antimissile
Notizie
Stampa

Romania - Foto: Unsplash.com
Situato a circa 30 chilometri dal Danubio e dalla frontiera bulgara, Deveselu è una piccola città di 3.000 abitanti tipica del sud della Romania. In questo paesaggio di campi a perdita d'occhio è difficile immaginare che il famoso scudo antimissile integrato nel sistema balistico della Nato si trovi proprio qui. Da Deveselu, si scorge a malapena, come un miraggio in mezzo a un enorme base militare di 900 ettari. Tutti nella zona sanno però dove si trova. Ma da quando gli americani hanno preso il controllo dell'ex base aerea (lo scudo è stato inaugurato nel 2016) nessuno sa davvero cosa vi sta accadendo.
È l'inizio di aprile e fa abbastanza caldo e George e Piki, le cui case sono accanto alla strada principale che divide in due Deveselu, stanno mangiando all’aperto. Nel menu del giorno c'è il pesce che George ha pescato nell'Olt, il vicino fiume, cucinato dalla moglie. Piki, che lavora a Napoli, è tornato al villaggio per le vacanze. Per lui, la presenza dello scudo ha un significato completamente nuovo da quando è iniziata la guerra in Ucraina: "Certo che mi spaventa il fatto che sia lì, da qualche parte vicino a noi. Abbiamo visto che dà fastidio a Putin quindi, sì, c'è da preoccuparsi...".
George è d'accordo. Per lui non è un caso che "il russo", come lui chiama Vladimir Putin, abbia dimostrato al mondo di poter scatenare missili supersonici. "In sette minuti arriverebbero qui, posso dirvi che nessuno avrebbe il tempo di reagire". Sua moglie e figlia vivono per lo più nel Regno Unito: "Tutti qui hanno uno 'sponsor', come diciamo da noi, un membro della famiglia in Occidente, altrimenti non ce la fai”. Prima di trasferirsi a Birmingham, la figlia di George faceva la cameriera nel bar della base militare. Lei ha un bel ricordo degli americani, "persone rispettabili", dice. Suo padre non è sicuro di "come sia successo", ma sottolinea che "la strada, l'elettricità e le fognature sono stati fatti da quando sono arrivati".
Il sindaco di Deveselu, Nicolae Dobre, è convinto che gli abitanti apprezzano gli americani. "Hanno costruito un asilo e ristrutturato la scuola elementare, tutto con i loro soldi", spiega. Si è anche compiaciuto delle buone maniere dei soldati, che "vengono a salutare la giornata nazionale rumena o a scambiare qualche frase in inglese con i bambini di Deveselu. Ma per lui, il principale vantaggio della loro presenza nel comune è il fatto che la gestione della pace non è più di competenza della Romania: "Essere sotto l'ombrello della NATO è la cosa migliore che potesse capitarci. Senza di essa, Putin ci avrebbe invaso", dice il sindaco. Pensa anche ai posti di lavoro creati, anche se non sa dirci in quali campi sono stati creati. "Come non apprezzare questo scudo? Protegge tutta l'Europa ed è qui nel nostro villaggio! Per me, questa protezione è particolarmente necessaria oggi e penso che lo sarà per sempre", riassume il sindaco.
Tuttavia, per altri, non essere responsabili della propria sicurezza non è così positivo. Valerica Oprea staziona ogni giorno lungo la strada - chiusa al pubblico - che porta allo scudo missilistico. È lì che questo pensionato va a vendere il suo miele. L'uomo non capisce perché "un altro paese deve venire a mantenere la pace nel nostro paese al posto nostro". Valerica ha difficoltà a digerire il fatto che la Romania stia esternalizzando la sua sicurezza, "soprattutto perché non è nemmeno chiaro se questo scudo possa davvero proteggerci”. Sino ad ora infatti non è stato mai utilizzato. Lo scudo NATO è teoricamente in grado di intercettare i missili balistici intercontinentali. Come molti nella regione, Valerica ha lavorato per 15 anni nell'ex base aerea rumena dove è stato costruito. Nelle telecomunicazioni. Il pensionato ricorda che il suo paese non ha mai invaso nessuno e che, dopo tutto, "la guerra in Ucraina non dovrebbe essere affare della Romania"...