Per un bicchiere d'acqua

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Riportiamo qui gli interventi di Marco Bersani, di ATTAC Italia e di Marco Manunta, magistrato, al convegno sulla privatizzazione dei servizi pubblici organizzato da Rifondazione Comunista, ATTAC Italia e con la partecipazione di Punto rosso di metà dicembre 2004. Perchè questo convegno? Semplice, perchè anche sulle vele di TEA s.p.a. soffia il vento della privatizzazione, non solo su quelle delle barche a vela di D'Alema. Il Comune di Mantova, detentore della maggioranza del pacchetto azionario di TEA ha votato a larga maggioranza per la gestione mista a privati del piano Lineagroup.
Nulla di nuovo per chi ha sempre sostenuto la liberalizzazione totale dell'ex ministro diessino Bersani. Stupisce, ma ormai siamo abituati anche a questo, come alcuni consiglieri si facciano portavoce dei documenti dei Social Forum e poi qui votino senza troppe storie per la gestione privata che fa da apristrada alle multinazionali.
Per una volta raccontarvi come stanno le cose, non sarà nè il "famigerato" Gaddi e nemmeno il gruppo dei giovani antagonisti o ribelli parlamentari del calibro di Agnoletto. Parlano un magistrato e un portavoce di un'associazione come ATTAC che si batte per il mantenimento pubblico dei servizi.

MARCO BERSANI
20 anni di ubriacature neoliberiste hanno permeato le culture, anche le nostre. Il punto base è che il modello neoliberista è in una fase strutturale, non ciclica, cioè che avrà un inizio e una fine, ma endemica. Questo modello produce troppi beni che non è possibile mettere sul mercato, in quanto già saturo, mentre c'è una gran fetta di popolazione che non ha la possibilità di accedere ai servizi base. Viene dunque a galla un evidente squilibrio sociale tra chi può permettersi certi beni e servizi di prima necessità e chi no.Tra chi non riesce a bere e chi si permette 5 cellulari. Questo modello si propone di mantenere questa disuguaglianza con la guerra.
Lineagroup è il pezzo locale di una vicenda che è internazionale. La cultura del mettere nel mercato i servizi è trasversale agli schieramenti politici.
Lineagroup fa difatti riferimento al centrosinistra. Non è pertanto una questione di centrodestra-centrosinistra ma di chi è pro o contro le politiche neoliberiste.
Il paradigma pubblico-privato è una delle chiavi determinanti per leggere se si sta dentro o fuori le politiche neoliberiste. Un modello che vedrò di analizzare in tre dimensioni: quella mondiale, quella europea e quella italiana.

Il livello Mondiale
La maggioranza della popolazione non può nemmeno accedere al ruolo di consumatori . se il mercato è limitato ai soli consumatori, il mercato si satura.
Nasce quindi un problema di allocazione di risorse e di eccesso di beni.
Il problema viene risolto con due variabili: la riduzione del costo del lavoro e la privatizzazione dei servizi pubblici, che si badi bene sono beni a domanda rigida, ovvero la cui richiesta è fissa: nessuno può permettersi di non-bere e pertanto di non richiedere il bene acqua.
E ci sono dunque miliardi di utenti garantiti. E' un problema politico e umanitario.
L'OMC con il GATS estendono la nozione di commercio fino a fare rientrare nelle categoria di merce Acqua, genoma, biomasse ,aria, ecc. Le uniche categorie che non rientrano nel concetto di "merce" sono quelle di diretta pertinenza dello Stato, per cui l'esercito, le magistrature, gli uffici anagrafico-cimiteriali. Per quanto riguarda i servizi di pubblico dominio come salute, scuola,cultura,trasporti,, il GATS ne propone la totale liberalizzazione.

Il livello europeo
L'Unione europea fa a stessa identica cosa. Invece che vertici dell'OMC, solo che in questo caso si parla di una serie di sedi di incontri in cui si sono stipulati trattati (Maastricht, Cardiff, Amsterdam, il Patto di Stabilità). Potremmo dedurne la nuova filosofia politica: "il mondo è competizione internazionale. Noi, non solo competiamo con gli stati Uniti e anzi diventiamo testa d'ariete del capitalismo.
L'Unione Europea ha chiesto la liberalizzazione di 109 paesi del mondo , di cu 45 sono rientranti nella categoria di "quarto mondo". E sfatiamo il falso mito per cui le multinazionali sono tutte americane, perché le prime 10 multinazionali dell'acqua, fonte primaria di vita, sono europee.

