Rifugiati: rimpatrio in R.D. Congo, emergenza in Chad

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Oltre mille rifugiati hanno fatto ritorno ai loro villaggi nella provincia di Equateur, nel nord-ovest della Repubblica Democratica del Congo (RDC) nell'ambito di una delle operazioni di rimpatrio volontario più insolite e logisticamente complesse che l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) abbia mai intrapreso. I rifugiati erano fuggiti dalla RDC nel 2000 a causa dei combattimenti fra due gruppi ribelli congolesi e da allora hanno vissuto pacificamente nella Repubblica del Congo. Si prevede che entro la fine del 2006 rimpatrieranno complessivamente 58mila rifugiati. A differenza di quanto avviene solitamente, i 16mila rifugiati della RDC che si trovano nella regione di Betou - nella Repubblica del Congo, oltre mille chilometri a nord-est della capitale Brazzaville - non alloggiano in campi, ma vivono insieme alla popolazione locale, sostentandosi attraverso pesca, agricoltura e raccolta. Si trovano in 39 diverse località in una fascia di 160 chilometri lungo il fiume e ciò ha reso particolarmente complessa l'organizzazione del loro rimpatrio. Una volta che i rifugiati si sono registrati per far parte del convoglio, gli operatori dell'UNHCR li trasportano in barca dai villaggi in cui risiedono ad un centro di transito, da cui ha inizio il vero e proprio viaggio verso casa.

Ma continua l'emergenza in Chad dove sono iniziate le operazioni di trasferimento di circa diecimila rifugiati provenienti dalla vicina Repubblica Centrafricana e giunti in Ciad meridionale all'inizio dello scorso mese di giugno, a seguito di disordini nel proprio paese. Il livello di insicurezza nel nord della Repubblica Centrafricana resta alto a causa dell'attività di gruppi criminali e ribelli. Le operazioni di trasferimento - che dovrebbero durare alcune settimane - potrebbero essere avviate già da domani e dovranno essere svolte con grande rapidità, poiché la stagione delle piogge è già cominciata. Questo gruppo di rifugiati ha vissuto in condizioni precarie nei pressi di 17 villaggi nell'area di Gore, in Ciad meridionale. Con l'inizio della stagione delle piogge, è necessario che vengano trasferiti rapidamente in un unico sito, il campo di Amboko - che già ospita altri rifugiati - dove potranno ricevere un'adeguata assistenza umanitaria. Gli allagamenti stanno già cominciando ad ostacolare gli spostamenti nella regione - comunica l'UNHCR. L'organizzazione non governativa Medici Senza Frontiere ha espresso grave preoccupazione per una possibile epidemia di morbillo e per la diffusione della malaria tra i rifugiati.

Nel Ciad meridionale sono presenti già 30mila rifugiati provenienti dalla Repubblica Centrafricana, alloggiati presso il campo di Amboko nell'area di Gore e in quello di Yaroungou nell'area di Danamadji. La maggior parte di essi vi è giunta in seguito al colpo di stato militare del 2003. Il Ciad ospita inoltre più di 200mila rifugiati sudanesi provenienti dalla regione del Darfur, che sono attualmente alloggiati in 12 campi allestiti nella parte orientale del paese. [GB]

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