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Ripartiamo da Madre Terra
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Foto: Behnam Norouzi da Unsplash.com
Quanto tempo è disposto il pianeta a concederci prima di arrivare ad un punto irreversibile dell’equilibrio di vita sulla amata e disgraziata terra? L’effetto dell’attività umana sulla terra è oramai ad un livello insostenibile. Assistiamo ogni anno ad un anticipo dell’overshot day, cioè di quella data dove il pianeta non è più in grado di darci nulla a costo ambientale zero.
Quali azioni necessarie ed urgenti devono essere subito attivate per evitare la totale degenerazione ambientale della vita sulla terra? Domande pesanti ma che non possono più vedere la nostra indifferenza. Alcune azioni immediate come il consumo consapevole e ragionato delle risorse può rappresentare un punto di partenza. Uno dei motivi che vedono una forte attività di distruzione delle foreste è la necessità di avere nuovi terreni da coltivare per soddisfare il bisogno alimentare dell’uomo.
Produrre cibo vegetale per alimentare cibo animale e successivamente alimentare l'uomo è insostenibile perché se ipotizziamo di far mangiare un chilo di carne al giorno ad ogni essere umano dobbiamo sapere che per generarlo servono 11 chili di vegetali.
Contiamo che sulla terra abbiamo raggiunto la quota di 8 miliardi di abitanti di conseguenza la produzione giornaliera richiesta sarebbe di 8 miliardi di chili di carne e 88 miliardi di chi di vegetali. Numeri pazzeschi! Una riduzione drastica del consumo di carne sarebbe un passo avanti rispetto all’equilibrio ecocompatibile. Riflessioni, ragionamenti, azioni per un futuro che prenda urgentemente le mosse da un passato e da un presente consci dell’importanza della tutela dell’ambiente di tutti e di cui tutti noi esseri viventi derivanti dalla cosmogenesi dell’evoluzionismo delle specie umane, vegetali, animali siamo parte integrante.
Deriviamo e siamo figli della terra e di una procreazione femminile e di una cosmogenesi che è femminea e naturale. Questi concetti ricavati dalle radici del pensiero del femminismo del 1900 e dal neofemminismo ci permettono di ribadire la nostra eziogenesi da una madre terra che è appunto inequivocabilmente femmina e che esclude il pensiero di una divinità padre, maschio, onnipotente e onnipresente che è causa di deviazioni autoritarie, maschiliste e sessiste imposte dagli apparati e dalle burocrazie religiose. Il rapporto con madre terra è in parte rintracciabile negli scritti economico filosofici del 1844 del giovane Marx, che individuava un rapporto e una correlazione stretta tra uomo e natura al contrario dell’evoluzione del suo pensiero in tarda età come ne Il capitale che metteva la produttività in primo piano rispetto alle esigenze dell’ambiente e della natura.
Il nostro pensiero che deriva dai miti ancestrali delle popolazioni autoctone, dalle potnie e divinità creatrici, tuttavia non prende e non prevede l’aspetto scaramantico e tradizionalista e mitologico di questi assunti collegati alle divinità ancestrali, ma il ritrovarci tutti figli di madre terra si ricollega al pensiero prettamente positivista dell’evoluzionismo della specie di Darwin. Noi siamo figli di una cosmogenesi femminile, figli delle stelle come intendeva l’astrofisica Margherita Hack e per questo abbiamo il diritto e dovere di tutelare, difendere e salvaguardare questo impianto generativo femmineo dalla distruzione a opera umana che potrebbe verificarsi anche con un inverno nucleare e con la molto probabile apocalisse atomica che potrebbe accadere anche solo per errore umano o di mezzi artificiali, informatici e macchine.
Queste ultime catastrofi fanno parte delle emergenze e delle minacce che incombono sull’umanità come la gravità dei dissesti e disastri climatici dovuti alle eccessive emissioni di gas serra di origine antropica nell’atmosfera. E ancora la disuguaglianza globale dove la minoranza dei "ricchi" del pianeta detiene la maggioranza dei beni comuni dell’intera umanità, causando soprattutto sperequazioni economiche e migrazioni forzate che si verificano anche a causa di conflitti e guerre in atto nel nostro pianeta. E la violenza strutturale che si declina negli stupri di massa in guerra, nella violenza contro tutte le donne che trova la sua apicalità nel femminicidio, negli atti di bullismo e violenza contro i più fragili, contro gli LGBT e i più deboli del pianeta, la violenza contro i lavoratori per cui non si può mai parlare di morti bianche, ma di autentici omicidi dovuti al neofascismo e al fascismo aziendale nei luoghi di lavoro e nelle fabbriche.
Il nostro pensiero che ci vede vittime di queste minacce che coinvolgono madre terra si ricollega al pensiero della complessità che prende le mosse dai grandi pensatori e partigiani da Stéphane Hessel a Edgar Morin. Il pensiero della complessità dei sistemi viventi di cui anche la donna e l’uomo sono parte nel pluriverso della coscienza planetaria che fa parte del cosmo universale. Partendo da tutti questi assunti la vera sinistra, quella ecologista e pacifista, dovrebbe elaborare un proprio pensiero laico e ateo e indipendente e autonomo dall’istituzione religiosa e prendere le mosse dal rapporto con una madre terra da cui tutti noi donne e uomini deriviamo e che abbiamo il dovere di difendere, salvaguardare e tutelare dall’estinzione.
Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui Pressenza, Peacelink, Ildialogo, Unimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti. Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.