Roba: la fiaccola dei diritti corre... in bici

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Sono partiti lo scorso 30 luglio da Lovanio (Belgio) e, dopo 2000 km, arriveranno ai giochi olimpici di Atene per accendere la fiaccola della solidarietà e della giustizia sociale. Sono i 25 ciclisti della campagna "Gioca Pulito alle Olimpiadi" (Fair Play at the Olympics), azione di sensibilizzazione lanciata per richiedere al CONI e al Comitato olimpico di spezzare ogni legame con le imprese di abbigliamento sportivo che violano i diritti dei lavoratori.

La Campagna, che coinvolge 25 Paesi del mondo ed è promossa a livello internazionale dalla Clean Clothes Campaign, dai sindacati internazionali, dall'Organizzazione Non Governativa Oxfam International e coordinata in Italia dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo. Secondo il sito internet ufficiale delle Olimpiadi di Atene, a dicembre 2003 le entrate per il Comitato olimpico provenienti da sponsorizzazioni avevano raggiunto quota 648 milioni di dollari. Ma la sponsorizzazione avviene anche tramite la fornitura di prodotti. Per esempio le divise sportive, o gli abiti del personale del Comitato Olimpico Internazionale e del Comitato Organizzativo di Atene 2004. Le gare sono una vera passerella promozionale, con milioni di telespettatori-potenziali clienti, per le aziende di abbigliamento sportivo. Dietro il pagamento di una concessione, molte imprese hanno ottenuto, inoltre, il diritto di apporre l'emblema olimpico sui propri prodotti. Per le Olimpiadi di Atene si stima che verranno incassati diritti di utilizzo del marchio per una cifra totale pari a circa 66 milioni di dollari.

La campagna internazionale "Play fair at the Olympics" ("Gioca pulito alle Olimpiadi": chiede a imprese, Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e al Coni, grazie alla presenza ad Atene della staffetta della solidarietà, di accendere la fiaccola della speranza per tutti quei lavoratori, troppo spesso anche bambini, che lavorano nel settore dell'abbigliamento sportivo. "Se volesse, il mondo sportivo potrebbe condizionare il comportamento di molte di queste imprese, che ong e sindacati internazionali accusano di non rispettare i diritti umani e dei lavoratori, nei Paesi poveri nei quali producono maglie, palloni, tute e cappellini. - spiega Alberto Zoratti, di ROBA dell'Altro Mondo, che promuove il comitato di accoglienza di Rapallo - Il commercio equo e solidale, che in Italia cresce economicamente al ritmo del 30-4035466602gni anno, dimostra che è possibile realizzare prodotti di qualità e aprire nuovi mercati ai piccoli produttori, rispettando i diritti dei lavoratori, assicurando un salario equo e proteggendo l'ambiente in cui vivono. Se gli sponsor di grandi eventi come le Olimpiadi venissero selezionati anche in base all'eticità dei propri comportamenti nei Paesi in cui operano, le grandi imprese non avrebbero altra scelta se non quella di cambiare atteggiamento".

Ai ciclisti, che presenteranno il Tedoforo della Solidarietà verranno donate 25 borse da viaggio importate da ROBA, realizzate dal progetto nepalese Phokara, che, nel pieno rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, crea prodotti tessili secondo i criteri del commercio equo e solidale. Un esempio di come sia possibile favorire l'autosviluppo delle Comunità locali, attraverso acquisti più consapevoli e trasparenti che rispettano la dignità delle persone e la sostenibilità ambientale.

Fonte: Roba dell'Altro Mondo

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