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Papa ai popoli indigeni: perdono per il colonialismo
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Foto: Galen Crout da Asianews.it
“Molti cristiani hanno sostenuto la mentalità colonizzatrice delle potenze che hanno oppresso i popoli indigeni. Sono addolorato. Chiedo perdono”. È stata la rinnovata richiesta di perdono per gli abusi commessi anche da religiosi nel sistema delle scuole residenziali per l’assimilazione dei popoli indigeni, il momento culminante dell’incontro ieri tra papa Francesco e le First Nations, gli Inuit e i Metis nella seconda giornata del viaggio apostolico in Canada. Parole giunte nella riserva di Maskwacis, dopo la sosta silenziosa nel cimitero con le tombe dei bambini vittime di questo sistema voluto dalle autorità locali ai danni delle popolazioni indigene e a cui la Chiesa attraverso le sue istituzioni educative ha collaborato.
Il papa ha sottolineato l’importanza di fare memoria di questa tragedia, ripetutasi anche a tante altre latitudini. Quando i coloni europei arrivarono in queste terre – ha detto - “c’era la grande opportunità di sviluppare un fecondo incontro tra culture, tradizioni e spiritualità. Ma in gran parte ciò non è avvenuto. E mi tornano alla mente i vostri racconti: di come le politiche di assimilazione hanno finito per emarginare sistematicamente i popoli indigeni; di come, anche attraverso il sistema delle scuole residenziali, le vostre lingue, le vostre culture sono state denigrate e soppresse; e di come i bambini hanno subito abusi fisici e verbali, psicologici e spirituali; di come sono stati portati via dalle loro case quando erano piccini e di come ciò abbia segnato in modo indelebile il rapporto tra i genitori e i figli, i nonni e i nipoti”.
“Sebbene la carità cristiana fosse presente e vi fossero non pochi casi esemplari di dedizione per i bambini – ha aggiunto - le conseguenze complessive delle politiche legate alle scuole residenziali sono state catastrofiche. Quello che la fede cristiana ci dice è che si è trattato di un errore devastante, incompatibile con il Vangelo di Gesù Cristo”.
Ma chiedere perdono per il passato è solo il primo passo per andare oltre questa ferita. Occorre guardare a come promuovere una vera riconciliazione, superando alla radice il male che nella Chiesa ha portato a quelle contraddizioni. Ed è l’orizzonte che il papa ha indicato nel pomeriggio incontrando nuovamente nella chiesa del Sacro Cuore di Edmonton, la chiesa dell'altare sotto di tepee – la tenda dei nativi - dove proprio l’accoglienza vera delle loro culture è diventata strada per un nuovo incontro...
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