Romania-Ucraina: tensioni e interessi per canale sul Danubio

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I rapporti tra Romania e Ucraina sono "tesi e senza prospettive immediate d'intesa in quanto Bucarest e Kiev hanno posizioni diverse sull'opportunità di costruire, da parte ucraina, il canale navigabile Bystroye che collegherà il Danubio al Mar Nero" - scrive Mihaela Iordache per l'Osservatorio sui Balcani. In gioco ci sono grandi interessi economici e strategici: dal 1997, quando le navi ucraine furono costrette a transitare attraverso il territorio romeno per l'impraticabilità del canale ucraino Prorva, l'Ucraina ha registrato perdite di 600 milioni di dollari. La costruzione di un canale sull'estuario porterebbe guadagni all'Ucraina per almeno 50 milioni di dollari all'anno darebbe via libera verso l'Europa alle petroliere ucraine.

Il canale, appaltato alla ditta tedesca Moebius, attraverserà la riserva naturale del Delta del Danubio per 160 chilometri e ogni anno 1000 imbarcazioni passeranno verso il Mar Nero. Per la sua costruzione l'Ucraina spenderebbe tra 30 e 40 milioni di euro. Gli esperti del Consiglio dell'Europa recatisi nel Delta nel periodo 22-25 luglio hanno redatto un rapporto che raccomanda all'Ucraina di fermare i lavori e considera che il canale "perturberà l'habitat in generale, a causa delle trasformazioni delle rive con gli scavi, provocherà la modificazione del sistema di correnti e condurrà ad una nuova modalità di sedimentazione nella zona dell'estuario Baystroye, dove si trovano importanti colonie di uccelli". Anche la Commissione europea ha espresso di recente "profondo rammarico per la costruzione del canale" e ha rivolto un appello all'Ucraina perché rinunci ai lavori. Il presidente romeno Ion Iliescu ha convocato il governo per analizzare i futuri interventi diplomatici della Romania per convincere l'Ucraina della necessità di uno studio dell'impatto del canale sull'ecosistema del Delta del Danubio.

Le Ong internazionali, tra cui anche il Wwf (World Wildlife Fund) avvertono che la costruzione del canale costituirebbe un rischio mortale per 280 specie di uccelli, fra cui il 70% della popolazione mondiale di pellicani bianchi e la metà di quella di cormorani pigmei. Proteste inedite si sono avute nella capitale della Romania, Bucarest. Poi c'è stata una marcia, organizzata da rappresentanti della società civile, di 140 ONG, giornalisti, sindacati, con esibizione di scheletri di pesci e pellicani impagliati. Una protesta finita con una lettera lasciata all'Ambasciata dell'Ucraina a Bucarest nella quale si dichiara che il canale mette in pericolo l'intero ecosistema del Delta del Danubio.

Ma i lavori vanno avanti e il 26 agosto è stata inaugurata la prima parte del canale che dovrebbe essere pronto nel 2008. [GB]

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