L'ultima trovata dell'Unione Europea in tema di libero mercato è la direttiva Bolkestein, approvata dalla Commissione Prodi ,che deve ancora passare in Parlamento Europeo.
La direttiva Bolkestein si impernia su due concetti: la liberalizzazione dei servizi e il parallelo smantellamento dei diritti del lavoro.
La direttiva Bolkestein si prefigge di liberalizzare tutti i servizi abbattendo tutte le disposizioni che le autorità regionali, nazionali e locali attuano sui servizi. Si può dire che ha un carattere orizzontale, dal momento che include tutti i servizi. In base a quale principio si definisce un servizio? Semplice. Viene definito servizio per il libero mercato, qualsiasi attività che abbia una contropartita economica Ciò significa che vi rientra tutto, dalla visita di un quadro a qualsiasi servizio che abbia una tariffa pubblica. La direttiva risponde ad una precisa esigenza: quella di rafforzare la posizione dell'UE in sede di trattative OMC: una volta liberalizzato all'interno si può andare con più forza a trattare con gli altri paesi.
L'aspetto che rende drammatica la direttiva Bolkestein è però il Principio del paese d'orgine. L'UE fino ad ora si è mossa sul profilo economico in base al principio di armonizzazione tra Paesi, ovvero ci si adattava tra economie di diversi paesi. Con il principio del paese d'origine, si sancisce la piena libertà di insediamento di qualsiasi fornitore di servizi che si porta con sé il codce civile sul lavoro del paese d'origine. Ovvero: se una ditta polacca si vuole insediare in Germania, i lavoratori di quella ditta si rifaranno alla formatura contrattuale polacca e non più a quella tedesca, quella cioè del paese d'origine. Succede allora che sempre più aziende europee sposteranno a loro sede nei paesi allargati (quelli dell'Europa dell'est, dove la paga media mensile è sugli 80-100 euro), aprendo poi gli stabilimenti nei paesi dell'Europa occidentale.

Il livello Italiano
Stante questo quadro, dobbiamo aver chiaro che la questione pubblico/privato è dirimente, perché riguarda la vita di ciascuno. Come mai? Semplice. Come faccio io singolo cittadino a dimostrarmi competitivo in un sistema che me lo richiede come condizione base per poter lavorare? Devo rinunciare a sempre più diritti e tutele.
Veniamo ala gestione del servizio idrico, che sosteniamo deve essere pubblica.
Premettiamo subito che le scorciatoie di mantenere una gestione mista pubblico-privata è una presa per i fondelli. A Roma la società locale di servizi pubblici ACEA è a partecipazione mista. Il Comune di Roma detiene il 51% del pacchetto azionario ACEA, e Caltagirone, magnate locale, il 2,98%. Decide Caltagirone. Inoltre il 51% degli utili di ACEA corrispondono a circa 20 milioni di euro che il Comune di roma ha investito per incentivare investitori privati ad entrare in altri settori dei servizi pubblici e sociali romani. Non serve a nulla che il pubblico mantenga il controllo. Anche se la percentuale è del 99%.
Il servizio va mantenuto pubblico per un semplice motivo. Facciamo che il servizio adesso costa 100. Il privato che lo rileva deve guadagnare qualcosa, facciamo il 10%. Se io dico "tu privato, devi mantenere il costo=100, il privato dovrà guadagnare da qualche altra parte quel 10%.. E taglia il costo del lavoro , per cui contratti precari, ecc. Facciamo pure che ci sia anche un sindacato con le palle che evita il guadagno a discapito dei lavoratori. Il privato farà il suo 10% di guadagno sulla qualità del servizio. E non perché il privato è cattivo , ma perché il privato risponde al mercato. E il mercato è mercato. Non ha etica.
Il monopolio pubblico ha come obbiettivo il funzionamento del servizio e l'erogazione collettiva, il monopolio privato ha come obbiettivo il profitto. Se privatizzo le poste e devo introitare, perché dovrei tenere aperto un ufficio postale di una frazioncina di 100 abitanti?La chiudo.

Un esperienza di ritorno alla gestione pubblica sta avvenendo in toscana, dove 15 social forum hanno messo in piedi la richiesta di Ripubblicizzazione.

MARCO MANUNTA- Magistrato
Nel quadro ben tracciato da Bersani, emerge come le scelte locali possano essere decisive. Ed è emerso altrettanto chiaramente come il tipo di gestione privatistico, abbia come obbiettivo unico il profitto. Già qui cadrebbe qualsiasi discorso di risparmio idrico, tutto fondato sull'etica dell'acqua come risorsa preziosa e in via di esaurimento e pertanto da non sprecare. Questo concetto andrebbe a infrangersi con chi vuole gestire l'acqua per farne profitto.
Ma partirei a monte.
La legge Galli ha introdotto per la prima volta un margine di profitto sui servizi pubblici.. Cioè un margine di profitto anche sui biglietti dell'autobus.. ma già qui si cade in un grosso errore. E' giusto far pagare l'intero costo dell'autobus solo a chi vi sale? Credo sia un enorme sciocchezza, in quanto ne usufruisce anche chi opta per un trasporto privato. E si è visto benissimo quando c'è stato lo sciopero degli autoferrotranviari, come sarebbe Milano senza metropolitane e autobus. Allora se ne beneficiano tutti, il trasporto pubblico va pagato dalla fiscalità generale.
Se uno si deve pagare la sua acqua, la sua energia, il suo trasporto, si va a rompere la solidarietà sociale. Il mercato esclude chi non può pagare, mentre la solidarietà sostiene i bisogni fondamentali.
L'acqua è uno dei diritti umani fondamentali e va dunque garantito a tutti. Cosa si può fare?
Gli strumenti giuridici per mantenere la gestione pubblica ci sono, meglio definiti come "in house", gestione domestica: una società di diritto privato a totale capitale pubblico. E la direttiva bolkestein può essere bloccata dalla gestione "in house".
Per questo la gestione domestica deve prioritariamente entrare nei programmi elettorali.

di Red

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